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Il rapporto "Conciliazione famiglia e lavoro. Buone pratiche di welfare aziendale", a cura dell'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, mette a fuoco alcuni casi di welfare aziendale presenti sul territorio nazionale, contribuendo ad affinare gli strumenti conoscitivi con riferimento a queste iniziative in Italia.
Il welfare aziendale è sempre più discusso sulle pagine dei quotidiani, all’interno delle aziende, e tra gli esperti. Il trattamento fiscale di benefit e servizi è cruciale rispetto alla scelta del management di attuare sistemi di welfare per i dipendenti. Un tema che coinvolge non solo le aziende ma anche i sindacati, che partecipano attraverso la contrattazione, i governi locali, che avvertono l'esigenza di garantire servizi ai cittadini, e il Terzo settore, con il lavoro delle cooperative sociali. Abbiamo chiesto al Prof. Armando Tursi, docente di diritto del lavoro all’Università degli Studi di Milano, di aiutarci a capire come funzionano oggi gli incentivi fiscali in materia di welfare aziendale, e di darci il suo parere a riguardo.
Negli scorsi mesi la stampa internazionale e i media hanno dato grande eco alla notizia della decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea di vietare la discriminazione tra uomini e donne in ambito assicurativo. Applicando il principio di non discriminazione di genere nell’accesso a beni e servizi contenuto nella Direttiva del Consiglio 2004/113/EC, la Corte ha stabilito che dal 21 dicembre 2012 non sarà più possibile per le compagnie assicurative offrire polizze differenziate, come invece oggi accade per Rc-auto e polizze vita. Unanime la reazione del settore assicurativo, che si appella alle statistiche e avverte circa possibili aumenti dei prezzi. Abbiamo chiesto alla Prof.ssa Olivia Bonardi, docente di Diritto del lavoro e di Diritto della sicurezza sociale, e coautrice della nota scaricabile dal sito del Parlamento Europeo, di spiegarci meglio di che cosa si tratta.
Sul Corriere della Sera del 10 gennaio Dario Di Vico parla dei buoni pasto, ne ricorda l’utilità e si interroga sul loro futuro. Di Vico auspica che il Governo non torni indietro, e continui ad agevolare questo strumento di sostegno al reddito dei lavoratori.
A differenza di altri ambiti di assicurazione sociale, il rischio di disoccupazione in Svezia non è stato tutelato tramite l’introduzione di un sistema di assistenza pubblico. Ecco come funziona il sostegno alla disoccupazione.
Secondo le proiezioni demografiche dell’Ocse, la popolazione mondiale continuerà ad invecchiare. E la disabilità, per effetto dell’invecchiamento e delle patologie cronico degenerative, è in significativo aumento. I servizi socio-sanitari domiciliari sono oggi una necessità per i cittadini e allo stesso tempo un'opportunità imprenditoriale che aziende come Italiassistenza hanno saputo cogliere.
Nel 2009 l’Ufficio Studi dell’ANIA, assieme all’Istituto per la Ricerca e lo Sviluppo delle Assicurazioni (IRSA), ha avviato un progetto di ricerca per analizzare la domanda potenziale di bisogni assicurativi delle famiglie italiane, famiglie esposte in misura crescente a rischi ed eventi non coperti dal sistema di welfare pubblico.
Un intero weekend di festa, quello dell’1 e 2 ottobre, che ha visto riunite famiglie, volontari e sostenitori, insieme con il suo creatore Vincenzo Manes e KME, l’azienda che supporta attivamente il progetto.