digital welfare

Una sentenza della Corte costituzionale obbliga l’amministrazione pubblica di Bruxelles a garantire modalità di accesso anche non digitali ai suoi servizi. Sportelli fisici, contatti telefonici o via posta sono infatti cruciali per includere le persone più fragili.
Sono molte le sfide che il sistema sanitario, ormai irreversibilmente digitale, è oggi chiamato ad affrontare per continuare a rispondere ai bisogni delle persone. In questo quadro il ricorso alla blockchain può offrire risposte coerenti con l’idea di secondo welfare.
Una guida dedicata alla ricerca nei contesti digitali descrive i vantaggi che un ricorso integrato a metodi quantitativi e qualitativi può offrire alle fondazioni che desiderano basare i propri interventi sui dati e sulle prospettive provenienti dalle comunità in cui operano.
L’enorme potenziale dalla IA impone un approccio rigoroso: le scelte che incidono sulla salute delle persone devono infatti essere guidate da etica, trasparenza e controllo di appropriatezza. Anche per questo, secondo Antonio Monteleone, l'affidabilità dei sistemi IA richiede costante supervisione umana per garantire che dati e algoritmi siano ben gestiti, efficaci e sicuri.
L’adozione delle AI non è neutra e porta con sé un insieme di dicotomie che vanno individuate e rese visibili per tentare di risolverle. Questo vale anche e soprattutto in ambito sociale. Giorgio Merlo ci aiuta ad approfondirne alcune per capire come si possa governare questo grande cambiamento in atto.
La rivista Welfare e Ergonomia ha aperto una Call for Paper per il numero 1/2026, che ospiterà riflessioni, analisi e casi di studio su innovazioni, sfide e trasformazioni digitali nel campo del welfare. Studiosi e ricercatori possono mandare le proprie proposte entro il 25 settembre 2025.
Il progetto Non Profit Digital Leaders punta a formare oltre 5.000 volontari e operatori grazie alla guida dei cosiddetti Digital Leaders, che governeranno i processi per portare nuove conoscenze e competenze all’interno delle proprie organizzazioni. Parte del loro percorso di crescita sarà legato a una Comunità di pratica guidata da Tebat
Negli ultimi tre anni nell’ambito del programma ReadyForIT sono stati sperimentati gli Income Share Agreement, strumenti che supportano la formazione di giovani in difficoltà economica grazie a “investitori in capitale umano”. Abbiamo parlato di questi strumenti innovativi, e del loro impatto sulla logica di azione della Fondazione, con la Direttrice Generale Simona Torre.
Fabio Fraticelli, CEO di TechSoup Italia, ci racconta il progetto di trasformazione digitale che nel prossimo anno formerà oltre 5.000 operatori e volontari del mondo non profit attraverso più di 100.000 ore di formazione gratuita. “L’ambizione è diventare un caso studio di riferimento per l'intero settore”.
Promosso da TechSoup Italia - SocialTechno e sostenuto dal Fondo per la Repubblica Digitale, questo progetto intende aiutare le organizzazioni non profit a raggiungere la propria maturità digitale. Grazie all’approccio “Train the Trainers” punta a realizzare processi capillari e sostenibili, erogando oltre 100.000 ore di formazione a più di 5.000 operatori e volontari. E contribuirà anche Percorsi di secondo welfare.
Il Governo aveva previsto 70 milioni di euro per alimentare il fondo per le competenze digitali nel 2025. Poi li ha tagliati. L’operatività è garantita per quest’anno e il prossimo, ma quale sarà il futuro di questa importante partnership tra pubblico e privato sociale in un ambito in cui l’Italia è indietro?