Giovani

Nel 2013 il Consiglio Europeo, nell’ambito della Youth Employment Initiative (YEI), ha varato la cosiddetta “Youth Guarantee” per fronteggiare le difficoltà di inserimento lavorativo dei giovani nei Paesi UE garantendo opportunità educative, formative e occupazionali a chi avesse meno di 30 anni. Rinnovata e rafforzata nel 2020 per affrontare i problemi generati dalla pandemia di Covid-19, la misura continuerà anche per il prossimo settennato.

In contemporanea con l’avvio della misura europea, Secondo Welfare ha creato un focus tematico conl’obiettivo di monitorare lo sviluppo delle misure connesse al programma nazionale “Garanzia Giovani e alle sue molteplici declinazioni, nonché prestare attenzione a esperienze significative realizzate in altri Paesi dell’Unione.

Pur continuando a occuparsi delle misure direttamente legate all’iniziativa europea, oggi il focus si interessa in maniera più ampia di vari temi legati ai giovani. L’intento, in particolare, è di monitorare la loro situazione socio-economica nel contesto post-pandemico e le relative misure messe in atto a livello nazionale e locale per sostenerli. Come mostrano numerose ricerche, infatti, i giovani sono tra i soggetti più colpiti dagli effetti del Covid-19 e proprio per questo appare fondamentale riflettere sulle iniziative di primo e secondo welfare che li riguardano.

Otto settimane non bastano certo a produrre risultati concreti, è però lecito chiedersi a che punto siamo e che cosa possiamo aspettarci da questa ambiziosa iniziativa. Per evitare il fallimento, il governo deve attivarsi subito almeno su due fronti: il rispetto di criteri minimi di trasparenza ed efficacia e il collegamento col mondo delle imprese. L'opinione di Maurizio Ferrera.
Continuano i nostri approfondimenti sull’implementazione della GG. Vi presentiamo il caso della Sardegna che, con una situazione occupazionale giovanile abbastanza seria, è stata la prima regione tra quelle del Sud, ad aver siglato con il Ministero la convenzione richiesta per attivare nel proprio ambito la Garanzia Giovani.
Continuano gli approfondimenti sull’implementazione della Garanzia Giovani nelle Regioni italiane. Dopo il caso del Piemonte, vi presentiamo quello della Puglia, dove la Garanzia andrà a inserirsi in un assetto di politiche preesistenti che, se ben sfruttato, potrebbe essere determinante per il suo successo.
La Garanzia Giovani è finalmente partita, almeno a livello ufficiale. Tuttavia, il grosso della sua attuazione effettiva dipendente innanzitutto dalle amministrazioni regionali e dai servizi al lavoro che verranno accreditati a livello locale. Nell'ambito del nostro Focus tematico, avviamo un'esplorazione preliminare delle prime fasi di implementazione a livello regionale.
L’implementazione della Garanzia Giovani attribuisce un ruolo centrale alle Regioni. Per questo motivo, il Focus YEI-GARANZIA GIOVANI ha avviato un’esplorazione preliminare delle iniziative avviate a livello regionale. Cominciamo dal Piemonte che, regione con il tasso di disoccupazione più alto nel Nord-Italia, è stata la prima a partire con il proprio piano.
Seicentottantamila. Questo il numero di giovani disoccupati nel mese di marzo. Un piccolo esercito, a cui si devono aggiungere più di due milioni di «né, né»: ragazzi e ragazze fra i 18 e i 29 anni che non studiano e non lavorano. Cosa si può fare per aiutarli? Da oggi, Festa del Lavoro, l’Unione Europea e il governo italiano offrono una nuova possibilità: la «Garanzia giovani». Chi si iscrive ad un apposito portale Internet verrà contattato nei prossimi mesi dai servizi per l’impiego al fine di concordare un percorso di inserimento. Gli ostacoli da superare, tuttavia, non sono pochi.
In occasione dell’entrata in vigore anche in Italia della Garanzia Giovani Percorsi di secondo welfare lancia uno speciale focus che intende porsi come finestra di osservazione e di riflessione sulle iniziative ad essa connesse. Il principale obiettivo è monitorare lo sviluppo del programma nazionale e le sue molteplici declinazioni regionali e locali, senza perdere di vista le esperienze estere.
La Garanzia Giovani è solo l'ultima di una lunga serie di azioni promosse a livello europeo. Lo sviluppo delle politiche comunitarie orientate all'inserimento dei giovani nel mercato del lavoro non è infatti una novità di questi ultimi anni, né una semplice risposta alla crisi economica scoppiata nel 2008. E' però la prima misura indirizzata espressamente al problema della disoccupazione giovanile
Il focus Garanzia Giovani di Percorsi di secondo welfare, che sarà coordinato da Patrik Vesan, docente di Scienza Politica presso l’Università della Valle d’Aosta, intende porsi come finestra di osservazione e di riflessione sulle iniziative connesse alla Youth Guarantee, in cui sono riposte molte attese e speranze per affrontare il problema della disoccupazione giovanile nel nostro Paese. Il principale obiettivo è monitorare lo sviluppo delle misure connesse al programma nazionale della Garanzia Giovani e alle sue molteplici declinazioni regionali e locali, nonché prestare attenzione ad alcune esperienze significative realizzate in altri Paesi dell’Unione.
Il Ministero del Lavoro sta mettendo a punto l’implementazione della Youth Guarantee, l’iniziativa europea volta a contrastare la disoccupazione giovanile. Ma quali risultati effettivamente potrà raggiungere nel nostro paese? Il contesto italiano presenta infatti molte criticità, sia relative alle politiche del lavoro che al sistema economico, che rischiano di compromettere l’esito del piano.
Se in Italia il dibattito sull’utilizzo dei fondi FSE per la Youth Guarantee è più che mai acceso, anche il resto dell’Europa si muove per implementare misure adeguate a sostenere i giovani under25 senza lavoto. Al 15 gennaio 2014, 17 dei 28 Stati Membri hanno presentato alle istituzioni UE il proprio piano attuativo: ve ne raccontiamo alcuni.
Una garanzia per i giovani al di sopra dei 25 anni. E' questa la richiesta promossa dal gruppo Giovani Italiani Bruxelles e sostenuta da alcuni Eurodeputati italiani. L’obiettivo dell’appello è quello di influenzare l'applicazione della Youth Guarantee al contesto italiano prevedendo per l’Italia una estensione della garanzia giovani fino ai 29 anni d'età
Dopo gli allarmi lanciati a livello nazionale sullo stato del mondo del lavoro italiano, sono arrivate anche alcune conferme internazionali. L’ILO, nel Rapporto sul mondo del lavoro 2013, ha infatti sottolineato i tanti punti dolenti che affliggono il nostro sistema occupazionale, oltre ad alcune proposte per superare questa situazione di empasse.
Il Consiglio Europeo ha invitato la Commissione a proporre un pacchetto per l’occupazione giovanile che include la raccomandazione di istituire una “garanzia per i giovani” (youth guarantee), in modo da assicurare che nessun giovane sotto i 25 anni resti per oltre quattro mesi senza lavoro, studio o formazione.