Il recente rapporto di Istat “Bullismo e cyberbullismo nei rapporti tra i ragazzi” propone nuovi dati (riferiti al 2023) sul fenomeno del bullismo in Italia. Secondo lo studio il 68,5% delle persone tra 11 e 19 anni avrebbe subìto nei 12 mesi precedenti un qualche episodio offensivo, aggressivo, diffamatorio o di esclusione sia online che offline; al 21% sarebbe successo più volte in un mese e per l’8% la frequenza è stata almeno settimanale.
Un articolo pubblicato su Neodemos, firmato da Mastro Cico, riflette sui nessi tra questi dati e la situazione di un Paese alle prese con l’inverno demografico (tema al centro della nostra serie Denatalitalia) in cui ci sono sempre minori che, inevitabilmente, si ritrovano più soli che in passato.
“Alla solitudine evidenziata dagli studi psicologici e sociologici“, che ha effetti sulla salute mentale dei giovani di cui abbiamo spesso parlato su Percorsi di secondo, si affianca la “solitudine demografica”. “I bambini sono pochi, sparsi, non esiste una comunità intorno all’infanzia perché ormai l’infanzia è fenomeno raro, sempre meno collettivo” spiega l’articolo. “Quando si riflette sul calo della fecondità raramente si pensa a quanto il venire meno dell’elemento “collettivo” in nome della questione “privata” ha segnato un passaggio che ha influenzato numerosi aspetti sociali”. Tra cui appunto quello del bullismo.
E se il bullismo fosse figlio (anche) dell’inverno demografico?
Mastro Cico, Neodemos, 25 luglio 2025