Nel 2024, quasi 3 milioni di famiglie residenti in Italia hanno sperimentato almeno una forma di deprivazione legata all’alimentazione: non potersi permettere un pasto proteico ogni due giorni, arrivare a fine mese senza soldi per comprare il cibo necessario, altre forme di insicurezza alimentare cronica. Numeri e dinamiche che nascondono storie di famiglie, persone, bambine e bambini. È quanto emerge dall’Atlante della fame in Italia, che riporta i più recenti dati sulla povertà alimentare, analizza le politiche di contrasto attive a livello nazionale e locale e propone soluzioni per una risposta efficace e che garantisca autonomia e dignità a lungo termine. Realizzato da Azione Contro la Fame Italia in collaborazione con Percorsi di Secondo Welfare e l’Università degli Studi di Milano, il report è stato redatto dalle nostre ricercatrici Celestina Valeria De Tommaso, Chiara Lodi Rizzini, Ilaria Caracozza e Franca Maino insieme a Ilaria Adinolfi, Giulia Carlini, Livia Celardo, Angela Pepe.
Un sistema frammentato
Secondo i dati raccolti dal report (riportati nel capitolo 1), le famiglie maggiormente colpite dalla povertà alimentare sono quelle residenti nel Sud Italia, numerose, con componenti stranieri e con un basso livello di istruzione. L’analisi evidenzia come il filo rosso che lega questi profili sia soprattutto economico: bassi redditi, difficoltà ad arrivare a fine mese, arretrati nelle spese e condizioni di bassa intensità lavorativa, spesso legate a contratti instabili e poco remunerativi. Una fascia crescente di popolazione vulnerabile che si colloca appena sopra la soglia ufficiale di povertà, ma che risulta fortemente esposte a shock esterni.
In questo quadro (spiega il capitolo 2) mentre le misure pubbliche – come la Carta Dedicata a Te e il Reddito Alimentare – rispondono a un bisogno immediato mantenendo un’impostazione prevalentemente emergenziale, nel campo del privato sociale prevale un approccio ancora incentrato su pacchi alimentari e mense che – pur essendo indispensabili – non rappresentano una risposta completa e sostenibile alle cause strutturali della povertà alimentare.
Un sistema frammentato e disomogeneo in cui in cui – nonostante innovazioni interessanti sia lato Terzo Settore, come empori solidali, tessere spesa e progetti integrati, che lato pubblico, ad esempio le food policy di alcune Città Metropolitane – faticano ad affermarsi misure strutturali volte a garantire autonomia e risolvere le cause profonde della povertà.
Dal dato all’azione: proposte per affrontare la situazione
Per affrontare questa situazione il report (capitolo 3) propone il passaggio da un approccio emergenziale a una strategia strutturale basata sui diritti e sull’autonomia delle persone, raccomandando:
- Il riconoscimento del diritto al cibo nella legislazione nazionale, affinché la lotta alla povertà alimentare si fondi su un approccio basato sui diritti umani e garantisca dignità e autonomia nel lungo periodo;
- Il coordinamento tra autorità e attori competenti attraverso l’istituzione di un Tavolo di lavoro istituzionale permanente, per assicurare una risposta coerente, strutturata e integrata tra politiche di welfare e politiche attive del lavoro;
- La promozione di interventi orientati all’autonomia, attraverso percorsi personalizzati e con una forte componente di riattivazione personale, educazione alimentare ed empowerment;
- La promozione di un lavoro che garantisca una vita dignitosa e l’accesso a una dieta sana, sostenendo un generale aumento dei salari in linea con il costo dei beni alimentari e favorendo il reinserimento lavorativo femminile mediante servizi per la conciliazione famiglia-lavoro, incluso l’accesso universale alle mense scolastiche;
- La pubblicazione periodica di dati aggiornati e accessibili sui destinatari delle misure e sui risultati ottenuti, per costruire sistemi di monitoraggio in grado di valutare copertura, qualità ed efficacia degli interventi.
Il contributo di Percorsi di secondo welfare
Percorsi di Secondo Welfare, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, ha partecipato alla redazione del report contribuendo alla ricerca qualitativa, alla ricognizione della letteratura e all’analisi delle politiche nazionali e delle Città Metropolitane. Tali informazioni, elaborate dalle ricercatrici del Laboratorio Celestina Valeria De Tommaso, Chiara Lodi Rizzini e Franca Maino e Ilaria Caracozza, hanno fornito le basi per la redazione dell’Atlante di Azione contro la fame.