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Come si legge sulla relazione illustrativa del Dipartimento del Tesoro, l’evoluzione dei mercati finanziari, la riforma del sistema della previdenza complementare e il recepimento nel nostro ordinamento della direttiva europea sui fondi pensione (Direttiva 2003/41/CE – c.d. Direttiva EPAP) hanno reso necessaria una revisione del Decreto del Ministro del Tesoro del 21 novembre 1996, n. 703 che contiene le disposizioni vigenti sui criteri e sui limiti di investimento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di conflitti di interesse.

Il nuovo schema di regolamento ministeriale è in fase di consultazione pubblica sul sito del Dipartimento del Tesoro, fino al 29 giugno 2012, allo scopo di acquisire valutazioni, osservazioni e suggerimenti da parte dei soggetti interessati. Si tratta quindi di un testo, ancora modificabile in base alle indicazioni che giungeranno nelle prossime settimane, prossimo all’emanazione.

Negli ultimi vent’anni la finanza è molto cambiata ed è necessario apportare modifiche al vecchio regolamento, che esclude dai portafogli dei fondi pensione paesi emergenti, commodity e hedge fund. La riforma non riguarda però solo gli asset dei fondi pensione, ma anche le politiche di investimento e di controllo del rischio.

La riflessione circa l’opportunità di rivedere le regole attuali, basate su limiti quantitativi e vincoli percentuali, a favore di un approccio che aumenti la responsabilizzazione e la miglior capacità di gestione e controllo dei rischi, è iniziata da tempo. L’emanazione del decreto, atteso dal settore da diversi anni, è stata discussa più volte senza però mai completare l’iter legislativo. Già nel 2008 i fondi pensione auspicavano di poter ampliare la gamma di strumenti in cui investire, e avere maggiore libertà nelle scelte gestionali. Opportunità necessariamente accompagnate da una maggiore responsabilizzazione dei fondi in materia di controllo del rischio e da un più dinamico ruolo di vigilanza dell’operato da parte della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip). Sempre nel 2008, il parere del Forum per la Finanza Sostenibile evidenziava anche la necessità di introdurre nelle politiche di investimento la valutazione degli aspetti sociali, etici e ambientali, nel comune interesse dei fondi pensione e della società. Non solo per considerazioni di natura etica ma anche e soprattutto legate agli obiettivi generali di sana e prudente gestione già presenti nel “vecchio” 703, poiché – continuava il parere del Forum – i criteri ESG (Environment, Social and Governance) aiutano a valutare il profilo di rischio-rendimento del titolo.

Mentre l’attuale regolamento dispone precisi limiti agli investimenti – specificando le tipologie di attività finanziarie in cui il fondo può investire, fissando percentuali massime di investimento per ogni asset class, e verificando i risultati tramite benchmark – il nuovo decreto si baserà su maggiore attenzione alle capacità gestionali e ai processi di investimento. L’approccio “qualitativo” agli investimenti richiederà la crescita delle competenze tecnico- professionali all’interno dei fondi. Un puntuale risk monitoring è alla base di un più efficiente risk management, caratterizzato da professionalità, attenzione ai processi, e conoscenza e gestione dei rischi specifici.

L’investimento in strumenti negoziati nei mercati regolamentati dovrà essere prevalente, mentre nel caso delle quote di OICR, una serie di regole assicureranno il rispetto dei criteri di prudenza, efficienza e efficacia. Per quanto riguarda i limiti quantitativi, l’articolo 5 dello schema in consultazione indica i limiti agli investimenti: non oltre il 20% del patrimonio in fondi chiusi o alternativi (hedge), non oltre il 30% in strumenti finanziari non negoziati in mercati regolamentati, in merci non oltre il 5%, esposizione valutaria al netto di coperture entro il 30%. Si parla poi della possibilità di investire in paesi emergenti, finora preclusa ai fondi pensione italiani. In paesi non Ocse si potrà investire ma con un limite del 10% in strumenti finanziari emessi da soggetti appartenenti a un unico gruppo, e del 5% in strumenti emessi da un unico soggetto.

Venendo alla gestione dei conflitti di interesse, l’articolo 7 della bozza introduce l’obbligo di formulare per iscritto una politica di gestione dei conflitti adeguata alle proprie dimensioni e alla complessità della propria attività, in accordo con principi della direttiva MIFID, Markets in Financial Instruments Directive. Il testo affida infine alla Covip il compito di stabilire i casi in cui i limiti posti possano essere resi più stringenti o al contrario derogati, ad esempio per i fondi che dimostrino il know-how per il corretto monitoraggio di rischio e rendimento.

Riferimenti

Ecco i nuovi criteri e limiti di investimento dei fondi pensione
Marco lo Conte, Il Sole 24 Ore, 30 maggio 2012

Casse e Fondi, stesse regole
Salvatore Padula, Il Sole 24 Ore, 10 maggio 2012

Si riprova a riformare i criteri di investimento dei fondi pensione
Marco lo Conte, Il Sole 24 Ore, 8 gennaio 2011

Consultazione sullo schema di regolamento ministeriale recante norme sui criteri e i limiti di investimento delle risorse dei fondi pensione e sulle regole in materia di conflitti di interesse

La segnalazione sul sito Mefop

Parere dato nel 2008 dal Forum per la Finanza Sostenibile

Entro fine anno il testo del nuovo 703
Simona Ciamaritario, Il Sole 24 Ore, 24 settembre 2011

Previdenza complementare. Il nuovo decreto 703 al vaglio del prossimo Governo
Marco lo Conte, Il Sole 24 Ore, 13 marzo 2008

Quanto può rischiare un fondo pensione
Riccardo Cesari, lavoce.info, 8 gennaio 2008

Per sapere di più sulla Direttiva EPAP, il sito di Mefop, Società per lo sviluppo del Mercato dei Fondi Pensione

Per sapere di più sulla MIFID:

il sito di Borsa Italiana

il sito dell’Unione Europea

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