Primo Welfare

Confiscare i gioielli ai migranti che entrano in Danimarca per pagare loro i servizi di welfare. In estrema sintesi è questo il contenuto della proposta di legge che proprio in questi giorni è in discussione al Parlamento di Copenaghen. Inger Støjberg, Ministro per l’integrazione, ha spiegato che "la legge darà alle autorità il potere di perquisire vestiti e bagagli dei migranti in arrivo nel Paese, anche con l’obiettivo di trovare beni che possano coprire le spese sostenute dallo Stato".
L’Istat ha pubblicato i risultati della seconda indagine sulle persone senza dimora, che monitora l’evoluzione della grave emarginazione adulta in Italia. Nel 2014 si stima che 50 mila 724 persone in questa condizione abbiano utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna in uno dei comuni oggetto della rilevazione: un valore in aumento rispetto al 2011, quand'era stata realizzata la prima indagine condotta dall'Istituto Nazionale di Statistica.
Qualche settimana fa Adapt ha pubblicato il volume «Lavoro e Welfare della Persona. Un “Libro verde” per il dibattito pubblico» per rilanciare il dibattito sulla revisione del modello di welfare italiano. Abbiamo scelto di accettare l’invito fatto da Adapt, offrendo qualche riflessione, e qualche provocazione, in vista della stesura di un Libro bianco sul welfare (previsto per la Primavera 2016) che «contenga proposte concrete e rapidamente attuabili per tentare di sanare le disfunzioni rilevate».
Il Progetto “Riunioni di Famiglia” è un esempio interessante di progettazione sperimentale oggetto di valutazione controfattule, che sottolinea l’auspicabile centralità dell’evidenza empirica nell'orientare le scelte di policy, soprattutto in un contesto che, caratterizzato dall'emergere di bisogni nuovi e dalla scarsità di risorse disponibili per farvi fronte, rende sempre più urgente capire quali politiche funzionano (e quali no).
Il cambiamento demografico rappresenta una delle sfide più importanti che l’Unione Europea deve affrontare. Negli ultimi decenni infatti, il profilo della popolazione europea è cambiato profondamente per effetto dell’invecchiamento, delle nuove strutture familiari, delle migrazioni. Comprendere “chi siamo e come viviamo” è dunque fondamentale per progettare politiche efficaci e assicurare il benessere di tutti. A questo scopo Eurostat ha pubblicato in questi giorni il rapporto "People in the EU: who are we and how do we live?" di cui vi presentiamo alcuni dei risultati più interessanti.
Nel nostro Paese c'è un grande bisogno di distinguere “ciò che funziona” da ciò che “non funziona” in modo da migliorare e rendere meno costoso il sistema di welfare. Eppure in Italia i casi in cui si è provato ad usare metodologie rigorose per verificare l’efficacia di un intervento sociale sono assai limitate. Uno sforzo in questa direzione è stato fatto dal progetto “Riunioni di famiglia”, che ha sperimentato l’utilizzo delle Family Group Conferences per migliorare il benessere dei ragazzi in difficoltà.
Il Governo stanzierà 300 milioni per dare ai diciottenni 500 euro da spendere in attività culturali: teatri, musei, cinema e libri. Un incentivo positivo, visto l'interesse reale dei giovani per questi ambiti. La misura però non tiene conto delle grandi disparità sociali e territoriali che vedono il Sud e gli immigrati profondamente svantaggiati, violando così il principio dell’eguaglianza di opportunità. A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.A Renzi piacciono molto queste misure "universali", facili ed elettoralmente premianti, ma non è detto che siano corrette rispetto agli scopi che si vogliono raggiungere.