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Usa: perché cala l'occupazione femminile?

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Le donne rappresentano una componente importante per l’economia americana: il tasso di occupazione femminile negli ultimi 60 anni è cresciuto costantemente, raggiungendo il suo apice – 74% delle donne tra i 25 e i 54 anni – nel 1999. Da allora però ha iniziato a decrescere, per fermarsi all’attuale 69%, al contrario di alcuni paesi europei dalle economie più deboli, come la Francia o l’Irlanda.

Complice la crisi, certo, ma anche la mancanza di adeguate politiche family friendly (soprattutto per le donne più povere e meno istruite, ma non solo), come sottolineano alcuni movimenti nati per migliorare gli strumenti di sostegno alle working families, in particolare i permessi familiari retribuiti e le politiche relative alla maternità.

Un risultato che porta alcuni a guardare all’Europa in una prospettiva diversa. Secondo le autrici, infatti, il declino dell’occupazione femminile è particolarmente significativo in un paese che ha a lungo privilegiato la flessibilità – in luogo dell’espansione dei benefits, come in Europa – in nome della crescita dell’aumento dei posti di lavoro. Se la lunga lista di regole e benefits -tra cui il sistema di indennità e permessi per ragioni familiari – appaiono ancora per molti come un costo per le economie europee, questi dati dimostrerebbero tuttavia come anche l’approccio del free market americano abbia un costo: lasciare molte famiglie, soprattutto molte donne, senza un sostegno nella difficile conciliazione tra lavoro e famiglia.

Why U.S. Women Are Leaving Jobs Behind, The New York Times, 12 dicembre 2014

 

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