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Si trova a Torino A Casa di Zia Jessy, un “condominio solidale” dove convivono generazioni, culture e percorsi di vita diversi. Uno spazio dove trovare un alloggio temporaneo durante una fase di fragilità o mentre si ricerca la propria autonomia. Ma anche un interessante esempio di secondo welfare nato dalla collaborazione tra Comune, Compagnia di San Paolo e Terzo Settore.

Il progetto

A Casa di Zia Jessy nasce grazie ad un bando del Comune di Torino per la gestione sociale di uno stabile di proprietà comunale situato nella Circoscrizione Due della città, ai margini delle zone Crocetta e Santa Rita, in un’area residenziale con un tenore di vita medio alto e con la più alta percentuale di popolazione anziana. Popolazione che, a causa della scarsità di esercizi commerciali e servizi – si tratta di un quartiere, appunto, residenziale – si trova un po’ in isolamento.

Il “condominio solidale” è composto da 30 bilocali di dimensioni contenute di cui 18 abitati da anziani inseriti nell’edilizia popolare, 8 dedicati agli ospiti temporanei – genitori soli, prevalentemente donne con figli, giovani tra i 18 e i 32 anni e donne sole – e 4 riservati alle famiglie affidatarie. Si tratta di nuclei o persone singole, scelti a seguito di un percorso di conoscenza effettuato da operatori dei Servizi Sociali ed economicamente autonomi, che accompagnano e affiancano durante il periodo di permanenza in condominio gli ospiti temporanei. Il Comune di Torino riconosce loro un contributo forfetario mensile a titolo di rimborso per l’affidamento residenziale delle donne con figli minori e dei giovani fino ai 21 anni d’età che abiteranno negli 8 alloggi.

Il piano terreno è invece completamente destinato a servizi e funzioni collettive: una metà circa costituisce il “soggiorno comune” del condominio solidale, un ampio locale polivalente più una cucina comune ed un locale per il gioco dei bambini; l’altra metà è destinata allo “spazio anziani” – a carico della Circoscrizione 2 della città di Torino – aperto a tutti gli ultrasessantacinquenni del quartiere, dove vengono fornite prestazioni assistenziali, quali doccia assistita, lavanderia e stireria, pedicure e parrucchiera.

Gli obiettivi: sostegno alle fragilità temporanee, integrazione, servizi al territorio

Il principale obiettivo è di intervenire sulle fragilità temporanee legate soprattutto ad una fase della vita fornendo agli utenti un alloggio per il tempo necessario al superamento della fase di crisi personale e al conseguimento della definitiva autonomia. L’accoglienza può durare quindi un periodo massimo di 18 mesi (discorso che ovviamente non vale per gli alloggi destonati agli anziani, che, invece, vengono gestiti secondo la prassi dell’edilizia residenziale popolare).

Il progetto promuove inoltre una nuova modalità di abitare, quella del “condominio solidale”, basata sul mutuo aiuto da parte dei diversi inquilini in un contesto di multigenerazionalità e multiculturalità incoraggiato dalla partecipazione ad attività di socializzazione e alla condivisione di spazi comuni: si offre così ai “nonni” l’opportunità di prendersi cura dei “nipoti”, facilitandone il mantenimento in attività e l’inserimento sociale nel contesto urbano e una buona integrazione con gli abitanti, e alle mamme una situazione di maggior tranquillità per loro e per i loro figli, nel corso del reinserimento sociale rappresentato dalla ricerca di un lavoro e di una collocazione abitativa stabile, coadiuvate dagli educatori. La convivenza non si rivela sempre facile, ma anche imparare a confrontarsi, a convivere e scontrarsi con opinioni e esigenze diverse rafforza l’empowerment degli utenti. Nessuno è semplicemente ospite o fruitore della struttura, ma ne diventa una parte integrante, imparando ad assumersi le proprie responsabilità.

Infine, come detto, A Casa di Zia Jessy offre servizi agli anziani dell’intero quartiere. L’intenzione è di aprire in futuro nuovi spazi del condomino agli abitanti della zona, offrendo loro piccoli servizi, ad esempio mettendo a loro disposizione lo spazio bimbi.

Secondo i dati trasmessi a dicembre 2012, gli ospiti temporanei sono soprattutto mamme con figli (14), seguite da giovani single (2) e papà con figli (1); provengono da ben 8 Paesi ma in maggioranza sono italiani (6). Ben 22 ospiti hanno meno di 15 anni; 2 tra i 18 e i 25 anni; 15 sono over 25 (si veda Torra, 2012).

Finanziamenti e gestione: un modello di secondo welfare

Dal punto di vista economico e gestionale, Zia Jessy rappresenta un buon esempio di secondo welfare, grazie alla collaborazione di soggetti provenienti da settori eterogenei. Lo stabile è di proprietà del Comune di Torino, mentre i lavori di ristrutturazione sono stati finanziati per la parte relativa agli alloggi, con i fondi ordinari destinati all’edilizia residenziale pubblica, mentre per i locali comuni e lo spazio anziani con fondi propri del Comune. La Compagnia di San Paolo, nell’ambito del Programma Housing, ha inoltre stanziato un contributo di 170.000 euro per incentivare l’avvio del progetto di gestione e l’attrezzatura degli alloggi e dei locali comuni. Il funzionamento viene oggi finanziato grazie alle entrate derivanti dagli occupanti, molto basse in proporzione ai costi dell’accompagnamento sociale del progetto, e un cotributo annuo di 80.000 euro da parte di Compagnia di San Paolo.

La gestione del palazzo è invece di competenza dell’Agenzia Territoriale per la Casa, mentre la gestione del progetto sociale è affidata all’Associazione Giovanile Salesiana per il Territorio (AGS) e prevede la disponibilità di un educatore 24/24 ore, di due famiglie volontarie affidatarie di soggetti fragili, ospiti della struttura, e circa 10 volontari. Lo spazio anziani è in carico alla Circoscrizione 2 della Città di Torino ma è gestito da un’associazione partner. Infine, da sottolineare il ruolo che anche i cittadini possono svolgere come affidatari volontari.

L’eterogeneità dei soggetti coinvolti da una parte genera una visione multidimensionale che può portare a idee innovative, oltra che a un arricchimento di risorse, ma dall’altra parte, richiede un buon equilibrio e capacità di mediazione tra mondi e culture, alla stregua di quanto accade per gli inquilini.

 

Riferimenti

Condominio solidale “A Casa di zia Jessy”

Il Video di presentazione

La pagina dedicata sul sito della Compagnia di San Paolo

Ecco il condominio solidale per anziani e donne sole, in La Repubblica, Emanuela Stella, 21 marzo 2012

“A casa di Zia Jessy”: un luogo diverso per gente normale, in Welfare Oggi n. 6/2012, Andrea Torra.

 

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