Cerca
Close this search box.

secondo welfare

Al vertice europeo del 14 e 15 marzo si è discusso del futuro dell'Unione economica e monetaria e delle strategie per uscire dal circolo vizioso «austerità-recessione-disoccupazione». Tra le ipotesi anche quella degli "accordi contrattuali", per i quali tuttavia si dovrebbe rivedere la struttura della spesa comunitaria.
La Fondazione Turati di Pistoia ha scelto di istituire un Centro Studi per capire meglio i problemi che contraddistinguono il nostro modello di welfare e proporre risposte innovative che ne permettano la ristrutturazione. Il Centro è stato presentato a Firenze in occasione del convegno "Per un nuovo welfare: equità, crescita, sussidiarietà"
Complice la crisi diminuiscono i contratti aziendali sul salario e aumentano quelli che si occupano di welfare che, tra il 2010 e il 2011, sono aumentati del 60%. Restringendosi le risorse a disposizione si è infatti passati dal rivendicare il salario a rivendicare miglioramenti normativi con effetti indiretti sui salari stessi, ma non senza resistenze da parte di molti lavoratori restii ad accettare benefici che riguardano soltanto chi ne ha bisogno. Un tema complesso che Pier Giorgio Caprioli, responsabile dell'Osservatorio Contrattazione di Cisl Lombardia, ha affrontato tenendo conto dei numerosi fattori in gioco.
Un innovativo modello di welfare comunitario trasforma in realtà il progetto di un piccolo comune dell’Emilia Romagna, che attraverso un’originale forma di azionariato popolare sta costruendo una casa protetta per anziani e non autosufficienti, mettendo insieme pubblico e privato, comune e parrocchia, aziende e cittadini.
The Philanthropic Collaborative ha pubblicato un rapporto sulle Fondazioni erogative americane con l'intento di valutarne l'impatto sull'economia. I dati descrivono un settore che, oltre a fornire importanti servizi con finalità sociale, contribuisce in maniera consistente al sistema economico staunitense, tanto da valere quasi 4 punti di Pil e garantire poco meno di 9 milioni di posti di lavoro.
A Torino associazioni e imprese sociali si sono messe insieme con un obiettivo coraggioso: garantire ai propri collaboratori alcuni servizi tipici dei welfare aziendali più evoluti. Dalla consulenza al microcredito, ai servizi per le famiglie, sino a un interessante progetto di housing sociale. Ecco l'esperienza di Social Club.
I tempi di crisi ci impongono di impiegare al meglio le risorse disponibili. Anche quando queste arrivano da oltreconfine. E’questa l’idea alla base della creazione del primo asilo nido transfrontaliero che sorgerà a Pulfero (UD) dalla collaborazione tra i comuni di Pulfero e Kobarit (Caporetto), tra Italia e Slovenia. Un’esperienza altamente innovativa che ci dimostra come la sinergia con l’Unione Europea e una più profonda integrazione tra i suoi Paesi possano produrre effetti positivi anche in materia di servizi sociali.
La cultura dominante del no limits che ci fa desiderare più di quanto ci serve e la crisi della partecipazione determinano una crescita esponenziale delle nuove vulnerabilità. Intercettando queste vulnerabilità e re-includendole nella società attraverso processi partecipativi di tipo innovativo si può recuperare risorse importanti ed attivare un circolo virtuoso che può aiutare a superare sia i problemi del welfare che quelli della democrazia. E’ questo l’assunto di fondo di Spazio Comune, rete di esperienze di cittadinanza attiva che dal 2010 connette laboratori, persone e organizzazioni di diverse regioni italiane sui temi del welfare. Abbiamo intervistato Gino Mazzoli, uno dei suoi promotori, che ci ha spiegato come la crisi possa costituire anche un’opportunità per riprogettare i sistemi di welfare.
Dopo aver introdotto il tema della filantropia comunitaria negli Stati Uniti abbiamo cercato di capire meglio quale sia l'impatto di questa realtà sul tessuto sociale americano. Siamo quindi andati a scoprire una delle fondazioni comunitarie più grande degli Stati Uniti, la New York Community Trust, che da oltre 90 anni è attiva sul territorio della Grande Mela, nei confronti della quale nel 2011 ha erogato oltre 137 milioni di dollari.
Una recente ricerca curata da Sebastiano Citroni per conto dal Ciessevi ha analizzato l’evoluzione del mondo del volontariato milanese nel corso degli ultimi anni. Il rapporto riporta numerosi dati riguardanti le modalità operative seguite dalle organizzazioni volontarie, le risorse a loro disposizione, l’approccio alla problematiche contingenti e la natura del territorio in cui esse operano. Ne proponiamo una breve sintesi.
Con l’aggravarsi della crisi economica sono molte le esperienze, soprattutto nel mondo del volontariato, che cercano di affrontare il problema della povertà e dell’esclusione sociale. Tra queste c’è anche l’Emporio di Parma, che dal 2010 cerca di assistere le persone in difficoltà economica e sociale con modalità per molti aspetti innovative. Abbiamo incontrato Sandro Coccoi, coordinatore del progetto Lotta alla povertà di Forum Solidarietà di Parma) e Giacomo Vezzani, vicepresidente dell’associazione CentoperUno Onlus, che si occupa della gestione dell’Emporio.
Attraverso l'intervista a Silvio Valtorta, Segretario Generale della Fondazione della Comunità Bresciana, continuano i nostri approfondimenti sulla filantropia comunitaria nel nostro Paese. Nata nell’ambito del progetto Fondazioni di Comunità di Cariplo, la Fondazione della Comunità Bresciana negli anni ha favorito lo sviluppo di misure innovative di risposta ai bisogni sociali, e garantito forme di intervento sempre più attente alle esigenze della sua comunità. Valtorta ha ripercorso con noi le tappe fondamentali che hanno caratterizzato lo sviluppo della Fondazione, soffermandosi sugli aspetti più significati che ne hanno determinato le modalità operative nel corso di questi primi 10 anni di attività.
In gran parte d’Europa sui temi del welfare va formandosi un nuovo consenso “post-neoliberista”, nel quale si intrecciano, in versione aggiornata, elementi classici delle tradizioni liberal-democratica, social-democratica e in parte cristiamo-popolare. Maurizio Ferrera ha identificato questa emergente sintesi ideologica col termine neowelfarismo liberale.