UE

Nel corso degli ultimi anni le politiche sociali e occupazionali europee hanno evidenziato come la società vada verso un progressivo prolungamento della vita lavorativa e dell’età di pensionamento reale. Nei paesi dell’Unione Europea il tasso di occupazione tra i 65 e i 69 anni di età è salito dall’8,8% al 10,5% tra il 2005 e il 2011. Ma chi sono oggi i pensionati lavoratori? Quali attività svolgono? Quali iniziative possono intraprendere policy-makers, datori di lavoro e pensionati per gestire al meglio l’impatto di questa tendenza sull'intera società?
La Rete Banco Alimentare raccoglie annualmente migliaia di tonnellate di cibo da destinare a chi si trova in stato di indigenza, rispondendo a bisogni crescenti cui il settore pubblico fatica a far fronte. La struttura, le modalità operative e le iniziative varate da tale realtà, in particolare l'annuale appuntamento della Colletta Alimentare, rappresentano un interessante esempio di secondo welfare in cui corpi intermedi, istituzioni e cittadini collaborano attivamente per aiutare chi ha bisogno.
Quale ruolo potrebbe assumere l’imprenditoria giovanile nella ripresa economica dell'Europa? Nel settembre scorso la Commissione Europea ha pubblicato, in collaborazione con l’Ocse, un documento in cui sono state delineate le linee guida che l’Unione seguirà per favorire lo sviluppo delle giovani start up del continente.
Nel corso dell’incontro “Il non profit, motore dell’Europa”, svoltosi il 22 agosto nel corso del XXIII Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini, si sono confrontati sui temi legati all'impresa sociale Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà, Marco Morganti, amministratore delegato di Banca Prossima e Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea e commissario per l’industria e l’imprenditoria.
Quali conseguenze comporterà l’attivazione delle misure di revisione della spessa pensate dal Governo Monti? Cerchiamo di capirlo analizzando brevemente il decreto principale del provvedimento e alcune opinioni apparse sulla stampa nazionale nelle ultime settimane.
Nel mese di febbraio, il network “Cities for Active Inclusion” ha pubblicato una raccolta di iniziative sociali innovative lanciate a livello locale per promuovere l’inclusione attiva di soggetti svantaggiati. La nozione di “inclusione attiva”, seguendo le linee di una recente raccomandazione della Commissione europea, fa riferimento all’insieme delle iniziative volte a promuovere l’inclusione sociale delle persone escluse dal mercato del lavoro attraverso un approccio integrato che comprende misure di sostegno al reddito, interventi per l’inserimento lavorativo e servizi sociali.
“In un contesto di crisi, le politiche di riconciliazione sono molto importanti. Tuttavia, pur essendo ai primi posti nell’agenda dei bisogni, l’impegno verso il tema è particolarmente arduo in tempi di austerity e tagli ai bilanci”. Con queste parole Olivier Rouland, Capo dell’Unità “Demografia, Migrazioni, Innovazione Sociale, Società Civile” della Commissione Europea, ha introdotto il workshop “Work-life balance and reform of the welfare state: innovative approaches and practices at regional level”, svoltosi il 25 gennaio a Bruxelles.
Il tema delle relazioni sindacali è proprio in questi giorni tornato in primo piano, con decisioni delicate e alleanze ritrovate. Maurizio Ferrera ne parla sulle pagine del Corriere della Sera, spiegando nuovi e vecchi modelli.
A differenza di altri ambiti di assicurazione sociale, il rischio di disoccupazione in Svezia non è stato tutelato tramite l’introduzione di un sistema di assistenza pubblico. Ecco come funziona il sostegno alla disoccupazione.