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La Legge di Bilancio 2018 ha rinnovato l’impegno dello Stato a sostegno delle Fondazioni di origine bancaria (Fob) che investono risorse a favore del welfare locale. Si tratta di un intervento con cui lo Stato riconosce il ruolo di queste istituzioni per lo sviluppo locale, in particolare attraverso interventi a carattere sociale sui loro territori operativi. La modalità scelta per garantire questo genere di supporto ricorda il “Fondo per il contrasto alla povertà educativa” istituito con la Legge di Stabilità 2016, ma si profilano anche alcune differenze su cui pare utile riflettere.


Alle Fob fino a un massimo di 300 milioni in 3 anni

La Legge di Bilancio 2018 ai commi 201, 202, 2013 e 204 dell’articolo 1 ha previsto un credito di imposta pari al 65% a favore delle Fondazioni di origine bancaria che promuovono il welfare di comunità attraverso interventi e misure di contrasto alle povertà, alle fragilità sociali e al disagio giovanile, di tutela dell’infanzia, di cura e assistenza agli anziani e ai disabili, di inclusione socio-lavorativa e integrazione degli immigrati nonché di dotazione di strumentazioni per le cure sanitarie.

Il contributo è assegnato secondo l’ordine temporale con cui le Fob comunicano all’Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (Acri) l’impegno a effettuare le erogazioni negli ambiti sopra riportati. Tale contributo è assegnato fino a esaurimento delle risorse disponibili ed è pari a 100 milioni di euro all’anno per il 2019, 2020 e 2021.


Il precedente: il Fondo per il contrasto alla povertà educativa

Come detto la modalità scelta per sostenere le Fob nel prossimo triennio ricorda quanto fatto per la creazione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa. 

Istituito in via sperimentale e per il triennio 2016-2018 dalla Legge di Stabilità 2016, il Fondo riconosce infatti alle Fob un credito d’imposta pari al 75% dei versamenti effettuati sul Fondo, fino a un massimo di 100 milioni di euro l’anno. L’Acri ha identificato Fondazione con il Sud quale soggetto attuatore delle sperimentazioni per il contrasto alla povertà educativa. Questa Fondazione, nata nel 2006 grazie all’alleanza fra le Fob e il mondo del Terzo Settore e del volontariato, a sua volta, ha costituito un’impresa sociale esclusivamente dedicata all’attuazione del Fondo povertà educativa: Con i bambini

Il Fondo opera attraverso bandi che si rivolgono al Terzo Settore e al mondo della scuola. Per la prima annualità, sono stati pubblicati due bandi riguardanti rispettivamente la prima infanzia (0-6 anni) per complessivi 69 milioni di euro e l’adolescenza (11–17 anni) per complessivi 46 milioni di euro. La seconda annualità si è invece aperta con la pubblicazione del bando “nuove generazioni” che si rivolge alla fascia d’età 5-14 anni e prevede risorse fino a 60 milioni. Al Fondo hanno complessivamente aderito 72 delle 86 Fob aderenti all’Acri, per un importo complessivo, per il primo anno di operatività del Fondo, pari a oltre 120 milioni di euro. Per il 2017, l’Acri ha confermando una disponibilità di risorse di altri 120 milioni di euro garantiti da 73 Fondazioni.


Quali le prospettive?

I due interventi di sostegno alle Fob appaiono in continuità. Tuttavia ci sono almeno due elementi che meritano attenzione. Il primo riguarda il fatto che la Legge di Stabilità 2016 abbia istituito un fondo che garantisce, attraverso l’emanazione di bandi a carattere nazionale, la redistribuzione territoriale delle risorse messe in campo dalle Fondazioni di origine bancaria. Si tratta di uno dei principali pregi di quell’iniziativa, dato che le Fob si concentrano in alcune aree della Penisola, prevalentemente nel Nord, mentre sono meno presenti in altre, specialmente le regioni del Mezzogiorno. In questo senso il rischio da evitare per il triennio 2019-2021 è che la scelta lungimirante fatta con il Fondo – assunta affinché gli interventi non finissero per alimentare la sperequazione territoriale che caratterizza il nostro Paese – non venga confermata.

Il secondo elemento riguarda invece il fatto che l’impiego delle risorse stanziate dalla Legge di Stabilità per il 2016 fosse vincolato a un tema specifico e relativo: il contrasto alla povertà educativa. Le previsioni della Legge di Bilancio 2018, invece, appaiono decisamente più ampie. In questo caso il riferimento è infatti a "interventi a sostegno del welfare di comunità". Su quest’ultimo punto emergono almeno due domande. In primo luogo, viene da chiedersi se questa estensione sia il frutto di una valutazione positiva di quanto fatto attraverso il Fondo per il contrasto alla povertà educativa o se, al contrario, il vincolo tematico posto al Fondo abbia rappresentato un limite che la Legge di Bilancio per il 2018 si propone di superare. In secondo luogo, viene da chiedersi se questo cambiamento potrà garantire comunque una continuità a progetti che, nati grazie al Fondo per il contrasto alla povertà educativa, si dimostreranno meritevoli di continuare o, al contrario, se le novità introdotte dalla Legge di Bilancio, di fatto, incideranno negativamente sulla possibilità di garantire questa continuità.

Si tratta di temi cruciali, che certamente cercheremo di approfondire nel corso dei prossimi mesi.


Riferimenti

Testo della Legge di Bilancio 2018 (PDF – Online)