Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Il declino della popolazione mondiale non è un disastro ma una trasformazione da gestire con intelligenza. Lo sostiene l’Economist, che indica come innovazione tecnologica, longevità e politiche di welfare inclusive possano rendere sostenibili sistemi nati durante l’espansione demografica.
Trasformare il Trattamento di fine rapporto in salario o usarlo per pensioni anticipate ne snaturerebbe la funzione. Ripercorrendo storia e funzioni dello strumento, il Presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello spiega perché la sua destinazione naturale resta la previdenza complementare.
Anche il nostro Laboratorio sarà presente con due sessioni dedicate alle trasformazioni dei sistemi sanitari e allo sviluppo del welfare aziendale. Si possono invare proposte di paper entro il 12 novembre 2025.
Bolzano e Palermo sono le due province in cui si fanno più figli. Perché due territori così diversi hanno dati simili? Per aiutarci a rispondere vanno letti correttamente i dati su fecondità, occupazione femminile e servizi per l’infanzia.
I programmi di ricerca e innovazione previsti dal PNRR mirano a promuovere una ricaduta della ricerca scientifica nell’economia reale. In questo quadro, iniziative formative dedicate ai ricercatori possono contribuire al trasferimento di tecnologia e competenze alla società, attuando un processo di diffusione e adozione dell'innovazione su larga scala. Ne abbiamo parlato con Loredana Monica Luzzi, Direttrice Generale della Società consortile Mnesys.
Senza un ripensamento del sistema, spiega Maurizio Ferrera sul Corriere, c’è il rischio che le politiche sociali europee vadano incontro a un crollo. La sfida più difficile oggi riguarda soprattutto quei Paesi meno coesi internamente e culturalmente. Come l'Italia.
Durante la Conferenza Espanet 2025 svoltasi all'Università di Milano, Maurizio Ferrera ha tenuto un keynote speech in cui si è concentrato sulla definizione che coniò quasi trent'anni fa, chiedendosi se sia l'ora di abbandonare questa categoria analitica e la relativa agenda di ricerca.