Primo Welfare

Certo di un Piano Nazionale per la Famiglia che fosse di respiro, che indicasse i principi guida e tentasse una convergenza e integrazione delle politiche ai vari livelli istituzionali e da più punti di vista, c’era bisogno. Non si dimentichi però che le politiche organizzative all’interno dei luoghi di lavoro incidono in maniera sostanziale sul benessere dei lavoratori, delle loro famiglie e delle loro comunità.
Il 7 giugno 2012 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Piano nazionale per la famiglia, il primo tentativo in Italia di fornire un quadro complessivo e alcune linee di indirizzo omogenee in merito alle politiche familiari, superando la frammentazione delle (poche) esperienze in atto.
La famiglia italiana è stata ed è tuttora il più importante ammortizzatore sociale del paese, camera di compensazione delle difficoltà economiche e luogo d'elezione della cura dei suoi membri bisognosi. Il Piano nazionale per la famiglia, deliberato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2012, è un primo importante passo, anche se perfettibile, per il sostegno alle fondamentali funzioni di protezione sociale che i legami familiari svolgono, nella nostra società.
Dal 27 giugno la riforma del lavoro voluta dall’Europa e messa a punto dal ministro Fornero è legge. Ma quali sono le maggiori novità introdotte dal provvedimento? Quali i pregi e i difetti? Proponiamo una breve analisi delle misure introdotte e la rassegna di commenti e giudizi relativi a tali questioni.
Alla conferenza organizzata dall'European Public Health Alliance dal titolo “Restructuring health systems: How to promote health in times of austerity” si e’ parlato di sanità pubblica e di quali sono le prospettive per i sistemi sanitari europei a fronte della grave crisi che sta colpendo il vecchio continente.