Pillole
Terzo Settore

Il terzo pilastro al centro: le proposte di Paolo Venturi per un ruolo contributivo del Terzo Settore al PNRR

In occasione dei lavori promossi dal Forum Terzo Settore sul Piano Nazionale di Ripresa Resilienza, il direttore di Aiccon ha indicato alcune azioni da intraprendere per immaginare un "futuro buono"
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In occasione dei lavori promossi dal Forum Terzo Settore sul Piano Nazionale di Ripresa Resilienza, il direttore di Aiccon Paolo Venturi ha preparato una nota in cui avanza alcune proposte di azione per la redazione del PNRR.

Secondo Venturi “la redazione del PNRR richiede un coinvolgimento ampio e plurale, capace di stimolare progettualità trasformative. Le proposte del Terzo Settore e dell’impresa sociale devono, perciò, assumere una visione contributiva: le transizioni oggetto del PNRR saranno, infatti possibili e durature solo se saremo capaci di alimentarle e accompagnarle attraverso progettualità concrete e pragmatiche ad alto valore relazionale e comunitario”. In questo senso “curare le ferite della pandemia e immaginare il “dopo” richiede azioni trasformative e non solo un’ampia e profonda azione di redistribuzione”.

Venturi sottolinea come Mario Draghi nel suo discorso al Senato abbia “ricordato come “l’unità sia un dovere: un dovere da perseguire però non nell’uniformità, bensì nella biodiversità degli apporti. A tal proposito il ruolo di istituzioni che generano beni relazionali, reti di solidarietà, servizi di cura e d’inclusione, imprenditorialità sociale e occupazione stabile, risultano imprescindibili per immaginare un futuro buono. Fare proposte, per il Terzo Settore, richiede perciò di pensarsi comeasset-holder” ossia portatore di risorse (per certi versi non surrogabili da altri) e non appena come “need-holder” (portatore di bisogni) e come “stake-holder” (portatore d’interessi)”.

Il direttore di Aiccon guardando alle missioni individuate dal PNRR scrive che il Terzo Settore può portare il proprio contributo soprattutto laddove si trovano beni comuni. “Salute, Ambiente, Coesione, Sviluppo sostenibile non possono essere affrontate senza un’interdipendenza ed una governance collaborativa che ingaggi cittadini, istituzioni e reti orientate all’interesse generale. La gestione dei beni deve essere coerente con la natura degli stessi: i beni comuni (pena il loro fallimento) postulano infatti un protagonismo della comunità” come ricorda Elinor Ostrom. In questo senso, la crisi pandemica ha dimostrato in maniera inequivocabile come sia indispensabile includere il “Terzo Pilastro” tanto nella governance quanto nella gestione di questi beni.Per questo “il PNRR deve assumere questa prospettiva di “governance allargata” per vincere queste sfide“.

Perché questo avvenga, sottolinea quindi Venturi, sono però indispensabili due premesse. La prima è che il il ruolo contributivo del Terzo Settore può essere tale solo se inserito nella “cabina di regia” che disegnerà priorità e strategie; se questo non dovesse avvenire si andrà, come spesso accade, verso negoziazioni al ribasso. La seconda riguarda invece la misurazione dell’impatto sociale: tanto più essa sarà centrale nel guardare le sfide, tanto più il Terzo settore avrà un ruolo decisivo. “Dare alle sfide occupazionali, sociali e ambientali obiettivi d’impatto sociale dilata il valore ed il ruolo del Terzo settore ed è in grado di liberare un’offerta crescente di investimenti e finanza “impact oriented”. Il risultato finale si tradurrebbe in un significativo “effetto leva” tanto sulla domanda (potenziando il ruolo delle imprese sociali), quanto sull’offerta (allargando la platea delle risorse)”.


Il testo completo è disponibile sul sito di Aiccon
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