Opinioni

Il nostro Paese sta invecchiando e si sta impoverendo: i recenti dati dell’Istat descrivono una società sempre più disgregata in cui la disuguaglianza aumenta, lasciando ai margini un numero crescente di persone. Ma secondo Giorgio Vittadini, trattandosi di problemi che non hanno a che fare con prossime elezioni, viene il sospetto che si stia mettendo la testa sotto la sabbia, semplicemente ignorando la questione.
In Germania un gruppo di cooperative elettriche tedesche, danesi, italiane e belghe si sono riunite per confrontarsi con alcune omologhe organizzazioni statunitensi. Gianluca Salvatori ci ha descritto il contributo fornito da Euricse, a cui è stato chiesto un contributo sull'evoluzione delle cooperative elettriche in funzione dello sviluppo di comunità, per integrare la gestione di un'infrastruttura importante, come quella energetica, con ulteriori servizi di pubblico interesse, sempre in forma cooperativa.
Le cooperative non sono diverse dalle altre imprese nel bisogno di innovazione, ma lo possono essere nel perché e nel come innovare. La Guida all’open innovation per imprese cooperative - realizzata da Confcooperative Emilia-Romagna, in collaborazione con Irecoop, AICCON e Social Seed, nell’ambito del progetto CoopUP IN - è pensata per creare un ponte tra le prassi cooperative e i metodi di open innovation.
Preoccuparsi per il futuro dei giovani e la sicurezza degli anziani è più che normale in tempi di crisi. Occorre però evitare che le preoccupazioni si trasformino in lamentazioni intrise di pessimismo e sorde all’evidenza empirica. Purtroppo il dibattito italiano indulge spesso a questa brutta abitudine, soprattutto quando si parla di mercato del lavoro e di previdenza. Nel loro nuovo volume Del Boca e Mundo mostrano come gran parte dei lamenti in circolazione siano appunto esagerati e quasi sempre infondati. Fuori linea rispetto ai dati empirici.
Il futuro del lavoro non è mai stato tanto arduo da prevedere. Eppure ogni volta la nascita di nuovi lavori ha finito per compensare nel medio-lungo termine l’estinzione di attività tradizionali provocata dall’introduzione di nuove tecnologie, il più delle volte migliorando la stessa qualità delle condizioni di lavoro. Gianluca Salvatori, Amministratore Delegato di Euricse, offre alcuni spunti emersi nel orso di una recente conferenza dell'International Labour Organization delle Nazioni Unite su questi temi.
Garanzia Giovani in Italia è stata per molti un insuccesso, complici obiettivi troppo ambiziosi, tempi strettissimi, una situazione di partenza da ‘anno zero’, il contesto di incertezza politico-istituzionale e la crisi economica persistente. In Campania, tuttavia, il programma è stato percepito come una "finestra di opportunità" importante: una sfida per avviare un cambiamento nell’approccio al problema e, forse, nello "stile" di realizzazione degli interventi.
La riforma delle politiche attive del lavoro è stata descritta da molti commentatori attraverso la metafora della "terza gamba del Jobs Act". A due anni dall'introduzione dei contratti a «tutele crescenti», il cambiamento delle politiche attive del lavoro in Italia appare ancora lontano dall'essersi realizzato. Al di là degli annunci, la concreta realizzazione delle norme adottate presenta infatti un ritardo significativo. Ma le novità introdotte sembrano comunque rilevanti.
Un database nazionale di riferimento con oltre 662.000 PMI, oltre 3.400 aziende analizzate e 109 imprese top performer approfonditamente studiate per la completezza delle loro esperienze di Welfare Aziendale: sono questi i principali numeri che qualificano il Rapporto 2017 “Welfare Index PMI” che, con la sua seconda edizione, realizza la più strutturata analisi del panorama nazionale del Welfare Aziendale attivo nelle piccole e medie imprese.
Il 15 marzo a Roma è stato presentato lo studio di fattibilità realizzato da Human Foundation e Fondazione Sviluppo e Crescita CRT sui nuovi strumenti finanziari pay-by-result per sostenere programmi di reinserimento sociale e lavorativo di persone detenute. L’obiettivo dello studio è di mettere in relazione risultati sociali, come l’abbassamento del tasso di recidiva, con potenziali risparmi a favore dell’amministrazione della giustizia, offrendo spunti per realizzare strade innovative che rispondano ai nuovi bisogni sociali.
Il Consiglio dei Ministri del 9 marzo ha approvato lo statuto della Fondazione Italia sociale, ente previsto dalla legge di riforma del Terzo settore per promuovere l’aggregazione e l’utilizzo di risorse e competenze provenienti da attori pubblici, privati e non profit. In attesa di capire meglio struttura e modus operandi che assumerà questo nuovo soggetto, è impossibile non notare diversi punti di contatto con altre realtà che già operano in diversi territori del nostro Paese: le fondazioni di comunità.
Con l'approvazione della legge delega per la prima volta l’Italia si è dotata di una misura strutturale di contrasto alla povertà: il Reddito di Inclusione. Stiamo assistendo a un passaggio storico, ma rimane da capire se questa misura riuscirà o meno a diventare universale e a raggiungere quindi tutte le persone in povertà assoluta. In sostanza se l’obiettivo è che l’Italia, come il resto dei Paesi europei, si doti di una misura di reddito minimo, è necessario che la legge delega sia il punto di partenza di una politica nazionale che deve ancora svilupparsi e consolidarsi.
Mentre agricoltura e industria sembrano aver individuato più chiaramente percorsi di gestione del cambiamento capaci di ricombinare tecnologia e componente umana, l’economia dei servizi fatica ad assorbire l’impatto tecnologico per farne innovazione sociale e sviluppo economico. Come affrontare questa sfida senza cadere nella "trappola dei servizi"? Ne riflettono Paolo Venturi e Flaviano Zandonai in questo approfondimento. Che tra l'altro segna l'avvio della collaborazione tra Tempi Ibridi e Percorsi di secondo welfare.
Nel dibattito politico italiano l’ipotesi di istituire il reddito di cittadinanza sta sicuramente prendendo campo ben oltre il Movimento Cinque Stelle che pure ne ha fatto da tempo la sua bandiera. Il guaio è che, come spesso avviene nella nostra litigiosa arena politica, passa in secondo piano l’approfondimento sul come, il quanto e la platea che ne dovrebbe usufruire. Serve quindi che chiunque abbia intenzione di formulare ipotesi in tal senso chiarisca se questo sono compatibili con i fragili equilibri della nostra finanza pubblica
Sul Jobs act è in atto un vero e proprio tiro al piccione. Eccettuati (alcuni) esperti, gli unici a parlarne bene sono ormai i commentatori stranieri. Dal dibattito politico nazionale solo critiche. In parte si tratta di mosse tattiche in vista delle scadenze elettorali. Una sindrome auto-lesionista che secondo Maurizio Ferrera non ci consente di cogliere i progressi lenti e graduali, svaluta il pragmatismo e alimenta la sfiducia dei cittadini.
Per affrontare l'ormai cronica emergenza del lavoro la Regione Calabria ha varato un piano da 280 milioni di euro che, coinvolgendo privato sociale, terzo settore e organizzazioni datoriali, vuole incrementare l'occupabilità di giovani, donne, soggetti vulnerabili. Il piano è strutturato in differenti azioni che racchiudono altrettanti progetti di politiche attive, frutto di un lavoro sinergico tra la Regione e partenariato sociale. Ce lo spiega Federica Roccisano, Assessore a Scuola, Lavoro, Welfare e Politiche giovanili.
Lo sviluppo e la diffusione del welfare aziendale ha creato un nuovo canale di business per molte società e, negli ultimi anni, si è creato un vero e proprio "settore" di mercato. Questo ha portato alla comparsa delle prime gare d'appalto private: una delle più rilevanti che ha riguardato il settore del welfare aziendale certamente è quella di recente indetta da ENI. In questo approfondimento ce ne parla Giovanni Scansani.
L'educazione all'imprenditorialità rappresenterà una delle 10 azioni che saranno varate dal MIUR nell'ambito del nuovo piano "Scuola aperta, inclusiva e innovativa". Sul piatto verranno messi complessivamente 830 milioni di euro, 50 dei quali saranno destinati appunto alla formazione dei nuovi imprenditori, con attenzione a tutte le sue dimensioni: quella classica, quella a finalità sociale, quella cooperativa e di comunità.
La ricognizione sui «vinti della globalizzazione» non può essere completa se si omette di ricordare come negli anni della Grande Crisi si sono creati fenomeni di polarizzazione che non possono essere sintetizzati nella mera formula dell’arricchimento dei "Paperoni". La mappa delle disuguaglianze e delle contraddizioni sociali deve lasciar spazio a una ricognizione puntuale e all’individuazione di policy su misura, quasi sartoriali.
Poiché il movimento B-Corp sta iniziando a contagiare anche il nostro Paese appare interessante capire quali sono le ragioni che possono spingere le aziende ad intraprendere tale scelta. A questo scopo, Alice Pellegatta ha condotto una ricerca su 11 società americane certificate B Corp (alcune delle quali sono anche Benefit Corporation) alle quali è stato sottoposto un questionario di stampo qualitativo nel tentativo di capire i driver, i benefici e le difficoltà che possono emergere lungo il percorso.
Ci sono persone che vivono in strada 365 giorni all'anno. Poi, in inverno, alcune di loro muoiono e tutti parlano di emergenza. Quando passerà il gelo, però, torneranno tutti invisibili. Fio.PSD vuole essere una voce fuori dal coro e sostenere che, se adeguatamente supportati da una strategia di uscita dal circuito dell’emergenza, da servizi innovativi basati sulla presa in carico professionale e su progetti personalizzati, della cosiddetta emergenza freddo si può non morire.
Il Segretario Confederale Cisl, responsabile Politiche Sociali, Maurizio Bernava lancia un appello perchè, nonostante la crisi post-referendaria, si dia seguito alle misure organiche sulla povertà definite dal dimissionario Governo Renzi. La Cisl si è rivolta direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affinché ponga davanti al Senato l'urgenza di approvare definitivamente le norme sulla povertà.
Una dei pochi tratti costanti della politica italiana è stata l’"àncora" europea. Una scelta che ci ha ripagato in termini di sicurezza, prosperità, modernizzazione istituzionale. Il referendum del 4 dicembre determinerà se, per la prima volta, nel nostro Paese prevarrà un fronte dichiaratamente euro-scettico. Se prevarrà il no, da un lato, c'è il rischio di un completo disancoramento dalla UE e l’inizio di una navigazione senza bussola, fuori dall’euro. Dall’altro lato, un commissariamento esterno da parte della Troika.
La legge di stabilità 2017 predisposta dal Governo Renzi, attualmente in discussione in Parlamento, è ricca di bonus e sostegni monetari alle famiglie, ai lavoratori ed ai pensionati. Questo genere di interventi ha caratterizzato negli ultimi anni le politiche pubbliche, aggiungendosi ad un sistema di welfare sociale già molto sbilanciato sul fronte dei trasferimenti monetari. Ma siamo sicuri che questi interventi siano adeguati per il nostro Paese?