L’autrice

Cristina Ugolini è professore associato di Scienza delle finanze nel Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Bologna, dove insegna i corsi di scienza delle finanze, analisi economica delle politiche pubbliche ed economia della sanità e delle politiche sociali. I suoi interessi di ricerca vertono principalmente su temi di programmazione e regolamentazione sanitaria in ambito ospedaliero e nell’ambito dell’assistenza primaria.


Abstract

L’autrice si interroga, ponendosi all’interno della prospettiva delle scienze economiche, su come possano essere affrontare le sfide a cui è sottoposto un welfare state sempre più in crisi. Da questo punto di vista, vengono analizzate, in primo luogo, le ragioni che sono alla base dell’intervento pubblico, volto a proteggere la collettività di un paese da rischi specifici a carattere individuale come disoccupazione, malattia, vecchiaia, disabilità e a ridistribuire risorse al fine di alleviare le varie forme di povertà e di diseguaglianza. Per passare, in secondo luogo, a individuare i possibili rischi legati a una crescita eccessiva dello Stato sociale, anche in connessione con la profonda diversità dei sistemi di protezione sociale dei paesi occidentali. Dalla fine degli anni Ottanta i sistemi di welfare sono stati identificati fra i principali responsabili della scarsa crescita dell’economia europea, soprattutto se confrontata con il maggiore dinamismo dell’economia statunitense. A partire da questa prospettiva viene proposta, in terzo luogo, una rassegna della letteratura più recente che ha messo in relazione le specificità del modello europeo (anche alla luce del processo di integrazione) con le interpretazioni sulle trasformazioni recenti del welfare state. Infine, il paper, partendo da un’analisi dei servizi per l’infanzia e la non autosufficienza, ricostruisce il dibattito in corso sul nesso esistente tra servizi alla persona e sviluppo di un secondo welfare, alla luce in particolare dei filoni della letteratura economica che sostengono l’esigenza di trasformare il welfare state nella direzione di una welfare society a cui si avvicina il modello di welfare «sussidiario», o modello civile di welfare, che sta caratterizzando sempre più l’Italia.