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Il mercato del welfare aziendale è in continuo sviluppo. Lo è da un punto di vista di ampiezza dell’offerta e di tecnologie adottate, ma anche da quello del senso delle azioni. Lo dimostra la nascita di Tundr, abilitatore che mira a facilitare l’accesso alle prestazioni e ai benefit di welfare per i dipendenti con un approccio particolarmente attento alla sostenibilità.

Tundr, infatti, ha fatto il suo ingresso sul mercato all’inizio del 2022 con TundrMove, un voucher destinato alle imprese che vogliono incentivare l’utilizzo di mezzi di mobilità sostenibile per i propri collaboratori. E oggi la cifra del suo impegno in questa direzione è data proprio dalle caratteristiche sostenibili della propria offerta. Ma andiamo con ordine.

Accompagnare la comprensione dei bisogni

Tundr, che è stata fondata da Jules-Arthur Sastre e Giorgio Seveso, come quasi tutti gli operatori del settore propone una piattaforma, accessibile tramite un’app e via web, che consente ai dipendenti delle aziende che investono nel welfare di accedere a una serie di beni e servizi previsti dalla normativa. Al contempo, lo strumento permette alle aziende di conoscere i dati relativi all’utilizzo del budget welfare stanziato, in modo da investire al meglio queste risorse.

Jules-Arthur Sastre e Giorgio Seveso, fondatori di Tundr.

A differenza di altri player del settore aspetto, Tundr ha scelto di puntare sullo sviluppo di un percorso di ascolto e accompagnamento delle persone nelle scelte dei servizi e delle prestazioni disponibili sulla piattaforma. Al di là della valutazione preliminare dei bisogni tramite questionari, elemento che ormai contraddistingue l’azione di molti provider di welfare aziendale, c’è un vero e proprio percorso di supporto che prevede tre step. Il primo consiste in un assistente virtuale che si trova nell’app e che guida la persona alla  scoperta dei beni e servizi di welfare più adatti alle proprie esigenze. Il suo obiettivo, in breve, è di facilitare l’incontro tra la domanda, i bisogni delle persone, e l’offerta presente nella piattaforma1.

Oltre all’assistente virtuale i dipendenti, come detto, hanno a disposizione altre due possibilità per approfondire la loro conoscenza dell’offerta welfare: rivolgersi a uno specialista di Tundr, che può prendersi carico personalmente delle richieste, o, successivamente, ad un Care Manager, cioè uno specialista proveniente dal Terzo Settore che si occupa di aiutare la persona a orientarsi verso i servizi – pubblici, privati e territoriali – più adatti alla propria situazione.

L’attenzione per il  tema della sostenibilità

Come detto, Tundr è partita offrendo voucher per la mobilità sostenibile. La sua proposta iniziale si basava sull’utilizzo della quota dei fringe benefit2 per il noleggio di biciclette, monopattini elettrici e altri mezzi di trasporto a impatto ambientale ridotto.

Quello della sostenibilità in senso ampio è proprio l’altro aspetto interessante dell’app, che consente di stimare in tempo reale l’impatto ambientale relativo a ogni  loro acquisto effettuato tramite la piattaforma. La piattaforma, ad esempio, dà conto di quanta CO2 è prodotta dalla spesa fatta all’interno di uno specifico circuito commerciale o dall’acquisto di un determinato bene o servizio.

L’operatore ha poi  ideato anche una Smart Card per i fringe benefit attraverso la quale i lavoratori e le lavoratrici possono accedere ai prodotti e ai servizi di brand selezionati in base al loro impegno per la sostenibilità. L’obiettivo, in breve, è quello di rendere i fringe spendibili all’interno di un circuito di produttori e rivenditori attenti alla sostenibilità dei loro prodotti. Questa offerta è stata sviluppata anche grazie alla collaborazione con alcune realtà che si occupano dei temi del welfare e della sostenibilità, tra questi c’è la società benefit Walà con cui Percorsi di secondo welfare ha sviluppato WIN – What I Need: uno strumento pensato per raccogliere con una metodologia innovativa le necessità di chi lavora.

Segnali di cambiamenti più ampi del mercato

Dalle proposte di Tundr appare evidente come il welfare aziendale sia divenuto parte integrante della policy aziendali legate allo sviluppo sostenibile e, più in generale, agli investimenti ESG (Environmental, Social, Governance), che riguardano cioè i temi dell’ambiente, dell’impatto sociale e della governance.

Come vi abbiamo raccontato recentemente, i punti di contatto che il welfare aziendale ha con l’Agenda 2030 e con il perseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs – Sustainable Development Goals) possono essere molti. Basti pensare a come misure, servizi e prestazioni di welfare messe in piedi dalle imprese per i propri lavoratori e lavoratrici possono contribuire al raggiungimento di alcuni degli obiettivi legati alla dimensione economico-produttiva, come “Lavoro dignitoso e crescita economica” (8), “Imprese, innovazione e infrastrutture” (9) e “Parità di genere” (5).

Il legame tra welfare aziendale e sviluppo sostenibile

Sempre più organizzazioni stanno poi investendo (anche tramite il welfare, come dimostrano i buoni di Tundr) per ridurre gli impatti generati dagli spostamenti tra le residenze dei lavoratori e la sede di lavoro, contribuendo in tal senso al raggiungimento dei Goal “Energia pulita e accessibile” (7), “Città e comunità sostenibili” (11) e “Lotta contro il cambiamento climatico” (13).

Evidenti sono anche i crescenti legami con gli Obiettivi dai risvolti più sociali, come “Salute e benessere” (3) e “Istruzione di qualità” (4), nei quali organizzazioni e parti sociali possono investire ricorrendo a strumenti come la sanità integrativa e percorsi di formazione e professionalizzazione, sia per i dipendenti che per i loro figli, ma anche misure come borse di studio o sistemi per il rimborso di libri e rette scolastiche.

Anche il mercato degli operatori sembra dunque aver compreso l’importanza del legame tra welfare aziendale e sostenibilità. Lo dimostra il fatto che le offerte e le proposte di provider, consulenti e fornitori pongono sempre maggiore attenzione alle loro possibili ricadute sociali e ambientali. E il caso di Tundr è solo uno degli esempi più recenti. Si tratta di un trend sicuramente interessante, che potrebbe aumentare ulteriormente il valore delle azioni di welfare promosse dalle organizzazioni.

 

Note

  1. Il nostro Laboratorio sta collaborando con Tundr alla definizione di questo assistente virtuale.
  2. Misure che riguardano una vasta gamma di servizi e soluzioni che le imprese possono destinare ai propri dipendenti, godendo di specifici benefici fiscali. Tra le formule più comuni ci sono card o voucher acquisto da spendere presso catene commerciali o negozi (anche della grande distribuzione online) e buoni benzina.
Foto di copertina: Lazerkong, Pizabay