povertà

Nel suo impegno per imprimere una direzione nuova al welfare e contribuire allo sviluppo delle politiche sociali nei confronti di famiglie povere e fragili con figli minorenni, Fondazione L’Albero della Vita, insieme a Fondazione Emanuela Zancan e Vita, ha promosso la Conferenza “Combattere la povertà con le famiglie. Verso un nuovo welfare d’aiuto”. Alessandra Pavani ci racconta i principali contenuti emersi nel corso dell'evento.
A Torino si è svolto un ciclo di incontri dedicato alle tematiche educative e al mondo della scuola, intitolato “Dialoghi sull’educazione”. I seminari sono stati un’occasione d’incontro e confronto per sviluppare riflessioni secondo una prospettiva di lifelong e lifewide learning. Di particolare rilevanza per il mondo del secondo welfare è stato l’incontro “Educazione e lotta alle povertà. Mappe e progetti per rompere il circolo vizioso delle povertà educative”, dedicato alle iniziative di Save The Children.
Il prossimo 9 giugno uscirà il volume “Il Reddito d’Inclusione Sociale (ReIS). Le proposte dell’Alleanza contro la povertà in Italia” scritto dai componenti del gruppo scientifico dell’Alleanza contro la Povertà in Italia. Il libro illustra i contenuti della proposta di ReIS presentata a ottobre del 2014 e ne approfondisce gli aspetti tecnici e attuativi, analizzando gli ostacoli da affrontare, le strade per superarli e le ragioni a favore di ciascuna scelta suggerita.
Come italiani fatichiamo ad accettare che nel Paese vivano 1,1 milioni di bambini in povertà assoluta. Che diventano 2 milioni se esaminiamo la povertà relativa: 1 bambino su 5. Persino nella rissosa lotta politica è rimasto quest’ultimo tabù: la paura di ammettere che in Italia ci sono situazioni che una volta definivamo da «Terzo mondo» e che non coinvolgono solo ragazzi stranieri. E questa amnesia convive con un paradosso: la quota crescente di bambini poveri si accompagna alla diminuzione delle nascite.
La scorsa settimana l'Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo - ente strumentale della Fondazione torinese - ha presentato il proprio Bilancio di Missione relativo alle attività svolte nel 2015. Il documento mostra come lo corso dell'anno, proseguendo sulla strada tracciata dal Progetto di Programma Pluriennale del 2014, l'organizzazione si sia focalizzata su un obiettivo giudicato prioritario in questo frangente storico: il contrasto alla riproduzione intergenerazionale della povertà.
Il 17 maggio a Roma è stato ufficialmente presentato il Fondo per contrastare la povertà educativa. A questo punto entro un mese dovrebbe essere varato il Decreto del Ministero del Tesoro che, secondo quanto previsto dalla Legge di Stabilità, assicurerà alle Fondazioni un credito d’imposta pari al 75% delle somme impegnate. Le Fondazioni bancarie, infatti, sosterranno l’iniziativa con uno stanziamento di 120 milioni all’anno per il prossimo triennio.
La Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora ha pubblicato le Linee di Indirizzo per il Contrasto alla Grave Emarginazione Adulta in Italia che, insieme alle indagini dell'Istat "I Servizi alle Persone Senza Dimora" e "Persone Senza Dimora", rappresentano il primo grande sforzo per conoscere il fenomeno della povertà estrema. Uno strumento utile a definire paradigmi di intervento omogenei, riconosciuti e condivisi dai principali attori che nel nostro sistema di welfare si occupano di grave marginalità.
UBI Banca ha emesso il prestito obbligazionario solidale “UBI Comunità per Save the Children” per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro. UBI Banca devolverà a Save the Children un contributo pari allo 0,50% del valore nominale delle obbligazioni sottoscritte, che sarà destinato al sostegno dei 16 "Punti Luce" istituiti da Save the Children in territori privi o carenti di opportunità educative per minori e finalizzati a contrastare la povertà educativa.
Oltre 1 milione di bambini vive in povertà assoluta. Pur con significative differenze regionali, l’offerta educativa e i servizi per l’infanzia sono in generale insufficienti, e a farne le spese (in termini di acquisizione delle competenze) sono soprattutto le fasce più disagiate. Questo il quadro delineato da Save the Children nel rapporto "Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?" presentato a Roma lo scorso 9 maggio, in occasione della conferenza di rilancio della campagna “Illuminiamo il Futuro”.
Nella seduta del 18 aprile la Giunta della Regione Lombardia ha approvato il "nuovo" Reddito di Autonomia, che si rivolge alle famiglie in condizione di vulnerabilità sociale ed economica. L'Esecutivo regionale ha confermato gran parte del pacchetto d'interventi sperimentati tra fine 2015 e inizio 2016, rivedendo alcuni dei criteri di funzionamento e prevedendo, in alcuni casi, risorse aggiuntive. Ne abbiamo discusso con Paola Gilardoni, Segretario di CISL Lombardia.
Da lunedì 9 maggio parte “7 Giorni per il Futuro” una serie di eventi e iniziative per i bambini, organizzate da Save the Children con la collaborazione delle diverse realtà presenti sul territorio. Questa iniziativa mira a rilanciare la campagna “Illuminiamo il Futuro” avviata a maggio del 2014 con l’obiettivo di contrastare la povertà educativa in Italia e sostenere i “Punti Luce”, spazi dove bambini e adolescenti possono seguire gratuitamente attività educative, ricreative e culturali.
Access to knowledge and culture remains a problem for many children in Italy, in particular for those who are born in underprivileged familiar contexts. This is the bitter reality that emerges from “Illuminiamo il futuro 2030”, Save the Children’s research launched in 2014 and specifically dedicated to educational poverty. In this paper, Save the Children has identified a strategy to “illuminate the future” of children who live in Italy and to eliminate educational poverty before 2030.
Verso la fine dello scorso anno la Regione Valle d’Aosta ha istituito una misura di inclusione attiva e di sostegno al reddito. Patrik Vesan mostra le principali caratteristiche delle strumento, mettendone in evidenza punti di forza e di debolezza. Alla luce di questa nuova esperienza, l’obiettivo dell'articolo è di porre qualche domanda di carattere generale così da contribuire all’attuale dibattito nazionale sugli strumenti e le strategie di inclusione attiva e di contrasto alla povertà.
Il Laboratorio di Politica Comparata e Filosofia Pubblica del Centro Einaudi ha pubblicato un working paper che affronta il tema del reddito minimo in Spagna. In questo paese, spiega Marcello Natili, gli schemi di reddito minimo sono stati introdotti dalle Comunità Autonome nel tentativo di contrastare l’inerzia del livello nazionale e affrontare la povertà e l’esclusione sociale attraverso l’erogazione di benefici universalistici rivolti a persone con un reddito al di sotto di una soglia stabilita.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha presentato un progetto anti-spreco che garantirà migliaia di tonnellate di latte alle organizzazioni che aiutano chi si trova in povertà alimentare. Da un lato l’operazione garantirà un prodotto fondamentale per i programmi di assistenza agli indigenti. Dall'altro andrà a sostenere i produttori di latte, che si trovano a fronteggiare una situazione di crisi del settore sempre più complicata.
In occasione di Expo Milano 2015, Franca Maino, Lorenzo Bandera e Chiara Lodi Rizzini hanno avviato un progetto di ricerca empirica intorno al problema della povertà alimentare nel nostro Paese, al fine di evidenziare le dinamiche perverse che lo alimentano ma anche di raccontare i tentativi per contrastarlo. Il frutto di questo lavoro è il volume "Povertà alimentare in Italia: le risposte del secondo welfare", edito da Il Mulino, che affronta di petto il fenomeno nel quadro della più generale crisi del welfare.
“Oltre i margini” è un progetto realizzato a Baranzate - comune della periferia milanese dove un abitante su tre è migrante - che si propone di offrire servizi concreti alla comunità e di favorire l’inclusione sociale attraverso due diritti fondamentali: salute e lavoro. Con l’obiettivo di coinvolgere oltre 2.200 persone, ci insegna come, grazie a strumenti soft basati sulla collaborazione tra attori e comunità locali, si può provare a realizzare una vera integrazione e recuperare le periferie cittadine.
Dedicare particolare attenzione alle aree del paese nelle quali il fenomeno della povertà educativa è più diffuso, sviluppare interventi che agiscono sia a livello di comunità, sia a livello individuale, costruire un sistema di monitoraggio e valutazione che misuri l’impatto degli interventi sui beneficiari diretti e sulla comunità. Queste le raccomandazioni di Save the Children per l’applicazione del nuovo “Fondo sulla povertà educativa minorile” istituito dalla Legge di Stabilità 2016.
Nella nostra intervista a Ivano Abbruzzi, Presidente della Fondazione L’Albero della Vita, vediamo come l’advocacy può concretizzarsi anche nella promozione di un nuovo approccio alla lotta alla povertà. Questa fondazione, infatti, attraverso l’attività di ricerca e la progettazione di interventi rivolti ai minori, sta promuovendo una visione che mette al centro il potenziale delle famiglie povere e le considera come le principali protagoniste dei progetti di uscita dalla povertà.
Nonostante i tagli alle risorse economiche ed umane e la presenza di rigidità normative, sono numerosi i Comuni che hanno intrapreso percorsi di rinnovamento del welfare locale basati sulla collaborazione con gli attori sociali territoriali. Uno di questi è il Comune di Cinisello Balsamo che, presa coscienza del peggioramento e dei cambiamenti delle forme di povertà, ha avviato un percorso che ha portato all’istituzione di un tavolo sulle povertà con importanti funzioni progettuali e di coordinamento.
“Io non mi arrendo. Bambini e Famiglie in lotta contro la Povertà” è il titolo della ricerca realizzata dalla Fondazione Emanuela Zancan e promossa dalla Fondazione L’Albero della Vita. Lo studio ha approfondito la condizione di vita delle famiglie fragili con figli minori e si è posto l’obiettivo di cogliere la multidimensionalità dei problemi che interessano le famiglie in povertà approfondendo la questione dell’utilità degli aiuti ricevuti e della mancanza di aiuti di cui invece le famiglie avrebbero bisogno.
Senza un intervento sui servizi per l’impiego che abbia come obiettivo adeguare in modo sostanziale il numero di operatori, rafforzare la loro capacità d’intermediare la domanda e l'offerta di lavoro e di ridurre i tempi di collocamento dei beneficiari delle prestazioni, la nuova legge per il contrasto alla povertà rischia di ridursi alla sola erogazione di misure assistenziali passive, per l’impossibilità di offrire servizi per l’inclusione attiva.
Per la sperimentazione della Nuova Carta Acquisti le amministrazioni comunali coinvolte hanno impegnato una quota che va dalla metà ai due terzi del totale delle risorse disponibili. Questo è accaduto anche a Napoli, dove la restrittività del target definito a livello ministeriale ha portato ad escludere fette importanti di potenziali utenti. Il caso napoletano offre allora uno spunto per riflettere sull’adeguatezza delle misure messe in campo per far fronte alle nuove forme di povertà.