povertà

E per questo hanno dovuto chiedere aiuto a oltre 2.000 realtà assistenziali. Rispetto al 2024 si registra un aumento dell'8,4% e a preoccupare è l'incidenza dei minori, che sono quasi 150.000. A dirlo è il 12° Rapporto sulla povertà sanitaria di Banco Farmaceutico.
L’attuale proposta presentata dalla Commissione prevede una maggiore centralizzazione per la gestione dei fondi e, quindi, un ruolo marginale degli enti regionali. Con un modello simile a quello del PNRR. Quali sarebbero pro e contro in ambito sociale? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti.
Carlo Cafiero, responsabile delle statistiche sulla insicurezza alimentare e sulla nutrizione all’interno della Divisione Statistica della FAO e membro dell’Advisory Board di DisPARI, affronta con noi la complessa questione della misurazione della povertà alimentare per poter correttamente quantificare il fenomeno e guidare le politiche di intervento.
Una revisione sistematica della letteratura sul contributo del Terzo Settore nel contrasto alla povertà ci restituisce un contributo rilevante di innovazione e prossimità, in particolare grazie a volontarie e volontari. Dinamiche positive che però portano con sé anche alcuni rischi.
Laddove mancano scuole, trasporti e opportunità culturali si generano circoli viziosi che ingigantiscono i divari tra persone e territori. Ma non si tratta di una condanna senza appello. In diverse zone del Paese la nascita di imprese di comunità sta permettendo di rispondere “dal basso” ai bisogni sociali apparentemente insormontabili.
Nascere a Milano o a Palermo, in una famiglia colta o con basso reddito, maschio o femmina: il destino socioeconomico di una persona in Italia nel 2025 è ancora fortemente condizionato da questi fattori di partenza. Dalla mobilità intergenerazionale bloccata ai divari territoriali e di genere nel lavoro, nel nostro Paese la mappa delle opportunità tutt’altro che uniforme.