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Presentati al Campus Bio-Medico di Roma i nuovi dati sulla sanità integrativa. Al 2014 operanti 290 Fondi integrativi, che raccolgono contributi per più di 2 miliardi ed erogano prestazioni per un valore quasi analogo, pari a circa l’8% della spesa sostenuta privatamente dagli assistiti. Ma la crescita di Fondi e Casse è a doppia cifra percentuale. Sondaggio a sorpresa: per gli assistiti contano più tecnologia e qualità della struttura che non il medico ‘di grido’.

Dovrebbe essere il secondo pilastro della sanità. Quello chiamato ad assicurare la popolazione dal rischio di dover affrontare spese insostenibili per i nuovi e super costosi farmaci, la chirurgia d’avanguardia sempre più robotizzata o, più semplicemente, cure e assistenza a lungo termine per affrontare le poli-cronicità. Un doppio effetto, quello dei costi dell’innovazione sanitaria e dell’invecchiamento della popolazione, che rende sempre meno sostenibile il nostro sistema di welfare sanitario, più che mai bisognoso di una seconda gamba d’appoggio. Oggi ancora esile, ma in rapida crescita. A fornire la prima vera fotografia della sanità integrativa italiana sono i primi dati dell’Osservatorio su Mutue e Fondi sanitari, istituito lo scorso anno da Valore srl. Risultati presentati oggi, nel corso di un incontro sul tema promosso dall’Università Campus Bio-Medico di Roma, con il supporto di Valore srl, società specializzata in servizi a Casse e strutture sanitarie.


Mutue e fondi sanitari. "Crescono ma solo 7 mln di italiani si affidano al secondo pilastro". La ricerca presentata al Campus Bio-Medico

Quotodiano Sanità, 17 giugno 2015