Dossier

E’ ormai chiaro che il welfare non è competenza esclusiva del settore pubblico, ma coinvolge anche mercato, terzo settore e reti informali. Uno dei principali obiettivi della ricerca nel campo delle politiche sociali è fare chiarezza sui nuovi soggetti e le nuove dinamiche che si affacciano nell'arena del welfare approfondendo i ruoli e le attività dei diversi attori, compresi i privati, come le imprese. In questo contributo Paolo Pantrini prova a definire meglio cosa sia la RSI, tratteggiandone le principali tappe delle policy europee in questi campi.
È stata finalmente diffusa la relazione illustrativa sulla Legge di Stabilità 2016. Le prime anticipazioni sul disegno di legge, affidate dal Presidente Renzi a 25 tweet, prevedevano anche il rilancio della contrattazione di secondo livello e nuovi interventi in ambito di welfare aziendale. La relazione illustrativa conferma la presenza di questi temi all’interno della Legge di stabilità, e individua l’art. 12 come il “contenitore” delle questioni legate a produttività e welfare, ma cosa c'è davvero nel testo?
Nei giorni scorsi il Governo ha annunciato importanti novità sul fronte del welfare aziendale. Ci aspettiamo che, finalmente, saranno introdotte le modifiche alla normativa fiscale che disciplina il trattamento fiscale dei benefit offerti dalle aziende ai propri dipendenti. Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi è datato, ed è cruciale aggiornare la normativa e andare verso una sua semplificazione perché sia facilmente comprensibile e utilizzabile da aziende e rappresentanti dei lavoratori. Vi spieghiamo i problemi della legislazione attuale e le proposte avanzate per il migliorarla.
Vi raccontiamo la sessione conclusiva delle Giornate di Bertinoro dell’Economia Civile 2015, dedicata al tema “Generare e misurare l’impatto sociale”. Nel corso della mattinata è stata presentata la pubblicazione “Valutare l’impatto sociale. La questione della misurazione nelle imprese sociali” curata da Paolo Venturi e Sara Rago di AICCON. Poi un bel dibattito a partire dagli spunti della ricerca, cui hanno partecipato Luigino Bruni, Mario Calderini, Elena Casolari, Maurizio Gardini, e Tiziano Vecchiato, coordinati dall'inossidabile Stefano Zamagni.
La promozione del volontariato tra i giovani ha impatti positivi sia per la comunità che per le organizzazioni, oltre che per i giovani stessi. A partire dalla presentazione del progetto “Giovani e Volontariato in 3D”, realizzato nelle scuole del territorio di Piacenza, andiamo a verificare la fondatezza di queste affermazioni, per poi allargare lo sguardo sul più ampio orizzonte del volontariato giovanile in Italia, che è stato recentemente analizzato in alcune ricerche condotte da CSVnet.
Nel corso delle ultime settimane vi abbiamo raccontato di ProWelfare, studio che ha mappato l’offerta di Welfare Occupazionale Volontario in Europa mettendo a confronto otto Stati membri. Questa settimana vi presentiamo il caso del Belgio dove il WOV è unicamente integrativo rispetto al sistema pubblico: la legge belga non prevede infatti forme obbligatorie di previdenza privata e tutto è lasciato all’iniziativa delle parti sociali.
Grazie alla possibilità di scegliere le regioni di destinazione, per la prima volta le migrazioni interne diventano parte di una politica attiva volta a favorire l’occupabilità dei giovani. I flussi migratori interni stanno infatti raggiungendo numeri significativi, ma rimane spazio per realizzare un salto di qualità con politiche attive di investimento nell’innovazione e nel capitale umano e di incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Continuano i nostri approfondimenti sulla diffusione del WOV, il welfare occupazionale volontario. Questa settimana vi raccontiamo del caso italiano, dove il WOV, se da una parte sta colmando le lacune del welfare pubblico, dall’altra sta causando un’ulteriore accentuazione delle differenze tra lavoratori e disoccupati e tra categorie occupazionali, poiché sviluppatosi in un mercato del lavoro e in un sistema di welfare già segnati dal dualismo, sia in termini di accesso ai servizi, sia in termini di differenze territoriali. Centrale si rivela il ricorso al bilateralismo nell’ideazione e gestione di questo tipo di prestazioni.
Continuano gli approfondimenti sui Paesi al centro di ProWelfare, ricerca che analizza la diffusione del WOV - Welfare Occupazionale Volontario, cioè di quelle prestazioni di welfare offerte ai lavoratori a seguito di contrattazione fra le parti sociali o come prodotto di un’iniziativa unilaterale dei datori di lavoro. Questa settimana ci occupiamo del caso della Germania, dove il WOV rappresenta un fenomeno di lunga durata e non un processo recente legato alla crisi economica o agli sviluppi politici contemporanei.
Sul tema dell'impact investing e di social impact bond c’è chi si dimostra entusiasta e chi invece fortemente scettico. Giulio Pasi procede ad una attenta rassegna dei contenuti e degli argomenti riportati in un breve saggio di Rangan e Chase sulla Stanford Social Innovation Review, insieme alle due risposte che lo accompagnano, una a firma di Overholser e l’altra offerta da Palandjian e Shumway.
Il report di ProWelfare sul caso austriaco mostra una dinamica molto interessante. Data la generosità del sistema pubblico di protezione sociale e dato il forte coinvolgimento delle parti sociali nella realizzazione dello stesso, il WOV risulta residuale. Tale fatto, tuttavia, non ha inciso negativamente sullo sviluppo di politiche sociali efficaci ed efficienti in tema di sanità, conciliazione e formazione professionale.
Il report svedese del progetto ProWelfare si basa principalmente sull’analisi dei dati secondari disponibili e degli accordi collettivi. Questi ultimi si configurano come la principale fonte di Welfare Occupazionale Volontario nel Paese scandinavo, dove componenti sindacali e aziendali, per ragioni diverse, sono ampiamente impegnate nella promozione di misure integrative del sistema pubblico di protezione sociale.
Grazie al contributo del Bando Welfare in Azione 2014 di Fondazione Cariplo, in provincia di Cremona è stato sviluppato un interessante progetto che affronterà il tema della vulnerabilità attraverso supporti materiali ma anche, e soprattutto relazionali, per trasformare il welfare del territorio dando vita a un modello in grado di investire sulla capacità delle persone, attraverso azioni di responsabilizzazione, attivazione e inclusione.
Per analizzare il Welfare Occupazionale Volontario gli autori del rapporto britannico hanno utilizzato principalmente dati statistici secondari, sia europei che nazionali. L’analisi dei contratti collettivi è stata invece piuttosto limitata, poiché si tratta di uno strumento raramente utilizzato dalle parti sociali per regolare l’offerta di WOV. Ecco i principali risultati.
il Comune di Milano ha rinnovato l’accordo relativo al canone concordato. Con questo provvedimento, unitamente agli incentivi offerti dall’Agenzia Sociale Milano Abitare, si cercherà di promuovere soluzioni calmierate per contrastare il disagio abitativo della città. L’accordo apre comunque scenari interessanti riguardo alle iniziative che gli enti locali possono intraprendere in materia di politiche abitative.
Fondazione Welfare Ambrosiano ha presentato le attività dell’Agenzia Sociale per la Locazione Milano Abitare, ente nato grazie alla collaborazione con il Comune di Milano per sviluppare iniziative a sostegno di soluzioni abitative calmierate nel territorio. Compito dell’Agenzia è favorire l’incontro tra gli inquilini con fasce di reddito intermedio e i proprietari di alloggi disposti a darli in locazione a canone concordato.
La Comunità Emmanuel è un’associazione ecclesiale cattolica, d‘ispirazione gesuitica, nata nel 1981 e caratterizzata da un forte impegno sociale. Nel 2010 ha fondato a Lecce un emporio solidale per contrastare la dilagante povertà alimentare, la cui caratteristica essenziale è la logica di rete che anima ogni aspetto degli interventi. Vi raccontiamo come funziona.
Il progetto #Oltreperimetri si rivolge alle "nuove" persone in condizione di vulnerabilità residenti nel territorio del Rhodense, area nord dell'hinterland milanese. L'iniziativa, realizzata grazie alle risorse del Bando Welfare in Azione 2014 di Fondazione Cariplo, mira all'ampliamento, appunto, dei perimetri entro cui le persone vulnerabili possano accedere a sistemi di protezione sociale adeguati alle loro necessità.
Il welfare aziendale in Toshiba T&D, multinazionale nel campo dell’energia attiva nel settore delle sottostazioni elettriche, è stato introdotto per la prima volta nel 2014. Tre gli obiettivi dichiarati del piano: l’aumento della produttività dei lavoratori, il miglioramento del clima aziendale e il risparmio fiscale. Un esempio che dimostra come il welfare aziendale possa essere realizzato anche dalle PMI.
Dopo le esperienze di Lecco, Sondrio, Milano e Magenta vi raccontiamo come a Lodi, grazie alle risorse del Bando Welfare in azione 2014 di Fondazione Cariplo, sia stato avviato un interessate progetto di welfare comunitario orientato a sostenere le famiglie in difficoltà. Avviato dal Comune di Lodi, in partnership con decine di altre organizzazioni del territorio, l'iniziativa interessa ben 62 Comuni della provincia.
Il community welfare è un riferimento sempre più frequente nelle proposte di riforma del welfare. Proviamo allora a esplicitarne i nodi concettuali analizzando l’applicazione del community welfare nei servizi di cura come soluzione per fronteggiare le sfide derivanti dalla crescita e differenziazione della domanda di cura, fattori che rendono inadeguate ed economicamente insostenibili le risposte fornite dallo stato sociale.
L'Istat ha pubblicato la ventitreesima edizione del Rapporto che, come ogni anno, accende i riflettori sulla situazione socio-economica del Paese. L’indagine restituisce la fotografia di un'Italia in chiaroscuro, in cui convivono timidi segnali di ripresa del ciclo economico ma in cui permangono numerosi elementi critici, primo fra tutti la polarizzazione territoriale fra Nord e Sud.
Nel Magentino un numero molto significativo di attori del territorio, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, hanno scelto di mettersi in rete per rispondere alle esigenze delle famiglie con figli piccoli, coordinando le loro attività per sviluppare servizi più partecipati e condivisi. Le attività del progetto interesseranno 13 comuni dell’area, dove vivono poco meno di 130.000 persone.