Conciliazione

Con il termine “conciliazione vita-lavoro” si fa riferimento a un vasto insieme di politiche attuate dallo Stato o promosse da enti privati per permettere alle persone di raggiungere un maggiore equilibrio tra tempi personali e professionali.

Si tratta di un ambito sempre più importante per il welfare, poiché lo sviluppo di politiche di conciliazione permette di accrescere il benessere delle persone, raggiungere la parità di genere e, più in generale, sostenere la crescita del Paese.

Efficaci interventi di conciliazione vita-lavoro, infatti, oltre a giocare un ruolo di primo piano nel sostenere la partecipazione femminile al mercato del lavoro, favorire l’uguaglianza uomini-donne e garantire lo sviluppo economico possono contribuire ad affrontare le grandi sfide attuali delle nostre comunità, quali ad esempio i mutamenti demografici e la povertà educativa.

Di seguito i nostri articoli sul tema.

Nel corso della sesta edizione della “Fiera della Contrattazione”, organizzata dalla Cisl Lombardia per valorizzare la vivacità della contrattazione di secondo livello nella regione, sono stati presentati alcuni degli accordi aziendali giudicati più interessanti ed innovativi. Tra le best practice anche un accordo del Gruppo UBI Banca del 2015, selezionato e riconosciuto tra i 7 migliori dell’anno. Ce lo racconta Andrea Battistini.
Welfare Company, società specializzata in soluzioni di welfare aziendale, ha recentemente presentato la ricerca “Il futuro del welfare aziendale dopo la Legge di Stabilità 2016". Tale ricerca, realizzata in collaborazione con AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale), ha raccolto le interviste di 335 direttori e manager del settore HR provenienti da aziende di tutta Italia con lo scopo di valutare gli effetti della nuova normativa sul welfare aziendale.
Sulle questioni di principio (come il matrimonio o le scelte riproduttive) il tema della famiglia suscita scontri ideologici da cappa e spada. Sul piano pratico è invece un non-tema, l’invisibile Cenerentola del welfare. E non dovrebbe quindi stupire che il nostro Paese sia considerato tra i più arretrati per quel che riguarda le politiche familiare. Per uscire dal modello limitante dobbiamo metterci a correre, ma alle politiche capacitanti non si arriva improvvisando, mettendo e togliendo. L'opinione di Maurizio Ferrera.
Il 5 settembre 2016 presso il Comune di Legnano è stato firmato l’accordo territoriale per le micro, piccole, medie imprese e cooperative sul nuovo welfare integrativo aziendale, cui hanno aderito 24 aziende e oltre 600 dipendenti. L’accordo, che ha carattere sperimentale e durata biennale, intende facilitare la realizzazione di piani aziendali e interaziendali che abbiano come obiettivo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, creando un’opportunità di scambio reciproco tra imprese, cooperative e enti locali aderenti.
WelfareNet è un progetto che, in poche parole, vuole mettere in rete attori che sono interessati allo sviluppo di nuove forme di welfare aziendale, territoriale o contrattuale. Dopo un lungo periodo di sperimentazione nelle province di Padova e Rovigo, il progetto è entrato in una nuova fase che interesserà tutta la Regione Veneto e che allargherà il novero delle realtà coinvolte. Abbiamo chiesto a Fabio Streliotto e Marco Palazzo di raccontarci passato, presente e futuro di questo interessante iniziativa di secondo welfare.
È stato presentato a Milano il “Premio Valeria Solesin” dal titolo “Il talento femminile come fattore determinante per lo sviluppo dell’economia, dell’etica e della meritocrazia nel nostro Paese”. Ispirato agli studi condotti da Valeria, si rivolge infatti agli studenti che con la propria tesi di ricerca mettono a fuoco sia i fattori che ostacolano la maggiore presenza femminile nel mercato del lavoro, sia le buone pratiche di conciliazione introdotte dalle aziende e dalle istituzioni in Italia e nel contesto internazionale.
La maternità non è un ostacolo che indebolisce le aziende ma, al contrario, una opportunità che le rende più forti e competitive. È il presupposto fondamentale su cui si basa maam - maternity as a master, progetto nato dal 2013 che ha sviluppato una innovativa teoria di cambiamento in cui le competenze genitoriali diventano la base per ripensare nel profondo l’organizzazione del lavoro e la dimensione della leadership. Ne abbiamo parlato con Valeria Farina.
Per una volta si può parlare di partecipazione delle donne al mondo del lavoro in modo positivo: l’analisi del mercato del lavoro del Comune di Milano, sviluppata dal progetto EQuIPE 2020 di Italia Lavoro per conto del Ministero del Lavoro, ci restituisce la fotografia di una città laboriosa, produttiva e in movimento, con tassi d’occupazione femminile allineati a quelli dei maggiori paesi dell’Unione europea.
Welfare Point è un luogo dove, grazie ad operatori specializzati, è possibile conoscere i servizi di welfare presenti sul territorio, orientando e accompagnando i cittadini verso le soluzioni più adatte ai loro bisogni. Nata a Cittadella, in provincia di Padova, questa "agenzia di innovazione sociale" mira a fornire servizi innovativi, sostenibili e adeguati ai bisogni della comunità locale. Una realtà cui le persone possono fare riferimento per individuare risposte capaci di fronteggiare i cambiamenti sociali ed economici in atto.
Lardini, noto brand sartoriale italiano che opera nell’alta moda, si distingue non solo per la qualità della sua produzione, ma anche per il modo innovativo di gestire le relazioni industriali e i rapporti con il personale. Sin dalle sue origini, infatti, Lardini è sempre stata attenta alle condizioni di lavoro e di vita dei propri dipendenti, intraprendendo una strada virtuosa nel campo della responsabilità sociale e del welfare aziendale.
Il 6 e 7 aprile 2016 a Milano, presso la sede della Regione Lombardia, si sono svolti i primi Stati generali della conciliazione famiglia-lavoro e del welfare aziendale, organizzati dall'Assessorato regionale al Reddito d'autonomia e inclusione sociale. Qui trovate una breve sintesi dei principali risultati, oltre ai primi materiali di lavoro prodotti nel corso dell'evento.
A tre anni dall'accordo fra le parti che ne aveva previsto l’istituzione, WILA – il fondo “Welfare Integrativo Lombardo dell’Artigianato” ha cominciato a muovere i primi passi. Destinato ai lavoratori del comparto artigiano, il fondo – che assicura prestazioni di assistenza sanitaria e forme di sostegno alla famiglia – rappresenta un’interessante espressione del cosiddetto welfare bilaterale territoriale. Per capire meglio la genesi e i possibili sviluppi di WILA, abbiamo raccolto il punto di vista di Angelo Carrara, vicepresidente di Confartigianato Lombardia e vicepresidente del fondo.
La Banca d’Italia stima che se l’Italia avesse il tasso di occupazione femminile medio Ue il Pil del Paese farebbe un balzo in avanti di 7 punti. Percorrere questa strada, tuttavia, avrebbe un costo non indifferente: bisognerebbe finanziare servizi sociali, congedi parentali, incentivi fiscali e così via. Ma non dovrebbe fare tutto lo Stato. Un contributo significativo potrebbe arrivare anche il secondo welfare, capace di mobilitare risorse private. A condizione che la politica capisca l'importanza del tema.
Intesa San Paolo accelera sul welfare aziendale. Nel contratto di secondo livello siglato a inizio ottobre con i i sindacati, Ca’ de Sass ha concordato l’adozione di innumerevoli benefit per i propri dipendenti, confermando di essere una delle realtà italiane più innovative in materia. Ampio lo spettro di misure adottate, in particolare nel campo della conciliazione vita-lavoro, tra cui alcune misure ad hoc per i padri. Intesa conferma quindi la sua forte vocazione in tema di secondo welfare, anche se resta ampio spazio per migliorare.
Il restringimento dello stato sociale e la proliferazione di esperienze di secondo welfare si stanno trasformando in un’occasione per creare occupazione nel terziario all’insegna della sharing economy. E' questo il caso di Jointly, una start-up dell’innovazione sociale che ha avuto un’idea brillante: mettere in contatto attraverso una piattaforma web le aziende che vogliono condividere i servizi di welfare. Dopo la sharing economy è la volta dello “sharing welfare”?
Vi raccontiamo i primi risultati raggiunti dalle sperimentazioni condotte all'interno dell'Alleanza "Smart working, smart companies – lavorare meglio, con più equilibrio e più efficacia” della Rete Territoriale per la Conciliazione di Bergamo. Scopo dell'Alleanza è la realizzazione e l'analisi di azioni di lavoro smart all’interno delle 6 aziende aderenti al network: ABB, UBI Banca, Banco Popolare, Volvo Italia, Italcementi Group e Comune di Bergamo.
Il nostro paese è tradizionalmente accusato, anche nel dibattito internazionale, di essere eccessivamente "familistico". Ma siamo davvero l’unico paese a soffrire di questa sindrome? Da tempo gli studiosi hanno messo in luce come il familismo sia in realtà un tratto caratterizzante di tutta l’Europa meridionale. Recentemente il dibattito ha spostato la sua attenzione ai paesi dell’Asia orientale. Seppure così distanti da noi, anche Giappone, Corea, Taiwan presentano un elevato livello di familismo. La cosa interessante è però che essi hanno imboccato vie promettenti per cambiare le cose e “liberare la famiglia”.
Per analizzare il Welfare Occupazionale Volontario gli autori del rapporto britannico hanno utilizzato principalmente dati statistici secondari, sia europei che nazionali. L’analisi dei contratti collettivi è stata invece piuttosto limitata, poiché si tratta di uno strumento raramente utilizzato dalle parti sociali per regolare l’offerta di WOV. Ecco i principali risultati.