In un Continente dove la produzione agricola è cresciuta come mai prima d’ora e gli scaffali dei supermercati traboccano di cibo, il dato può sembrare sorprendente: secondo Eurostat, nel 2024 quasi 40 milioni di persone nell’Unione Europea (pari al 8,5% della popolazione) vivevano in condizioni di povertà alimentare materiale. In Italia la percentuale raggiungeva il 9,9%, superando la media europea.
La povertà alimentare non è solo una condizione di deprivazione momentanea: è un fenomeno che riflette e amplifica le disuguaglianze sociali, economiche e territoriali. A subirne in modo sproporzionato le conseguenze sono i giovani e gli adolescenti, per i quali il cibo rappresenta non soltanto nutrimento, ma anche benessere psicofisico, relazioni sociali, inclusione e partecipazione.
Per rispondere a questa sfida è nato DisPARI, progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano in collaborazione con ActionAid Italia e sostenuto da Fondazione Cariplo. L’iniziativa, che vede coinvolto anche Percorsi di secondo welfare per le realizzazione di tutte le attività di divulgazione e comunicazione, mira a esplorare il nesso tra povertà alimentare e disuguaglianze, con particolare attenzione agli adolescenti, proponendo approcci innovativi e multidimensionali che vadano oltre gli interventi emergenziali ancora predominanti nel panorama delle politiche alimentari.
Negli ultimi mesi, il team DisPARI ha portato i risultati delle proprie ricerche in sedi accademiche di rilievo, contribuendo ad ampliare e rinnovare il dibattito sulla povertà alimentare. In questo articolo facciamo il punto sul contributo fornito finora dal progetto.
La presenza alle conferenze per ampliare e rinnovare il dibattito
Un primo momento significativo si è svolto durante l’ECPR General Conference 2025, organizzata nel mese di agosto a Salonicco, in Grecia. All’interno del panel “Exploring Food Governance: Local Food Strategies, Democracy, and Policy Change”, Elisa Bordin ha presentato il contributo “Social Innovation in Food Poverty Interventions: Towards Multidimensional and Participatory Approaches”. L’intervento ha posto l’accento sul legame tra sostenibilità alimentare ed equità sociale, sottolineando che non è sufficiente promuovere pratiche agricole rispettose dell’ambiente se, allo stesso tempo, non si garantisce a tutti l’accesso a cibi sani e nutrienti. Per contribuire a ripensare le risposte alla povertà alimentare, è stato proposto un quadro concettuale di innovazione sociale, articolato su tre dimensioni: la logica, ossia gli obiettivi degli interventi e il grado di coinvolgimento dei beneficiari; la governance, che analizza gli attori coinvolti e le modalità di coordinamento; e gli strumenti, che considerano le diverse dimensioni della povertà alimentare, comprese quelle materiale, psicologica, sociale e culturale. Dall’analisi di casi europei è emerso come alcune esperienze stiano superando la logica caritatevole, aprendo la strada a modelli sistemici e partecipativi, in cui gli adolescenti diventano protagonisti attivi del cambiamento.

Negli stessi giorni, a Milano, il team DisPARI ha preso parte a ESPAnet Europa, una delle principali occasioni di confronto sul futuro del welfare. All’interno della sessione 27, dedicata a “Child well-being: Policies, Practices, and Challenges in a Changing World”, Franca Maino e Ilaria Madama hanno presentato il contributo “Social Innovation in Addressing Adolescent Food Poverty: A Mixed-Methods Systematic Review”. Lo studio presentato mostra come gli adolescenti siano ancora poco considerati nelle politiche di contrasto alla povertà alimentare. Gli interventi a loro rivolti risultano frammentati e prevalentemente focalizzati sull’aspetto nutrizionale, trascurando le altre dimensioni del fenomeno. L’analisi di pratiche innovative ha portato a tre raccomandazioni principali: sviluppare interventi di lungo periodo con una visione olistica dei bisogni degli adolescenti; promuovere sistemi di governance che coinvolgano attivamente ragazzi e comunità; utilizzare strumenti flessibili, diversificati e adeguati all’età e al contesto culturale dei destinatari, sostenuti da finanziamenti stabili. Elemento trasversale alle raccomandazioni è l’empowerment delle nuove generazioni, attraverso lo sviluppo di competenze e conoscenze che consentano loro di compiere scelte consapevoli e avere controllo sul proprio futuro.
Nel mese di settembre, il progetto DisPARI è stato protagonista anche al Convegno SISP 2025 di Napoli. All’interno del panel “Local food systems and their sustainable transformation: governance, participation, and grassroots initiatives”, Ilaria Madama ha presentato l’intervento “Social Innovation in Food Aid Practices”. Il contributo si è concentrato sul contesto italiano, presentando gli ultimi dati Eurostat sulla povertà alimentare ed evidenziando, da un lato, i limiti del sistema di aiuto alimentare e dall’altro le opportunità offerte da pratiche innovative già sperimentate sul territorio. In particolare, sono stati discussi esempi di iniziative comunitarie e di governance locale che mostrano come siano possibili diversi percorsi per rispondere in modo efficace alla povertà alimentare e orientare il sistema verso un welfare alimentare più inclusivo, democratico e capace di ridurre le disuguaglianze.
Infine, il team DisPARI ha partecipato al XXXIV Congresso Geografico Italiano, dal titolo “Era urbana e disordine del mondo. Geografie per interpretare il presente”, svoltosi a Torino. In questa occasione, Elisa Bordin, Ezio Sorti e Ilaria Caracozza hanno posto l’accento sulla dimensione territoriale della povertà alimentare. L’analisi ha evidenziato come le risposte attuali, spesso frammentate e limitate a livello locale, rischino di ampliare i divari già esistenti: tra aree urbane e rurali, tra Nord e Sud del Paese, tra comunità dotate di reti solidi e territori più fragili. Particolare attenzione è stata dedicata agli adolescenti, per i quali il cibo rappresenta non solo nutrimento, ma anche partecipazione e inclusione sociale. La ricerca sottolinea l’importanza di un approccio integrato e multilivello, che unisca la prospettiva geografica a quella sociale e politica. In questa direzione, lo studio invita a superare la logica emergenziale, proponendo strategie multidimensionali basate su sostegno materiale, innovazione sociale e politiche pubbliche collaborative.

Una prospettiva comune: superare la logica dell’emergenza
In tutte queste occasioni, il lavoro di DisPARI è stato accolto con interesse, sia per la capacità di ridefinire la povertà alimentare come problema sociale complesso, sia per l’attenzione agli adolescenti, un target spesso trascurato ma di fondamentale importanza per lo sviluppo di comunità più giuste e inclusive. Dalle quattro conferenze emerge un filo conduttore chiaro: è necessario andare oltre l’approccio assistenziale. I pacchi alimentari e le mense restano strumenti essenziali nelle fasi critiche, ma non possono costituire una risposta strutturale a un fenomeno complesso e multidimensionale.
Il progetto DisPARI invita a immaginare un futuro in cui la lotta alla povertà alimentare diventi parte integrante delle politiche pubbliche di welfare e alimentazione, e non dipenda solo dalla buona volontà delle reti locali. In questo scenario, gli adolescenti non sono esclusi dagli interventi, ma diventano protagonisti di percorsi di inclusione, educazione e cittadinanza attiva. Garantire a tutti i giovani l’accesso a un’alimentazione adeguata significa investire sul benessere collettivo, ridurre le disuguaglianze e costruire comunità più resilienti.
Il lavoro di ricerca e disseminazione portato avanti da DisPARI rappresenta un passo importante in questa direzione, contribuendo a ridefinire il dibattito scientifico e pubblico e a promuovere strategie concrete e innovative contro la povertà alimentare.