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Quello dell’occupazione probabilmente è oggi il più grande problema del nostro Paese. L’assenza di lavoro, infatti, limita le possibilità delle persone di rispondere autonomamente e con dignità alle proprie esigenze primarie, ponendole spesso in condizioni di bisogno più o meno gravi che vanno ad appesantire un sistema di welfare già fortemente indebolito. L’Italia, come mostrano gli ultimi dati Eurostat, presenta ancora un tasso di disoccupazione tra i più alti del Continente – l’11.9% contro una media UE dell’8.3% – che risulta preoccupante soprattutto per quel che riguarda i più giovani. Nonostante i tentativi fatti attraverso il varo di diverse misure – in primis Garanzia Giovani – i giovani con meno di 25 anni che nel nostro Paese non riescono a trovare un lavoro sono ben il 40,3% (contro una media UE del 20,3%); i cosiddetti NEET – giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in un percorso formativo – invece sono circa il 25,7% contro una media UE del 14,8%.

In questo quadro sconfortante, tuttavia, negli ultimi anni alcuni attori che operano a stretto contatto con i territori hanno avviato iniziative volte ad affrontare le problematiche legate al lavoro nelle sue diverse sfaccettature. Si tratta delle Fondazioni di comunità nate grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, che rappresentano un punto di riferimento per le realtà del terzo settore e hanno come obiettivo quello di dare una risposta ai bisogni sociali di ciascun territorio.

Di seguito vi proponiamo alcune esperienze interessanti sviluppate dalle fondazioni comunitarie che sono state presentate nel corso di un evento a porte chiuse svoltosi lo scorso 15 dicembre a Milano in Fondazione Cariplo. Crediamo che la loro eterogeneità, le modalità con cui sono state create e la tipologia dei soggetti coinvolti possano offrire spunti interessanti per tutti coloro che operano nei medesimi campi. Pensiamo infatti che la diffusione di buone pratiche e idee che permettano di affrontare il grave problema del lavoro sia prioritario per l’Italia, che non può pensare di tornare a crescere senza cercare di risolverlo alla radice.


“Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela ciascuno. Ma se tu hai un’idea, ed io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee
” (George Bernard Shaw)

A Lodi la solidarietà genera lavoro

Nel 2015, in collaborazione con la Camera di Commercio di Lodi, la Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi ha emesso il Bando “Emergenza Giovani al Lavoro”, dedicato all’occupazione giovanile, attraverso il quale è stato selezionato il progettoLa Solidarietà genera lavoro”. L’idea progettuale, ideata e realizzata da una collaborazione tra Cesvip, Galdus, E.L.F.I, C.S.& L. e IAL (in qualità di Ente capofila), intende dare risposta alle richieste di molti giovani inoccupati del lodigiano, offrendo la possibilità di sperimentare esperienze lavorative presso enti no profit ed imprese profit del territorio.

I tirocini prevedono un compenso mensile per i giovani, senza alcun costo a carico dell’ente ospitante, grazie a un fondo complessivo di 130.000 euro costituito dalla Fondazione Comunitaria (100.000 euro) e dalla Camera di Commercio (30.000 euro), che si sono occupate anche della promozione dell’iniziativa all’interno del territorio.

Il compito della rete di enti che si sono aggiudicati il finanziamento per la gestione del progetto è invece quello di accogliere tutte le candidature, sia dei giovani che delle realtà profit e non profit, e poi abbinarle in modo che, a seconda dei bisogni e delle competenze esplicitate sul modulo di adesione, si favorisca la realizzazione di tirocini il più formativi e utili possibili. Inoltre, tali enti hanno svolto un lavoro prezioso conciliando il contributo della Fondazione, relativo alle esperienze presso enti non profit, con le disponibilità di Garanzia Giovani.

Grazie al Bando ciascuno degli enti coinvolto, che già in precedenza si occupava in maniera autonoma di orientamento e inserimento lavorativo, si è messo in gioco apportando le proprie competenze e collaborando con gli altri per creare sinergie operative efficaci e funzionali.

Attualmente le posizioni lavorative offerte dagli enti che si sono candidati al progetto sono 53; i tirocini già attivati sono 32 tirocini (17 presso enti non profit, e 15 presso imprese profit) e altri 8 sono in fase di attivazione o di valutazione. Ad oggi presso gli enti non profit selezionati sono occupati giovani tra i 18 e i 29 anni, che riceveranno 400 euro mensili per il tirocinio che ha una durata di 6 mesi (3 a carico della Fondazione e gli altri finanziati grazie al contributo di Garanzia Giovani); presso le aziende profit, invece sono coinvolte persone fino a 40 anni, che riceveranno 500 euro mensili per 3 mesi di tirocinio. In alcuni casi le imprese coinvolte si sono dimostrate disponibili ad offrire un importo ulteriore da corrispondere mensilmente al tirocinante.

La scommessa fatta dalla Fondazione in fase di elaborazione del Bando era che alcuni giovani potessero, a conclusione di questa esperienza di tirocinio, inserirsi nell’ambito lavorativo per rispondere, almeno in parte, alla grande emergenza lavoro che caratterizza il territorio lodigiano. L’imminente conclusione del periodo lavorativo da parte di alcuni ragazzi dirà se questo obiettivo potrà dirsi effettivamente centrato.

A Cremona un percorso pensato per gli over 45 scoraggiati

"QUAR-K – Quarantacinquenni Ok" è un progetto sviluppato dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona rivolto a donne e uomini over 45 che sono esclusi dal mercato del lavoro, privi di forme di sostegno e, quindi, a forte rischio di esclusione sociale.

Il progetto, in sintesi, intende rimotivare coloro che nella provincia di Cremona  sono "scoraggiati" e valorizzare e ri-orientare le loro competenze. In che modo? Individuando datori di lavoro che, a livello locale, manifestino interesse nei confronti dei lavoratori over 45 e siano disposti ad accompagnarli in un percorso di adeguamento delle loro competenze professionali attraverso esperienze di tirocinio utili al reinserimento lavorativo. Le attività progettuali per favorire tale processo sono state messe in campo dalla Provincia di Cremona mediante i propri Centri per l’Impiego di Cremona, Crema, Casalmaggiore e Soresina.

Il progetto si è strutturato attraverso due macroazioni. Da un lato, quella di “Rimotivazione e riorientamento”, volta a rimotivare e riattivare i lavoratori target che si trovano in una situazione di “scoraggiamento” riguardo alla possibile ripresa della propria carriera lavorativa, anche attraverso la valorizzazione delle risorse personali acquisite in termini di competenze ed esperienze maturate nel corso della carriera lavorativa stessa. Dall’altro lato, quella di “Sostegno all’occupabilità”, volta a sostenere il reinserimento nel mercato del lavoro sia attraverso il potenziamento/adeguamento delle competenze professionali sia attraverso l’individuazione di datori di lavoro che a livello locale manifestino interesse nei confronti degli stessi.

Per quanto riguarda la prima azione, il progetto prevede una prima fase di “Accoglienza” orientata a presentare il progetto all’utente, verificare la sussistenza dei requisiti di accesso, l’assistenza nella presentazione della domanda di partecipazione e una prima valutazione degli eventuali ulteriori servizi specialistici da erogare. La fase successiva, di “Orientamento specialistico”, è invece volta a individuare in maniera più puntuale i bisogni dell’utente in termini di ulteriori servizi personalizzati specialistici, attraverso l’analisi delle precedenti esperienze formative e professionali e fornendo metodi di auto-promozione sul mercato del lavoro, definendo un progetto lavorativo e/o formativo e un profilo professionale da proporre mediante un adeguato CV.

Per quanto riguarda il sostegno all’occupabilità, i Centri per l’Impiego hanno previsto il “Servizio incontro domanda-offerta di esperienze di lavoro”, ovvero l’inserimento della persona nella banca dati IDO (incontro domanda-offerta) e la promozione del suo profilo presso le aziende e le Associazioni di categoria. Secondariamente, è stato prevista l’attivazione di tirocini presso datori di lavoro privati, accompagnati da un’adeguata indennità di partecipazione e finalizzati al reinserimento lavorativo. In alternativa al tirocinio è stato prevista la possibilità di un percorso formativo volto all’acquisizione o all’aggiornamento delle competenze professionali richieste da un datore di lavoro che si impegni ad assumere un lavoratore target sulla base di uno specifico accordo.

Il progetto, che si concluderà il 30 giugno 2017, finora sta registrando risultati molto positivi. I dati raccolti fino al 31 maggio 2016 indicano che sono stati conclusi 20 percorsi di tirocinio e che il 50% di questi ha portato ad un effettivo reinserimento nel mercato del lavoro. Altri dati, che fanno riferimento al 31 agosto 2016, mostrano che finora il progetto ha avuto 422 adesioni iniziali. Un numero molto superiore alle aspettative che indica una dinamica che si sta ripetendo anche nelle altre fasi progettuali (vedi figura 1). 

Figura 1. Previsioni e risultati (aggiornati al 31 agosto 2016) del progetto Quar-K

 

Finora gli aderenti al progetto sono: donne 41%, uomini 59%; italiani 83,4%, stranieri 16,6%; 45-49enni 41,2%, 50-55enni 35,8%, over 55 23,0%. Per la realizzazione del progetto ad oggi sono stati stanziati 427.525 euro, di cui 261.445 garantiti dalla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona.

Solidarietà al Lavoro nella città di Lecco

Per rispondere alle sempre più pesanti difficoltà occupazionali derivanti dalla crisi economica, nel febbraio 2011 il Consorzio Consolida, la Caritas Ambrosiana e la principale parrocchia di Lecco hanno promosso la nascita del Fondo “Solidarietà al Lavoro”. Si tratta di un fondo, costituito presso la Fondazione della Provincia di Lecco per sostenere l’assunzione – presso cooperative sociali o altri soggetti onlus – di cittadini lecchesi disoccupati.

Di fatto il fondo si concentra primariamente sugli over 50 con scarse risorse economiche e scolastico-culturali, che non beneficino di prestazioni economiche da parte dell’INPS, abbiano avuto un rapporto di lavoro nei 24 mesi precedenti e si trovino in particolari situazione di disagio familiare. Il lavoro di istruttoria e di vaglio delle richieste, oltre che di ricerca di un adeguato sbocco occupazionale, è svolto dalla Caritas di Lecco con il suo sportello di ascolto.

Dall’avvio il fondo ha raccolto circa 410.000 euro – ad oggi quasi tutti erogati – provenienti prevalentemente da donazioni di parrocchie, famiglie e enti pubblici, con una quota apportata anche dalla Fondazione comunitaria. Le risorse erogate sono state utilizzate per coprire tra il 50% e il 70% del compenso destinato alla persona disoccupata assunta da una realtà non profit del territorio, tendenzialmente per il tempo necessario ad accedere agli ammortizzatori sociali esistenti e/o raggiungere i requisiti per la pensione.

Le risorse finora erogate sono state utilizzate per offrire occupazione a 76 persone. Di queste, 70 hanno goduto di assunzioni a tempo determinato, che in 14 casi si sono tradotte in assunzioni a tempo indeterminato; 6 persone hanno invece goduto di borse lavoro.

Recentemente l’Associazione Volontari Caritas di Lecco ha sostenuto un’azione di rilancio del Fondo con l’obiettivo di sostenere altre 20 assunzioni a tempo determinato e 27 borse lavoro. In questa nuova fase sono stati già raccolti 35.000 euro.

Living Land: il welfare comunitario dedicato (anche) ai giovani

Sempre a Lecco, nell’ambito della prima edizione del Bando “Welfare in azione” di Fondazione Cariplo, è in corso dal maggio 2015 il progetto Living Land (di cui vi avevamo parlato qui), promosso dal Consorzio Consolida e supportato tra gli altri anche dalla Fondazione della Provincia di Lecco.  Living Land si sta sviluppando con successo sul territorio lecchese attraverso la promozione concreta di nuovi modelli di governance che valorizzano gli apporti di diversi soggetti del territorio. Si tratta di apporti programmatici e gestionali, ma anche finanziari, che trovano il punto di caduta e di verifica in un Fondo appositamente costituito dalla Fondazione comunitaria, che ha raccolto ad oggi, fra bonifici contabilizzati ed un’operazione in via di perfezionamento, oltre 850.000 euro, di cui 550.000 erogati.

All’interno del progetto è stata sviluppata un’iniziativa di sostegno ai NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi formativi) e un’azione di supporto innovativo alle famiglie nella gestione dei carichi di cura a domicilio per anziani e disabili. Living Land riguarda dunque fasce diverse di popolazione e tipologie di problematiche sociali, tutte in qualche modo integrate a livello familiare. Mentre la parte riguardante gli anziani e i disabili è in una fase che non consente ancora un ponderato giudizio valutativo, appare sin d’ora di particolare e validato interesse quello concernente il supporto ai giovani nella propria transizione verso la vita adulta grazie diverse proposte educative che vanno da esperienze pre-lavorative a forme di tirocinio individuale, da esperienze micro-imprenditoriali alla “leva civica di cittadinanza”.

Alla fine del 2016 l’azione di Living Land dedicata ai giovani aveva coinvolto 850 NEET e 140 imprese e visto lo stanziamento di circa 450.000 euro.