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Ormai da qualche anno, alcune organizzazioni non-governative internazionali, tradizionalmente impegnate in paesi in via di sviluppo, hanno iniziato a realizzare le proprie in attività in Italia. I fenomeni contrastati in paesi terzi, oggi, sono purtroppo diffusi anche nel nostro paese e queste organizzazioni stanno di conseguenza mettendo a frutto in Italia l’esperienza maturata all’esterno. Questo articolo analizza quanto fatto da Save the Children.


Save The Childran: origine e attività

Nata a Londra nel 1919, Save the Children opera oggi in oltre 120 paesi per salvare i bambini e tutelare la loro crescita. Nel 2016, questa organizzazione ha raggiunto 4,2 milioni di destinatari nel mondo coinvolgendo 2,6 milioni di bambini.

“Save the Children Italia” nasce nel 1998 e i programmi domestici iniziano un paio di anni dopo con interventi nelle scuole e azioni dirette alla protezione e alla tutela dei minori non accompagnati. I programmi di contrasto alla povertà iniziano nel 2011 e, l’anno successivo, Save the Children lancia Ricordiamoci dell’infanzia, la prima grande campagna contro la povertà dei minori in Italia.

Nel 2016, Save the Children ha realizzato 64 progetti in Italia raggiungendo oltre 100 mila destinatari di cui quasi 80 mila fra minori e ragazzi. Rispetto all’anno precedente l’impegno è cresciuto in maniera significativa; nel 2005 infatti i progetti attivi in Italia erano infatti 48. Le tematiche di intervento hanno riguardato: 1) il contrasto alla povertà;  2) la protezione; 3) l’educazione; 4) la risposta alle emergenze.

La crisi economica ha favorito un aumento dei programmi destinati al contrasto alla povertà dei minori presenti in Italia, che nel 2016 sono stati complessivamente 34. Questi programmi mirano non solo a far fronte a situazioni di povertà cronica, ma anche a creare dei riferimenti territoriali per quelle famiglie che prima della crisi non vivevano in una situazione di vulnerabilità.

Al momento, all’interno del dipartimento povertà ed emergenza ci sono due unità distinte: una dedicata alla progettazione rivolta alla fascia 0-6 anni e l’altra alla fascia 6 -16 anni. 


Gli interventi per la fascia 0-6 anni

Vero la fascia 0-6 anni Save The Children realizza prinicipalmente due progetti di contrasto alla povertà: “Fiocchi in ospedale” e “Spazi mamme”.

Fiocchi in ospedale

Il programma Fiocchi in ospedale mira all’intercettazione precoce del bisogno e prevede, all’interno delle strutture ospedaliere che ospitano dei punti nascita, l’istituzione di sportelli che cercano di intercettare, durante i giorni precedenti e immediatamente successivi al parto, le situazioni di vulnerabilità. Una volta intercettato il bisogno, fiocchi in ospedale si propone di promuovere la presa in carico dei nuclei a livello territoriale. Inoltre, attraverso questo progetto, Save the Children organizza una serie di attività come ad esempio corsi pre-parto rivolti a donne straniere e corsi di italiano legati alla maternità.

Spazi mamme

Gli spazi mamme sono luoghi di incontro dove i genitori possono trovare sostegno nel processo di cura dei figli, nella gestione delle risorse economiche e nell’emancipazione del nucleo familiare da condizioni di deprivazione. Tutto questo attraverso attività mamma bambino, laboratori formativi e percorsi di orientamento al lavoro. Le attività realizzate da questi centri riguardano in particolare:

  • Il sostegno materiale per i minori in povertà
  • La presa in carico integrata per i nuclei più vulnerabili
  • I percorsi di orientamento al lavoro
  • L’orientamento e l’accompagnamento ai servizi del territorio
  • I laboratori formativi
  • Le consulenze offerte da professionisti
  • Lo sportello legale
  • Le occasioni di incontro per genitori e bambini

Gli spazi mamme sono presenti in aree a rischio di isolamento o comunque in realtà prive di servizi per le famiglie. Similmente a Fiocchi in ospedale, questo programma mira anche a facilitare i processi di presa in carico integrata a livello territoriale e quindi a favorire o accompagnare il lavoro dei servizi sociali territoriali.


Gli interventi per la fascia 6-16 anni

Save The Children realizza progetti di contrasto alla povertà anche nella fascia di età 6-16 anni, dove l’iniziativa principale è “Illuminiamo il futuro”.

Illuminiamo il futuro

Il progetto (di cui vi avevamo già parlato qui) è volto a contrastare la povertà educativa attraverso i “punti luce”. I punti luce sono spazi ad alta densità educativa dove bambini e adolescenti, che vivono in quartieri svantaggiati delle città italiane, possono accedere gratuitamente ad attività educative, ricreative e culturali.

Questi centri sono aperti ai bambini, agli adolescenti e ai loro genitori, sono coordinati da educatori e animati da volontari. L’obiettivo è quello di mettere in rete le differenti risorse educative presenti sul territorio per contribuire alla costruzione di una comunità educante che accompagni i bambini e gli adolescenti nella loro crescita. I punti luce garantiscono uno spazio sicuro in cui è possibile trovare una ricca e adeguata offerta educativa.

Nel quadro del programma “illuminiamo il futuro”, uno strumento di contrasto alla povertà educativa è la “dote educativa”. Le doti educative sono piani individuali di sostegno per bambini e adolescenti che vivono in certificate condizioni di disagio socio-economico. Questi piani possono consistere ad esempio in contributi per l’acquisto di libri e kit scolastici, o di strumenti musicali, per l’iscrizione ad attività sportive, a campi estivi, a gite scolastiche eccetera. La dote educativa è definita considerando le necessità educative di ogni singolo bambino e adolescente e mira a valorizzarne le potenzialità.

Nella figura che segue si riportano sinteticamente le informazioni relative alle città dove sono attivi i progetti di contrasto alla povertà, il numero di progetti realizzati, i beneficiari raggiunti, le risorse messe in campo e i principali finanziatori degli interventi.

 
Figura 1. Le iniziative di contrasto alla povertà minorile in Italia. Una sintesi




*Il presente articolo è stato scritto grazie alle informazioni e alla documentazione raccolta nel corso di una lunga intervista con Annamaria Cosatti, Project Officer – Area povertà di Save the Children.