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All’interno del secondo welfare, un compito decisivo è affidato alle istituzioni. Sia a livello nazionale che locale, esse coordinano e promuovono l’attivazione degli attori sociali ed economici per favorire la mobilitazione di risorse private nei diversi ambiti del welfare. Per il potenziamento dell’offerta di servizi sociali e sanitari ma anche per l’occupazione e lo sviluppo delle imprese, e fino alla tanto discussa “questione femminile”.
Basti pensare che il tasso di disoccupazione – che si attesta in Italia al 9,8% e raggiunge tra i giovani il 36,2% (dati Istat, luglio 2012) – ha toccato tra le donne il 46,4% nel 2011. Giovani e donne sono i gruppi più svantaggiati nel mondo del lavoro, specialmente nel Sud del paese. Il Rapporto Annuale 2012 di Social Watch Italia ha evidenziato infatti la persistenza degli stereotipi culturali relativi ai ruoli di genere, l’aumento della disoccupazione femminile nel Centro e Sud Italia, e la frequenza dell’interruzione del rapporto di lavoro dopo la maternità, che riguarda il 30% delle madri contro il 3% dei padri.

Proprio di fronte a questi problemi Italia Lavoro – ente strumentale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che opera per la promozione e la gestione delle nuove politiche del lavoro, dell’occupazione e dell’inclusione sociale – ha ricevuto dal Ministero l’incarico di promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro nelle quattro regioni italiane dell’Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Sicilia e Calabria).

Italia Lavoro aveva già realizzato il dossier "Donne in Italia. Una grande risorsa non ancora pienamente utilizzata" di cui è stato presentato uno stralcio nel gennaio 2012 alla presenza di Elsa Fornero, Ministro del Lavoro, del Welfare e delle Pari Opportunità, in occasione del convegno “Questione femminile, questione Italia” organizzato dal Comitato Pari o Dispare. Lo studio mostra che il tasso di inattività delle donne italiane è tra i più alti d’Europa (poco più della metà delle donne in età lavorativa sono occupate o in cerca di lavoro) e presenta significative differenze territoriali.

Per questo è nato il progetto La.Fem.Me – Lavoro Femminile Mezzogiorno con l’obiettivo di diffondere e sperimentare misure di conciliazione famiglia-lavoro all’interno delle aziende delle regioni del Sud. Il progetto prevede un percorso di formazione, sensibilizzazione e consulenza aperto a tutti gli interlocutori che contribuiscono allo sviluppo del welfare aziendale e realizzato in collaborazione con la rete delle Consigliere di Parità. Istituzioni locali, imprenditori e sindacati, ma anche consulenti del lavoro e rappresentanti delle associazioni datoriali e del mondo cooperativo e non-profit, hanno partecipato al primo percorso “pilota” di formazione e consulenza che si è svolto a Taranto nel mese di giugno 2012. In aggiunta al percorso di consulenza, il progetto prevede la creazione di una “Community”, uno spazio online per lo scambio di idee e soluzioni e la circolazione di informazioni sui diversi servizi di welfare aziendale e sugli strumenti di conciliazione famiglia-lavoro e flessibilità, realizzato con l’aiuto di professionisti del settore.

La due giorni di Taranto – come ha spiegato Antonella Marsala, responsabile del progetto La.Fem.Me, in apertura dei lavori – è solamente il primo di una serie di incontri che si terranno nei prossimi mesi in diverse città, ed è servito come “laboratorio pilota” per studiare al meglio i diversi percorsi di consulenza e formazione da proporre e implementare successivamente. La.Fem.Me è stato ideato per quattro regioni del Sud, ma potrà esssere esteso anche al resto del paese. Il progetto mira non solo a fornire strumenti pratici ad aziende e parti sociali per l’implementazione di politiche aziendali women friendly, ma anche a favorire un cambiamento culturale di lungo periodo. Un’evoluzione rispetto ai vecchi stereotipi di genere che porti, attraverso la diffusione dell’idea della conciliazione come vantaggio competitivo e strumento di produttività anziché come costo aziendale, a un più frequente e proficuo ingresso delle donne nel mondo del lavoro.

L’intesa siglata il 7 marzo 2011 dal Ministero del Lavoro e dalle Parti Sociali per le azioni a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro – ha continuato la Marsala – non può e non deve rimanere sulla carta. Italia Lavoro vuole farsi promotore di un nuovo modello di relazioni in cui azienda e sindacati cooperino per lo sviluppo del territorio e della sua comunità, anche attraverso la contrattazione di secondo livello per le PMI.

La scelta di organizzare una serie di percorsi formativi costituiti da diversi “gazebo” tematici, in cui un ristretto numero di partecipanti si confronta direttamente con l’esperto, abbinati alla costruzione della web community, direttamente accessibile dal sito di Italia Lavoro costituisce un interessante approccio interdisciplinare fatto di intervento diretto sul territorio e diffusione di informazioni e buone prassi.

Gli incontri, coordinati dai consulenti selezionati da Italia Lavoro tra professionisti e accademici, hanno l’obiettivo di portare almeno 15 realtà produttive localizzate in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia ad attivare, anche tramite la contrattazione territoriale e aziendale, misure di flessibilità organizzativa e oraria, interventi di accompagnamento alla maternità, e programmi di welfare aziendale e territoriale. Il panel di esperti che ha condotto i lavori di Taranto è costituito dal professor Luigi Campagna, dal fiscalista Diego Paciello, dalla giornalista Anna Zavaritt, dalla sindacalista Giuseppina Cazzaniga e dalla sociologa del lavoro Anna Maria Ponzellini. Il pubblico, composto da imprenditori e rappresentanti di associazioni datoriali, ma anche dalle parti sindacali e dai responsabili delle risorse umane, si è diviso in gruppi ristretti per poter partecipare a ogni gazebo tematico e interagire con il consulente esponendo la propria situazione aziendale. Alcuni dei partecipanti hanno lasciato l’incontro, al termine del secondo giorno, con piani di flessibilità, elaborati ad hoc insieme agli esperti, che saranno ulteriormente sviluppati nei prossimi mesi.

Attraverso la Web Community, poi, un pubblico ancor più vasto di imprenditori, direttori del personale, esperti, e interessati avranno l’opportunità di scambiare esperienze e competenze circa le misure di conciliazione e di welfare aziendale, nonché accedere al lavoro di mappatura e raccolta di buone pratiche svolto dall’Osservatorio della Consigliera Nazionale di Parità. Mentre le esperienze delle singole imprese saranno raccontate nel blog, la sezione “wiki” conterrà diversi tipi di materiali informativi, dalle schede tecniche di approfondimento delle singole misure a studi e ricerche, e fino all’archivio della normativa nazionale e quello della contrattazione decentrata.

Il progetto La.Fem.Me, che continueremo a seguire e di cui vi racconteremo gli esiti, testimonia come il coinvolgimento diretto dei numerosi stakeholder economici, sociali e istituzionali presenti sul territorio costituisca un elemento cruciale nella diffusione del welfare aziendale e delle pratiche di conciliazione famiglia-lavoro.
 

Riferimenti

Il Rapporto Annuale 2012 di Social Watch Italia

Il sito di Italia Lavoro

Il progetto La.Fem.Me – Lavoro Femminile Mezzogiorno

La ricerca di Italia Lavoro Donne in Italia. Una grande risorsa non ancora pienamente utilizzata

L’intesa siglata il 7 marzo 2011 dal Ministero del Lavoro e dalle Parti Sociali
per le azioni a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro


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