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Anche grazie ad alcuni interventi sul fronte della contrattazione collettiva (come vi abbiamo raccontato qui), il mondo delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) e, più in generale, delle strutture dedicate alla cura degli anziani si sta aprendo al welfare aziendale. In questo approfondimento vi riportiamo l’esperienza di ASCA – Azienda Speciale Consortile Agordina, grazie al dialogo con Maria Chiara Santin, Amministratore Unico della società veneta.

Il welfare aziendale come opportunità

ASCA è una realtà istituita nel 2017 che si occupa principalmente di strutture residenziali per anziani non autosufficienti: gestisce la porta d’accesso ai servizi, si fa carico dell’assistenza domiciliare e di attività a supporto della domiciliarità, spaziando anche in altre aree con azioni a sostegno di minori e famiglie. Si tratta di un’esperienza molto particolare: ASCA è infatti un’azienda consortile costituita dai 16 Comuni dell’agordino, in provincia di Belluno, con sede amministrativa ad Agordo, dotata di personalità giuridica, di autonomia gestionale e patrimoniale e di un proprio Statuto, approvato dai Consigli Comunali degli Enti aderenti.

“Il territorio è molto particolare”, sostiene Maria Chiara Santin, “nel nostro settore, ad esempio, scarseggiano figure come operatori socio sanitari (OSS), infermieri, medici e quindi dobbiamo mettere in atto particolari strategie per reperirli. Le cause sono molteplici, ma, ponendo l’attenzione su due, sottolineo il drammatico fenomeno dello spopolamento delle "terre alte" e la vastissima gamma di opportunità offerta da Luxottica, nata proprio ad Agordo, che attira molta della potenziale forza di lavoro del territorio”.

Per rendere l’Azienda maggiormente attrattiva, l’amministrazione di ASCA ha deciso di investire in strumenti innovativi a favore del personale. “Molti dei collaboratori di ASCA provengono dal Sud” spiega Santin “e quindi non possono contare sulla rete familiare. Al contempo, poiché nei nostri piccoli paesi "la cura" di figli e genitori è in parte, ancora, welfare informale, non esiste una rete integrata di servizi pubblici a cui possano fare riferimento".


Welfare aziendale e premialità

Per tali ragioni, l’azienda ha deciso di introdurre un articolato progetto di welfare aziendale coinvolgendo le organizzazioni sindacali. “Noi applichiamo il CCNL UNEBA [Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, NdR] ma, per migliorare alcuni istituti e valorizzare ulteriormente il salario, abbiamo deciso di rafforzare quanto previsto dal contratto collettivo attraverso un accordo di secondo livello”.

“Siamo partiti in prima battuta con l’aumento dei salari per tutti i dipendenti di ASCA (peraltro indistintamente assunti a tempo indeterminato) proponendo poi alle parti sindacali di proseguire sulla strada della valorizzazione dei collaboratori con strumenti che contestualmente producessero effetti positivi sul territorio. È stato quindi creato un sistema di welfare – anche grazie al supporto tecnico del provider Welfare4You – basato su di un particolare meccanismo premiale”.

“Tutti i nostri collaboratori”, spiega Santin, “possono contare su un premio welfare annuo pari a 2.000 euro. Grazie al confronto con le parti sociali, abbiamo poi previsto un meccanismo che consente però di incrementare tale cifra con la possibilità di ottenere un "premio" più corposo in base alle presenze e alla valutazione. Questo secondo indicatore viene misurato non solo con i classici strumenti di valutazione del personale, ma anche con una sorta di "valutazione di gruppo" del servizio offerto, monitorato durante l’anno dagli stakeholders, cioè dagli anziani ospiti delle RSA e dai loro familiari"

Il percorso è stato condotto parallelamente anche da Servizi alla Persona Longarone Zoldo asc, che gestisce servizi simili in un territorio limitrofo, con la quale ASCA si è convenzionata fin dalla nascita per condividere la figura del direttore e, via via, altri servizi e professionisti di alta specializzazione come il responsabile della qualità e del progetto welfare.

L’Azienda di Agordo ha inserito nei bilanci oltre 400.000 euro per gli anni 2018 e 2019 per il welfare aziendale e ha messo in atto una serie di azioni propedeutiche e di sostegno al progetto partendo dall’informazione "a tappeto", anche rivolta alle parti sindacali, alla verifica e al monitoraggio dei bisogni e delle richieste dei collaboratori, passando per un percorso di formazione allo scopo di facilitare l’utilizzo della piattaforma di welfare e delle prestazioni. Inoltre, nel corso di quest’anno saranno avviati progetti di smart working, pensati in particolare per l’area amministrativa.

“Noi consideriamo il progetto strategico e strumento di sviluppo perché consente di incrementare il benessere del lavoratore offrendo nuove opportunità e, nello stesso tempo, migliorare i servizi che offriamo prendendoci cura di chi cura. Il nostro piano va inquadrato in uno scenario più ampio che vede ASCA come parte integrante di un territorio che deve confrontarsi con problematiche importanti, come lo spopolamento e vuole contribuire a costruire dinamiche di sostegno alle necessità dei lavoratori e delle loro famiglie, così come accade in altre aziende ben più note nella nostra provincia” conclude Santin.