Primo Welfare

“Realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico, in grado di contribuire alla creazione di occupazione, in quantità e qualità, alla crescita sociale ed economica e alla riduzione permanente del tasso di disoccupazione”. Presentiamo reazioni, opinioni e suggerimenti apparsi nei giorni scorsi riguardo alla nuova riforma del mercato del lavoro.
Il convegno “Il nuovo apprendistato e la sfida dell’occupazione giovanile”, tenutosi presso l'Università di Milano il 2 marzo 2012, ha posto al centro dell’attenzione la recente approvazione del Testo Unico sull'Apprendistato, ex d.lgs. 167/2011 del 14 settembre 2011, contribuendo a chiarirne i contenuti espliciti e le sue possibili implicazioni. Tale occasione ha anche costituito l'ultimo appuntamento del Master universitario di secondo livello in “Diritto del Lavoro e Relazioni Industriali”, edizione 2011, organizzato dal Dipartimento di Studi del Lavoro e del Welfare con il supporto dell'Inpdap/Inps, che ha messo a disposizione venti borse di studio per la sua frequenza.
Il 27 febbraio, lo Spi Cgil (Sindacato pensionati italiani) ha pubblicato un’analisi dei bilanci di previsione di 7.537 comuni italiani. I dati parlano del 2011 come dell’annus horribilis delle politiche sociali in Italia, con la drastica riduzione dei fondi nazionali, scesi del 63%.
Un recente studio dell’OCSE dal titolo “How’s Life?” – elaborato nell’ambito dell’iniziativa “Better Life”, in occasione del 50esimo anniversario dell’istituzione – mette in luce i fattori che più influenzano oggi il benessere degli individui. Tra gli indicatori più interessanti, in particolare per il caso italiano, si conferma il tema dell’equilibrio tra vita e lavoro, che condiziona in modo decisivo la possibilità degli individui di raggiungere livelli elevati di benessere. L’OCSE sottolinea alcuni aspetti critici del caso italiano, ed in particolare la circostanza che il 49% delle madri di figli che frequentano la scuola ha un lavoro retribuito, contro il 66% della media OCSE. Questo è chiaramente un segno delle difficoltà di conciliazione incontrate dalle donne italiane che hanno dei figli.