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Il quarto Rapporto sulla contrattazione di secondo livello di Fondazione Di Vittorio mette in luce come, dopo un rallentamento nel periodo pandemico, le parti sociali abbiano fatto ricorso in maniera sistematica al welfare negli accordi aziendali e territoriali.
Il fenomeno è sempre più diffuso in tutto il Paese, ma è la Lombardia la Regione in cui ci sono il maggior numero di organizzazioni che prevedono misure di welfare per i propri collaboratori. Ad evidenziarlo è una recente ricerca di Assolombarda.
Se ne è discusso all'Università degli Studi di Milano durante un evento parte del Festival “Il Tempo delle Donne” del Corriere della Sera. A confrontarsi sul tema la nostra direttrice scientifica Franca Maino insieme a Maurizio Ferrera, Ilaria Madama, Claudia Moneta, Marzia Sica e Barbara Farina.
Microimprese e PMI hanno un ruolo cruciale nell’economia italiana. Ma devono superare i limiti imposti dalle loro dimensioni, attraverso reti, alleanze o piattaforme. Ne va del loro futuro.
Le imprese possono avere un ruolo importante nella promozione della genitorialità responsiva, per il sostegno alla natalità e per costruire le basi di una buona crescita per le bambine e i  bambini. Vediamo come.
Crescono i provider che spingono le imprese clienti a utilizzare le risorse del welfare aziendale, tra cui i fringe benefit, nei circuiti territoriali. Ma soprattutto tra le PMI è difficile superare diffidenze e resistenze.
Si tratta di strumenti regolati dalla stessa normativa fiscale del welfare aziendale, sicuramente molto presenti nella vita di lavoratori e lavoratrici, per cui rappresentano un'importante forma di integrazione del salario.
Dopo tanti interventi estemporanei, nell'attesa Riforma Fiscale potrebbero arrivare modifiche strutturali alla normativa sul welfare aziendale. Ci siamo confrontati con alcuni esperti per capire come interverrà il Legislatore e quali opportunità potrebbero esserci per le imprese che investono nel welfare.