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Asili nido e servizi educativi 0-6: non restiamo indietro

Secondo EducAzioni e Alleanza per la povertà la questione degli asili nido non deve restare secondaria. Bisogna attuare quindi il PNRR.
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Il Consiglio dell’Unione Europea ha fissato l’obiettivo del 45% di copertura da parte dei servizi per l’infanzia rivolti ai bambini e le bambine sotto i tre anni entro il 2030. L’Italia però rischia di non raggiungere neanche il livello del 33%, che era stato fissato per il 2010. A dirlo è EducAzioni, il network che riunisce le principali reti che si occupa di minori e istruzione (tra cui l’Alleanza per l’infanzia, a cui aderisce Secondo Welfare).

L’attuazione del PNRR per la costruzione e il potenziamento degli asili nido testa un tema cruciale per il Paese, ma per affrontarlo occorre un il lavoro strutturale (come EducAzioni aveva già avuto modo di spiegare), che non riguarda solo la creazione di nuovi posti ma anche il loro mantenimento.

In questo senso, bisognerebbe anzitutto supportare gli enti locali nel reclutamento di figure professionali necessarie per evitare altri ritardi per fare quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Alleanza per l’infanzia ed EducAzioni segnalano, inoltre, la necessità di prevedere la formazione di un numero adeguato di personale con la qualifica richiesta (laurea universitaria triennale, dal 2017). La stima è quella che per avere un personale sufficiente a far funzionare i nuovi posti previsti dal PNRR occorrano almeno altri 32.000 figure educative.

 

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