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Terzo Settore

Cos’è il Terzo Settore?

Il Terzo Settore è un insieme eterogeneo di organizzazioni private che operano senza scopo di lucro per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Tali realtà sono caratterizzate dall’impegno per il bene comune e dalla partecipazione attiva della cittadinanza nella promozione di servizi e iniziative in favore delle comunità.

Perché è “terzo”?

Perché svolge funzioni terze differenti rispetto al settore pubblico (Stato e sue diramazioni) e al settore privato (Mercato), colmando sussidiariamente le lacune che questi lasciano nell’ambito dei bisogni, specialmente sociali, dei cittadini. Per questa natura, le organizzazioni che ne fanno parte sono fondamentali per il secondo welfare.

Chi fa parte del Terzo Settore?

Un soggetto di Terzo Settore deve possedere la natura giuridica privata, non avere scopo di lucro, perseguire di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale per l’interesse generale l’attuazione, in attuazione del principio di sussidiarietà. Include dunque una molteplicità di soggetti tra cui citiamo: associazioni di volontariato e di promozione sociale, cooperative sociali, imprese sociali, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, società di mutuo soccorso, enti religiosi riconosciuti.

Quali nessi tra Terzo settore e welfare?

Il Terzo Settore integra e amplia il welfare pubblico promuovendo l’innovazione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini. Attraverso partnership multi-attore, e in applicazione del principio di sussidiarietà, crea coesione sociale e capitale sociale, genera occupazione e mobilita risorse e servizi che si affiancano a quelli pubblici e del privato for profit. Inoltre, svolge un ruolo di advocacy per influenzare le politiche pubbliche e garantire un maggiore godimento dei diritti sociali.

Di seguito tanti articoli utili per approfondire questo ruolo.

Fabio Fraticelli, CEO di TechSoup Italia, ci racconta il progetto di trasformazione digitale che nel prossimo anno formerà oltre 5.000 operatori e volontari del mondo non profit attraverso più di 100.000 ore di formazione gratuita. “L’ambizione è diventare un caso studio di riferimento per l'intero settore”.
È il tema al centro di una delle 37 sessioni della XVIII Conferenza ESPAnet Italia, in cui si approfondirà l’evoluzione del secondo welfare di fronte alle transizioni eco-sociali in atto. Sarà coordinata da Chiara Agostini e Anastasia Rita Guarna.
Lo spettacolo “Ottantaquattro pagine”, scritto dai detenuti del carcere di Torino, racconta la lettera di un giovane assassino che 100 anni fa ha cercato riscatto e perdono. Un’opera profonda e coinvolgente, dietro la quale c’è molto lavoro che merita di essere raccontato.
La decisione del presidente Trump di limitare drasticamente gli aiuti internazionali statunitensi sta avendo gravi conseguenze sul mondo della cooperazione e dell’aiuto umanitario. Anche nel nostro Paese, dove però l’impatto sembra meno grave di quanto si possa pensare.
Nel quarto incontro di “Comunità in pratica”, il percorso promosso da Acri verso il XXVI Congresso nazionale, si è discusso di come affrontare le fragilità sociali attraverso un welfare più umano e condiviso. Tra i partecipanti anche la nostra Chiara Agostini.
I valori e i principi dell’economia sociale sono considerati una leva per lo sviluppo da diversi attori locali. Per questo, da tempo, molti di loro lavorano insieme in Torino Social Impact, che sta contribuendo alla finalizzazione dei documenti di riferimento sia per l’ambito territoriale che nazionale.
L’amministrazione cittadina ha avviato un processo volto a creare una visione politica sull’economia sociale e che possa portare a interventi concreti in vari ambiti. Questo grazie soprattutto al lavoro della Commissione Consiliare Speciale per l’Economia Civile e lo Sviluppo del Terzo Settore.
È una domanda ricorrente negli ultimi anni all’interno del Terzo Settore. Se l’è posta anche la Fondazione Ufficio Pio, provando a immaginare proposte di volontariato più flessibili. Uno degli esiti è il progetto “Tu per Tu”.
Il Governo aveva previsto 70 milioni di euro per alimentare il fondo per le competenze digitali nel 2025. Poi li ha tagliati. L’operatività è garantita per quest’anno e il prossimo, ma quale sarà il futuro di questa importante partnership tra pubblico e privato sociale in un ambito in cui l’Italia è indietro?