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Welfare socio-culturale

Lo sviluppo di condizioni di reale benessere, autonomia ed equità oggi passa sempre più spesso anche dalla dimensione culturale. Un migliore accesso al sapere, il superamento del divario digitale, il contrasto all’analfabetismo funzionale, la diffusione opportunità di informazione, l’aggiornamento delle conoscenze, la partecipazione momenti di coesione e di interazione “civica” sono infatti sempre più importanti per formare cittadini coscienti delle sfide che deve affrontare la nostra società.

Per questo abbiamo iniziato a parlare di esperienze di welfare socio-culturale, in grado cioè di tenere insieme le diverse e numerose declinazioni della cultura con la tutela del benessere complessivo della persona al fine di permetterne un empowerment solido e continuativo.

In questo senso appare particolarmente significativa la nascita e lo sviluppo di luoghi come biblioteche, centri culturali e poli museali in grado di generare e rafforzare questa sinergia. Spazi di aggregazione per le comunità, luoghi dove studiare, sperimentare la promozione del lavoro agile e sostenere misure di conciliazione o, ancora, laboratori in cui costruire processi di inclusione per individui e gruppi che corrono il rischio di restare ai margini della società.

Ve le raccontiamo in questa sezione.

Continuano le riflessioni nate nell’ambito di “Insieme per il Bosco”, progetto che raccoglie memorie collettive fatte di pratiche, relazioni socio-ecologiche e apprendimento sociale sul territorio che nel 1976 venne colpito dal disastro dell’Icmesa.
Lo spettacolo “Ottantaquattro pagine”, scritto dai detenuti del carcere di Torino, racconta la lettera di un giovane assassino che 100 anni fa ha cercato riscatto e perdono. Un’opera profonda e coinvolgente, dietro la quale c’è molto lavoro che merita di essere raccontato.
Alle soglie dell'anniversario dal disastro dell’Icmesa, Percorsi di secondo welfare pubblica una serie di articoli nati nell’ambito di “Insieme per il bosco”. Un progetto che ha permesso di raccogliere memorie collettive fatte di pratiche, di relazioni socio-ecologiche e di apprendimento sociale. Questo è il primo.
Una ricerca di CBM Italia l’ha studiato per la prima volta con riferimento al nostro Paese. Applicando specifici indicatori, l'analisi certifica la difficile situazione economica delle famiglie in cui ci sono persone con disabilità.
Ottenere attenzione e contributi partecipativi non è facile: gli impegni sono molti, le priorità sono altre, il tempo a disposizione limitato. In questo articolo esaminiamo due tecniche per favorire partecipazione in contesti segnati da fretta, movimento, temporaneità e rapidità.
Paolo Foschini sul Corriere della Sera approfondisce il tema del volontariato negli istituti penitenziari italiani, un pilastro indispensabile ma ancora poco riconosciuto.
Inquadrare e capire i problemi che riguardano gli adolescenti, aumentati durante e dopo la pandemia, è fondamentale per immaginare nuovi modi con cui i servizi culturali possono andare loro incontro, generando nuovi luoghi inclusivi.
Dopo un evento partecipativo è importante dare continuità al coinvolgimento per consolidare apprendimenti e relazioni. Ma come si fa nel concreto? Graziano Maino esplora le azioni che si possono intraprendere.
Le biblioteche, i musei locali e altre agenzie culturali devono saper comunicare, sia a tutto campo sia in modo mirato. Questo non solo per valorizzare le loro proposte, ma anche per promuovere l’adesione a processi partecipativi.
Nel corso di un evento insolito e partecipato la Fondazione CRC ha presentato il suo Piano Pluriennale 2025-2028. Al centro della programmazione cinque valori fondamentali, rappresentati dai diversi ospiti che si sono alternati sul palco.