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Progetto C.O.P.E.: giovani, comunità e la sfida della vulnerabilità relazionale

Il progetto europeo C.O.P.E. ha sviluppato in Trentino un modello d’intervento innovativo rivolto a giovani in situazione di NEET che ha mixato in modo inedito: la metodologia di social prescribing; la formazione di operatori di rete (Link Worker), figure professionali appositamente formate per accompagnare i giovani nella coprogettazione di piani d’azione personalizzati; gli strumenti on e off line per l’ingaggio e l’attivazione comunitaria. Il progetto ha prodotto esiti positivi in termini di benessere psico-sociale, empowerment ed engagement, delineando un modello replicabile di contrasto alla vulnerabilità relazionale e di innovazione del welfare.

Sono 3 milioni in Italia i giovani tra i 15 e i 34 anni che rientrano nella definizione di NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi formativi (EUROSTAT 2023). Il nostro Paese, con una percentuale del 18% – anche se ci sono alcune differenze di distribuzione rispetto al genere -, si colloca al di sopra della media europea, che si aggira intorno al 12%, ed è al secondo posto per numero di NEET in Europa, preceduto solo dalla Romania. Tra gli obiettivi fissati dal Pilastro Europeo dei Diritti Sociali c’è la riduzione di 3 punti percentuali della media europea entro il 2030, che per l’Italia significa dimezzare il numero di giovani in situazione di NEET in 15 anni.

È in questo contesto che è nato C.O.P.E., acronimo di Capabilities, Opportunities, Places and Engagement (Capacità, Opportunità, Luoghi e Coinvolgimento/Inclusione), un progetto finanziato dalla Commissione dell’Unione Europea all’interno del programma per l’occupazione e l’innovazione sociale EaSI (Employment and Social Innovation). Il progetto C.O.P.E. – realizzato in due territori pilota (Italia e Portogallo) dal 2022 al 2024 – è stato coordinato dalla Provincia Autonoma di Trento e ha coinvolto un partenariato internazionale di 7 partner di quattro Paesi europei (tra i quali la Federazione trentina della cooperazione) e 6 enti associati (tra i quali in Trentino: l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, l’Associazione Provinciale per i Minori e Consolida – Consorzio della cooperazione sociale), con una serie ancora più numerosa di collaboratori del settore pubblico, privato e del privato sociale.

C.O.P.E., sperimentando in modo inedito metodologie già esistenti, e con figure professionali e strumenti innovativi, ha fatto emergere, innanzitutto, come i giovani in situazione di NEET non siano una categoria omogenea: alcuni dei giovani coinvolti, infatti, erano appena diplomati, altri avevano interrotto gli studi o perso il lavoro, altri ancora vivevano condizioni personali, familiari o sociali complesse ostacolanti la partecipazione attiva alla vita comunitaria. Questo mette in evidenza come dietro ai numeri forniti delle statistiche ci siano storie diverse, fatte di difficoltà a gestire le proprie emozioni, a raccontarsi, a riconoscere apprendimenti e risorse; fatica nella partecipazione ai contesti educativi, sfiducia verso le istituzioni in generale e verso il futuro.

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