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Aumento fringe benefit: dubbi anche dal mondo HR

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Serena Uccello sul Sole 24 Ore riporta i commenti di alcuni responsabili delle risorse umane circa l’aumento della soglia di defiscalizzazione dei fringe benefit di welfare aziendale a 3.000 euro. Uccello parla di un’accoglienza favorevole ma cauta. È infatti “apprezzato l’obiettivo di rafforzare la disponibilità di reddito dei lavoratori, ma si sottolinea l’urgenza di una stabilizzazione di questi strumenti“.

I motivi della cautela sono molteplici. Marina Verderajme, presidente nazionale di Gidp (Gruppo intersettoriale direttori del personale) parla dell’impossibilità di riaprire i tavoli negoziali coi sindacati per via dei tempi troppo stretti (la norma sarà valida solo fino a fine 2022). Marco Verga, direttore Sviluppo Persone & Organizzazione dell’Aeroporto Marconi di Bologna spiega che “se l’avessimo saputo prima avremmo potuto impostare una diversa strategia“. Sulla stessa linea Vincenzo Di Marco, direttore delle risorse umane del Gruppo Pellegrini, che però guarda già avanti:”se questa misura fosse resa strutturale, estesa a ogni forma di welfare aziendale e opportunamente commisurata alle retribuzioni, prevedendo un tetto o un décalage, avremmo un effetto immediato sul reddito”.

Matilde Marandola, presidente nazionale dell’Aidp (Associazione italiana per la direzione del personale) fa un passo in più: “sarebbe auspicabile un’ampia defiscalizzazione del costo del lavoro, sia nella parte strettamente retributiva, sia nella parte riguardante premialità, rimborsi delle utenze di acqua, luce e gas, buoni benzina, beni e servizi“.

Fringe benefit, i direttori Hr: misura positiva ma ora servono regole stabili
Serena Uccello, Sole 24 Ore, 18 novembre 2022