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Il Decreto Rilancio ha destinato 734 milioni di euro aggiuntivi all’assistenza domiciliare integrata (Adi) – di titolarità delle ASL – per il 2020. I fondi si riferiscono al secondo semestre dell’anno in corso, quando gli stanziamenti disponibili raddoppieranno rispetto ad oggi. Diversi elementi lasciano supporre che, nei prossimi mesi, la nuova dotazione di risorse potrebbe essere resa strutturale. Se così fosse, comincerebbe una nuova fase per il finanziamento del settore. Ne parla Cristiano Gori, docente presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, in questo articolo uscito per la piattaforma "I Luoghi della Cura".

La maggiore attenzione ricevuta dall’assistenza territoriale a seguito della pandemia si riflette nell’allocazione delle risorse che il Decreto Rilancio riserva al Fondo Sanitario Nazionale. Questo settore, infatti, riceve quasi il 40% dei 3,25 miliardi di Euro complessivamente dedicati alla sanità, pari a 1,25 miliardi. I restanti stanziamenti sono assegnati ai servizi ospedalieri e a nuovi investimenti sul personale (figura 1).

La parte principale delle risorse per il territorio serve a rafforzare le attività tradizionali di cure domiciliari previste dai Lea (alle quali sono destinati 734 milioni); si tratta, in altre parole, di un rilevante stanziamento per quelli che sono perlopiù denominati servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (Adi) delle ASL.

La seconda voce di spesa per il territorio sono gli infermieri di famiglia/comunità (332 milioni), seguiti dal telemonitoraggio (72 milioni) e dalle Unità Assistenziali di Continuità Assistenziale (Usca) (61 milioni). Quote minori di risorse vengono destinate ad altre voci (figura 1, parte destra).

Figura 1. Le risorse del Decreto Rilancio per il SSN nel 2020 (milioni di Euro)

Fonte: elaborazione dell’autore

Le maggiori risorse per l’Adi

Per valutare il nuovo stanziamento destinato all’Adi mettiamolo a confronto con la spesa attuale. Nel 2017, dato più recente, le Regioni hanno complessivamente destinato all’assistenza domiciliare delle ASL circa 1,5 miliardi di Euro1. L’investimento su questa voce, rapportato ad ogni anziano over 65, è estremamente variabile, dai 67€ della Campania ai 251€ dell’Emilia-Romagna.

Tenendo in considerazione il dato nazionale, le cifre parlano chiaro: la spesa attuale è 1,5 miliardi e il nuovo finanziamento ammonta a 734 milioni. Se quest’ultimo coprisse un intero anno solare, si tratterebbe di un incremento del 49%, quasi la metà. Invece, i 734 milioni sono riservati al 2020 e, venendo stanziati a maggio, di fatto si riferiscono solo alla seconda parte dell’anno. Le risorse disponibili per il secondo semestre del 2020, dunque, di fatto raddoppiano.

La durata dei finanziamenti

Le risorse aggiuntive rese disponibili, d’altra parte, coprono esclusivamente il 2020, coerentemente con la logica dell’emergenza che segna l’intero Decreto; infatti, tutti i nuovi fondi lì previsti riguardano l’anno in corso. Per alcune delle voci dell’assistenza territoriale toccate dal Decreto Rilancio è esclusa la possibilità di un rifinanziamento nel 2021. Per altre, tra le quali gli infermieri di famiglia/comunità e, appunto, l’Adi, lo Stato non stanzia oggi le risorse necessarie ma autorizza le Regioni a ripetere le spese aggiuntive del 2020 e, anche, nel 2021.

Autorizzare una spesa aggiuntiva senza prevedere il relativo finanziamento vuol dire attribuire una priorità in caso di incremento complessivo delle risorse. È come se lo Stato dicesse alle Regioni: “Ora finanziamo l’Adi aggiuntiva solo per il 2020, ma se incrementeremo il Fondo Sanitario Nazionale anche a partire dal 2021 la conferma di questo nuovo finanziamento avrà priorità”.

Conclusioni. In attesa degli eventi

Le scelte del Decreto Rilancio non si prestano ad alcuna valutazione definitiva. Infatti, solo gli eventi dei prossimi mesi permetteranno di formulare un giudizio compiuto sulle novità qui discusse. L’auspicio è che l’investimento nell’Adi previsto nel Decreto costituisca il primo passo di un percorso che conduca a rendere strutturale l’incremento di fondi attualmente previsto per il solo 2020.

L’ “ipoteca” di eventuali nuove risorse del Fondo Sanitario Nazionale mostrata sopra servirebbe, in tale prospettiva, ad aprire una strada in questa direzione. In effetti, come mostra l’altro articolo, esistono rilevanti probabilità che a breve si rendano disponibili ulteriori risorse per il Fondo Sanitario Nazionale. Attenzione, però. Se lo scenario ipotizzato diventasse realtà, l’esigenza di definire un preciso progetto per il futuro della domiciliarità in Italia risulterebbe ancora più urgente.


1 elaborazione dell’autore su dati Banca Dati Amministrazioni pubbliche (BDAP) tratti dai modelli dei costi per livello di assistenza (LA), voce “Assistenza programmata a domicilio (ADI)”, anno 2017.