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Nell’ambito del confronto con la Regione Lombardia sul riordino del sistema sanitario regionale, i sindacati CGIL, CISL e UIL avevano unitariamente assunto l’impegno di individuare misure per rivedere il costo ed il sistema della compartecipazione alla spesa sanitaria e socio-sanitaria sostenuta dalle famiglie lombarde.

Attualmente in Lombardia le prestazioni soggette a ticket sono la specialistica ambulatoriale, gli accessi al pronto soccorso con codice bianco, le cure termali e l’assistenza farmaceutica territoriale. Per le prestazioni di diagnostica strumentale e specialistica ambulatoriale l’importo massimo per ricetta è fissato a 36 euro. Secondo quanto previsto all’art.17 c.6 del Decreto Legge 98/2011 convertito in legge 111/2011, è stato introdotto un ticket aggiuntivo (super ticket), che in Lombardia varia proporzionalmente al valore della prestazione e che va da 0 a 30 euro.

Secondo i dati forniti dalle rappresentanze sindacali, nel 2014 i cittadini lombardi, per la spesa farmaceutica, hanno pagato 260.247.588 euro per ticket sui farmaci, mentre la spesa a carico dei cittadini per prestazioni specialistiche ambulatoriali è stata nel 2014 di 488,7 milioni di euro. Il trend va dunque oltre 750 milioni annui di compartecipazione da parte dei cittadini.

Per approfondire meglio questa tematica, abbiamo intervista Paola Gilardoni che, nella sua funzione di segretaria USR CISL Lombardia, sta seguendo da vicino la questione.

 

Secondo la Regione, l’attuale sistema di compartecipazione, attraverso il pagamento dei ticket e dei super-ticket, è stato introdotto con la finalità di promuovere la consapevolezza del costo delle prestazioni e quindi di favorire l’appropriatezza della richiesta da parte dei cittadini. Quali sono state le conseguenze effettive di questo sistema?

La rimodulazione del super ticket individuata da Regione Lombardia è diventata non soltanto uno strumento di selezione della domanda ma, come evidenziato da diverse ricerche, è stata causa di rinuncia alle prestazioni sanitarie da parte dei cittadini che vivono in condizioni di svantaggio socio-economico. Oltre a rappresentare un costo troppo oneroso per le famiglie, tale compartecipazione ha prodotto un effetto distorsivo nel sistema, poiché il costo sostenuto dal cittadino per l’acquisto di talune prestazioni risulta uguale (ed in alcuni casi superiore) a quello praticato per analoghi interventi da parte di strutture sanitarie private non accreditate Tale fenomeno sta favorendo l’acquisto di prestazioni da strutture sanitarie non accreditate con le ASL Lombarde, rischiando di compromettere gravemente il sistema sanitario pubblico e accreditato e la garanzia dei livelli di assistenza.

Attualmente il sistema di compartecipazione rimodulato da Regione Lombardia rappresenta un importante gettito tributario che concorre al finanziamento del SSR. In alternativa all’attuale compartecipazione, come prevedete di recuperare le risorse necessarie al sistema sanitario regionale?

Per recuperare le risorse sarebbe opportuno, in alternativa al sistema di compartecipazione, portare a compimento il percorso di spending review e di efficientamento del sistema avviato, anche attraverso interventi di riorganizzazione, come d’altro canto già previsto dalla normativa.

Allo stato dei fatti, qual è l’intervento richiesto dai sindacati a Regione Lombardia?

Con l’avvio del riordino del sistema sanitario e stante gli impegni più volte dichiarati da Regione Lombardia, riteniamo non più rinviabile un intervento di riduzione della compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini lombardi. Abbiamo chiesto l’eliminazione del super ticket ed un ampliamento e ridefinizione complessivo del sistema delle esenzioni attualmente in vigore.

Quali sarebbero i vantaggi dell’eliminazione dei super ticket per la cittadinanza?

Per le famiglie lombarde, che pagano i ticket sanitari, per il solo effetto di eliminazione del super ticket, ci sarebbe una minor spesa di circa 130 milioni di euro l’anno (fonte Regione Lombardia). L’eliminazione del super ticket può favorire inoltre un effetto virtuoso nella competizione tra i diversi soggetti erogatori di prestazioni sanitarie, inducendo il cittadino a scegliere il luogo in cui farsi visitare e curare in relazione alla qualità delle prestazioni ed in considerazione dei tempi di attesa e non soltanto per il loro costo.

E per quel che riguarda l’attuale sistema di esenzioni, qual è l’opinione del sindacato?

Il sistema di compartecipazione va combinato con un sistema di esenzioni equo, sostenibile e coerente con l’esigenza di assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza lombardi a tutte le persone. Pertanto oltre alle attuali categorie di persone esenti dai ticket sui farmaci e visite ed esami proponiamo di aggiungere un’ulteriore categoria di beneficiari: i cittadini con reddito del nucleo familiare inferiore o uguale a 30.000€/annui.

Quale è stata la reazione di Regione Lombardia di fronte alla vostra proposta?

Riteniamo importante aver presentato una proposta unitaria come rappresentanze sindacali. Attendiamo ora di capire se ci sono le condizioni, a partire da adeguate risorse, per discutere con la Regione ed arrivare a individuare misure concrete e di reale sostegno per le famiglie lombarde.

 

Riferimenti

Consiglio Regione Lombardia – Riforma del sistema socio-sanitario lombardo

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