Rassegna Stampa
Primo Welfare

Servizi di Assistenza Domiciliare: un modello da ripensare?

Rosemarie Tidoli, Lombardia Sociale, 17 marzo 2016
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Gli ultimi dati disponibili mostrano che il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) pur con grandi variabilità regionali per copertura di utenti ultra 65enni e intensità del servizio, è in flessione in tutta Italia. A livello nazionale si è passati da una copertura del 1,6% nel 2005 ad una del 1,3% nel 2012, con un calo dello 0,3% in un valore di per sé già modesto; la spesa media per utente nel 2012 si attesta su 2.090 Euro per utente.

La diminuzione più significativa è avvenuta tra il 2010 e il 2012, quando l’assistenza domiciliare è tornata a livelli addirittura inferiori a quelli del 2003 (1,8%): questo trend negativo, confermato per quasi tutte le Regioni, consegue all’impatto dei tagli governativi avvenuti nel 2011 e 2012 nei fondi per la spesa sociale e per la non autosufficienza. La Lombardia non fa eccezione: nel periodo 2005-2012 la copertura è scesa dal 1,7 a 1,4 (appena superiore al dato nazionale), con una spesa media per utente di Euro 1.919, inferiore a quella nazionale, a riprova di una minor intensità degli interventi erogati.

Le cifre mostrano come il SAD, tranne alcune eccezioni, stia diventando sempre più residuale. Perché questo “man­cato decollo” dell’assistenza domiciliare comunale? Sarebbe sbagliato ritenere che la situazione sia da imputare solo alla “crisi infinita” e ai conseguenti tagli di spesa subiti dai Comuni negli ultimi anni: questo è sicuramente un fattore di rilievo, ma non è l’unico. Infatti, già 10-12 anni fa in vari territori emergevano le avvisaglie di una trasformazione e di una crisi del SAD.

 

Il SAD anziani: un servizio da ripensare?
Rosemarie Tidoli, Lombardia Sociale, 17 marzo 2016