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Nel corso degli ultimi anni il welfare occupazionale si sta diffondendo in maniera rilevante attraverso la contrattazione collettiva, e in particolare con i CCNL, i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (ne abbiamo parlato recentemente qui). Alcuni di questi accordi, che interessano interi settori produttivi e intere categorie occupazionali, stanno prevedendo misure e interventi particolarmente interessanti che vanno oltre la previsione di fringe benefit. È il caso del CCNL degli elettrici e di quello dedicato a lavoratori e lavoratrici domestiche.

Il CCNL di colf e badanti

Lo scorso 8 settembre 2020, dopo alcuni mesi di confronto tra le parti, è stato rinnovato il CCNL dedicato agli assistenti familiari, come colf, badanti e babysitter. L’accordo – sottoscritto da Fidaldo, Assindatcolf, Nuova Collaborazione, Adlc, Adld, Domina e dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Federcolf – prevede aumenti in busta paga, forme di certificazione per colf e badanti che hanno seguito un corso di formazione, previdenza complementare, sanità integrativa e una particolare assicurazione per i datori di lavoro.

L’accordo offre infatti forme di welfare anche per la parte datoriale, in questo caso le famiglie che hanno un familiare anziano, con disabilità o comunque bisognoso di assistenza. In particolare, grazie al CCNL per ogni ora lavorata sono versati 6 centesimi di euro (4 dalla famiglia e 2 dal lavoratore) in un fondo comune; tale fondo serve a finanziare, dal lato dei lavoratori e lavoratrici domestiche, prestazioni di natura sanitaria integrativa e, dal lato dei datori, forme di assicurazione che coprono il rischio di non autosufficienza.

A questo riguardo, come affermato da Alessandro Lupi (vicepresidente di Assindatcolf) all’interno di un articolo di Rita Querzè uscito per L’Economia del Corriere della Sera, “non dimentichiamo che in questo caso i datori di lavoro non sono aziende ma famiglie, persone spesso con disponibilità economiche contenute. Per questo una forma di tutela può essere utile e apprezzata”.

Il contratto collettivo degli elettrici

Il CCNL degli elettrici, cioè gli addetti di quelle imprese che si occupano di attività di produzione, trasporto, trasformazione e vendita di energia elettrica, è stato sottoscritto al termine del 2019 da Elettricità Futura, Utilitalia, Enel, Gse, Sogin, Terno, Energia Libera e dalle sigle sindacali Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil.

Oltre a prevedere formule di previdenza complementare e sanità integrativa, come la maggior parte del CCNL del nostro Paese, l’accordo ha un intero capitolo dedicato al tema “Responsabilità sociale e Welfare” all’interno del quale sono contenute una serie di proposte per sostenere la conciliazione vita-lavoro, il volontariato aziendale e l’inclusione delle diversità. A questo riguardo, le parti hanno previsto la creazione di una commissione paritetica nazionale per contrastare le discriminazioni di genere, favorire la parità e avviare interventi per il contrasto alla violenza e alle molestie sessuali sui luoghi di lavoro.

Il contratto prevede poi misure di flessibilità oraria, cessione solidale delle ferie tra colleghi e interventi per il sostegno alla genitorialità. Tra le iniziative più interessanti sotto questo profilo vi è la possibilità di “convertire” i possibili premi di risultato annuali stabiliti dalla contrattazione di secondo livello in giornate di permesso e perciò in “tempo”. La conversione, anche parziale, del premio di risultato in giornate di permesso potrà avvenire in via sperimentale attraverso la contrattazione di secondo livello; questa opportunità, come scritto nel CCNL, ha lo scopo di “favorire la conciliazione fra vita personale e vita lavorativa" e di "valorizzare strumenti di flessibilità volti ad accrescere il benessere organizzativo”.


Nuove proposte di welfare contrattato

Come vi abbiamo spesso raccontato (ad esempio qui e qui), il welfare che si diffonde attraverso la contrattazione collettiva riguarda soprattutto gli ambiti della previdenza complementare e della sanità integrativa; inoltre, negli ultimi anni – in particolare a seguito della sottoscrizione dell’ultimo CCNL metalmeccanico – si è progressivamente affermata in molti accordi la presenza di quote da destinare a fringe benefit e altre misure di welfare aziendale.

I contratti collettivi validi per colf e badanti e per gli elettrici rappresentano però delle novità interessanti sotto il profilo del welfare contrattato. Si tratta infatti di forme mai sperimentate prima: da un lato perché mettono a disposizione formule assicurative anche per le famiglie che assumono collaboratori o collaboratrici domestiche e, dall’altro, perchè alimentano la diffusione di forme di flessibilità organizzativa in un’ottica di conciliazione vita-famiglia-lavoro.

In entrambi i casi, i CCNL forniscono nuovi spunti di dialogo e confronto tra i sindacati e le rappresentanze delle imprese, permettendo così sia ai lavoratori sia alla parte datoriale di ottenere delle risposte importanti per le loro necessità lavorative e sociali. La previsione di particolari formule assicurative rappresenta, ad esempio, una proposta per affrontare un rischio che – a causa del progressivo invecchiamento della popolazione – è divenuto (e diverrà) sempre maggiore.

Nel caso del CCNL del settore dell’elettricità, invece, si mette a sistema in maniera ancora più formale un percorso di “contrattazione del tempo” (per saperne di più) grazie al quale le parti sociali riflettono sull’evoluzione dei processi lavorativi e tentano di superare l’impostazione fordista basata sulla rigidità dell’orario. Ciò va senz’altro a vantaggio della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e, allo stesso tempo, diviene parte di un nuovo modo di lavorare e di pensare l’organizzazione.