Primo Welfare

Il 7 agosto la Camera ha finalmente approvato il disegno di legge contenente le misure urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare quella giovanile, e della coesione sociale. Gli obiettivi? Aumento delle assunzioni a tempo indeterminato, miglioramento del funzionamento del mercato del lavoro e del sistema di tutele per i lavoratori.
Può esistere il mercato nel welfare? Possiamo definirlo buono o cattivo? Il libro di Jane Gingrich "Making Markets in the Welfare State: The Politics of Varying Market Reforms" affronta proprio uno degli interrogativi più attuali e controversi del dibattito sul welfare state: l’ingresso dei privati come fornitori di servizi di welfare.
Alti tassi di inattività, bassa fertilità, povertà fra i minori ai massimi in Europa: questo circolo vizioso affligge da almeno due decenni il nostro Paese. Una vera e propria trappola da cui è urgente uscire per imboccare il cammino di una crescita non solo women-friendly, ma anche capace di valorizzare competenze e talenti oggi trascurati e discriminati.
Il posto garantito al nido è da tempo una realtà nell’area nordica. La Germania è il primo Paese continentale ad approdare a questa meta, a partire dal primo agosto 2013. Si tratta di un encomiabile successo di Ursula Von der Leyden, ministra del Lavoro (Cdu) del governo Merkel. Ma il successo è stato possibile grazie a una felice combinazione di condizioni, sulle quali è opportuno riflettere.
Mercoledì 24 luglio le ACLI, in collaborazione con la Caritas italiana, hanno presentato la proposta per un “Patto aperto contro la povertà” fondato sulla collaborazione tra attori pubblici e Terzo Settore. Un'altra proposta per colmare quella lacuna che caratterizza il nostro Paese in materia di povertà ed esclusione sociale.