capitolo 4

Le pratiche collaborative: fattori facilitanti e ostacolanti, sfide e opportunità della coprogettazione

di Celestina Valeria De Tommaso e Franca Maino

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abstract

La ricerca alla base del Rapporto si è interrogata sui fattori facilitanti e ostacolanti, nel qui ed ora, e sulle sfide e opportunità, in ottica futura, nell’avvio e nella gestione di processi di coprogettazione e coprogrammazione.

La complessità dei processi inerenti alle pratiche collaborative consiste nella costruzione di reti stabili e durature, con una visione sistemica orientata verso il lungo periodo e che condividono obiettivi e priorità strategico-politiche. Da un lato specifici fattori di contesto, organizzativi e operativi e di processo facilitano il ricorso ai due strumenti, incentivando gli attori (e le reti territoriali) ad abbandonare automatismi competitivi per accogliere logiche di governance collaborativa. Dall’altro lato la ricerca mostra come permangano fattori di natura ostativa (culturali e di resistenza al cambiamento, regolativi, amministrativi e organizzativi, economico-finanziari, politico-strategici) che impedirebbero l’avvio o lo sviluppo dei processi collaborativi. Questo perché la coprogettazione e la coprogrammazione, oltre a richiedere un importante cambio di paradigma, mettono a dura prova l’organizzazione interna ai singoli enti e richiedono expertise specifiche di intermediazione e facilitazione. Alla luce di queste dinamiche il capitolo approfondisce sfide e opportunità legate alle pratiche collaborative. A fronte dei nuovi rischi sociali, la coprogettazione e la coprogrammazione sembrano rappresentare la frontiera per innovare i servizi già esistenti e introdurne di nuovi in un tessuto socio-economico sempre più complesso e nella fase di policrisi che è in corso.

Il Capitolo 4 presenta la seconda parte dell’analisi dei dati rilevati attraverso la ricerca sulle pratiche collaborative, concentrandosi sui fattori facilitanti e ostacolanti e sulle sfide e le opportunità che coprogettazione e coprogrammazione portano con sé (per maggiori informazioni v. la Nota metodologica).

Le reti multiattore all’interno dei percorsi di coprogettazione sono caratterizzate da alcuni elementi chiave emersi nel corso della rilevazione:

La pluralità degli attori e la centralità del Terzo Settore

Nelle pratiche collaborative sono presenti molti attori diversi, sempre più in grado di lavorare insieme per sviluppare soluzioni condivise e per rispondere in modo più efficace alle esigenze della comunità. Il Terzo Settore, in particolare, ha assunto un ruolo centrale nella coprogettazione, a fronte di una PA locale che talvolta manca delle competenze necessarie e di capacità di innovazione.

Il rapporto orizzontale e complementare tra le parti

Lo scambio orizzontale tra gli attori avviene in virtù della condivisione di competenze tecniche e conoscenze. Il Terzo Settore opera ormai da diversi anni nell’ambito della progettazione di servizi sociali complessi e vanta una conoscenza profonda delle dinamiche territoriali, anche in virtù della sua prossimità alla comunità. La PA, oltre ad avere competenze tecnico-amministrative specifiche, è capace di strutturare una visione di lungo periodo a garanzia della sostenibilità futura dei progetti.

La partecipazione inclusiva

Le reti per la coprogettazione richiedono spesso il coinvolgimento attivo, e inclusivo, di più soggetti: del pubblico, del privato profit e non profit, delle parti sociali. In questi anni si è assistito per esempio all’apertura dei processi collaborativi anche alle aziende, attraverso lo sviluppo di piani di welfare aziendale territoriale (come raccontato nel Capitolo 5).


Fattori facilitanti

Sono quelle condizioni che agevolano e semplificano l’avvio e la gestione di procedure di coprogettazione e ne accompagnano lo sviluppo. L’analisi delle interviste e dei focus group ha permesso di individuare tre gruppi di fattori facilitanti.

  • la presenza di un ambiente organizzativo aperto all’innovazione, dotato di competenze e risorse umane ed economiche;
  • un quadro normativo-regolativo chiaro e conosciuto, con procedure burocratiche e processi non eccessivamente complessi;
  • una buona conoscenza reciproca tra gli attori locali, favorita da esperienze pregresse di collaborazione e/o da canali informativi appositi.
  • azioni di accompagnamento e facilitazione dei processi, magari svolte da figure esterne esperte;
  • presenza di competenze e capacità professionali all’interno delle organizzazioni;
  • formazione continua e apprendimento reciproco, allo scopo di sviluppare un linguaggio comune e una cultura condivisa.
  • coinvolgere l’ente pubblico, come soggetto che può favorire un ancoraggio territoriale delle pratiche collaborative;​
  • saper coltivare una visione di lungo periodo;
  • agire (insieme) secondo logiche di sistema, anche allo scopo di ottimizzare l’impiego delle risorse disponibili.


Fattori ostacolanti

Sono elementi che inibiscono, rallentano o ostacolano l’avvio o la piena attuazione dei processi di coprogettazione. L’analisi ha evidenziato quattro insiemi di fattori ostacolanti che sono il risultato di una fitta interconnessione tra dinamiche esogene ed endogene alle reti multiattore.

Fonte: Sesto Rapporto sul secondo welfare

Fonte: Sesto Rapporto sul secondo welfare

Le sfide e le opportunità

Le opportunità sono aperture o possibilità che qualcosa di positivo possa accadere. Di solito scaturiscono da situazioni esterne all’organizzazione o al contesto in cui si opera. Le sfide, invece, rimandano a tutto ciò che potrebbe influire negativamente su scelte, interventi e azioni. Conoscere le sfide permette di anticiparne le possibili conseguenze e apre alla possibilità di mettere in campo soluzioni e strategie per evitare di subirne gli effetti. Sia le sfide che le opportunità hanno sempre più a che fare con la sostenibilità dei sistemi sociali e con la possibilità di consolidare e modellizzare pratiche collaborative.

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