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Nonostante abbia presentato per diversi anni tassi di disoccupazione contenuti anche il Regno Unito deve, oggi, deve fare i conti con una disoccupazione in crescita. A luglio 2012, l’Office for National Statistics riportava, infatti, un tasso di disoccupazione dell’8,1%: – 0.1% rispetto al trimestre precedente – probabilmente per effetto dei giochi olimpici -, ma + 0,1% rispetto al 2011. Il sistema inglese di tutela contro la disoccupazione prevede l’erogazione di un sussidio statale, Jobseeker’s Allowance, subordinato al superamento di un means test. Ad Agosto 2012 l’Office for National Statistics individuava un claimant count – il numero delle persone che richiedono la JSA – di 1.57 milioni, equivalente a un tasso del 4.8%.La selettività delle condizioni richieste per beneficiare del sussidio, insieme alla preoccupazione per i tagli alla spesa pubblica e l’espansione della crisi economica, ha favorito lo sviluppo di fondi assicurativi privati contro la disoccupazione. Ricorrendo al mercato assicurativo per integrare gli aiuti statali – come già accade per altri rischi come malattia, vecchiaia, ecc. – anche la gestione del rischio di disoccupazione si è inserita così nel modello tipicamente liberale, fondato su sussidi statali – residuali e contenuti – integrati da assicurazioni private.

La Jobseeker’s Allowance

La Jobseeker’s Allowance (JSA), il sussidio statale inglese contro la disoccupazione, è un contributo economico temporaneo finalizzato a sostenere il beneficiario durante la ricerca di un nuovo impiego, e il cui ammontare varia a seconda dell’età, dello stato civile, della composizione familiare, nonché del tipo di JSA a cui si ha diritto. Ne esistono infatti due tipi: la Contribution Based JSA – su base contributiva, per chi ha versato sufficienti National Insurance Contributions quando impiegato – e la Income Based JSA – proporzionale al reddito e ai risparmi del beneficiario. L’ammontare massimo si attesta, comunque, tra £56 e £111.45 alla settimana. Il versamento del sussidio avviene ogni due settimane, e prosegue fino a quando il destinatario non trova una nuova occupazione o non cambiano le condizioni personali (in ogni caso, la contribution based JSA non può avere durata superiore a 182 giorni).

Il diritto alla JSA è però subordinato a precise condizioni. E’ necessario non avere un impiego superiore alle 16 ore settimanali, essere abili al lavoro, non essere studenti full-time e avere un’età compresa tra i 18 e i 65 anni. Per chi ha risparmi superiori ai £16,000, infine, la Income Based JSA non può essere concessa, mentre al di sotto di tale soglia il benefit è decurtato di £1 a settimana per ogni £250 di risparmi oltre £6,000. Questo per rendere il contributo adeguato al reale bisogno, riducendo gli sprechi, ed evitare comportamenti opportunistici da parte dei beneficiari.

Altra condizione fondamentale è la ricerca attiva di un lavoro. Per continuare a ricevere la JSA è necessario recarsi, ogni circa due settimane, presso il proprio jobcentre per pianificare gli step da seguire e verificare il rispetto degli impegni presi al momento della richiesta del sussidio statale. Il mancato rispetto degli accordi e il rifiuto di accettare un’adeguata offerta di lavoro – salvo i casi previsti – possono comportare anche la revoca del diritto. Queste misure, assieme alla temporaneità dello strumento, sono atte a evitare comportamenti opportunistici e incentivare i destinatari ad agire attivamente per uscire dalla propria condizione. Le condizioni di accesso restrittive e i contenuti trasferimenti economici previsti dalla Jobseeker’s Allowance hanno lasciato uno spazio sufficiente per lo sviluppo del mercato assicurativo privato. Si noti, tra l’altro, che da Aprile 2013 sarà introdotto un benefit cap che individua un tetto massimo di £350-500 di benefici erogabili (quali maternity allowance, housing benefits, child benefits, ecc.) tra i quali rientra anche la JSA, e che renderà ancora più complesso vivere facendo affidamento solo sugli aiuti statali.

Le assicurazioni private

Per limitare i danni dovuti alla perdita del lavoro, o, meglio, della capacità di lavorare, nel Regno Unito sono state introdotte molteplici forme assicurative finalizzate non solo a compensare la conseguente perdita di reddito, ma anche a mantenere lo standard di vita precedente. Se prima però la maggior parte di queste assicurazioni si concentravano sui rischi di malattia e infortunio, negli ultimi tempi la crisi economica e la crescita del tasso di disoccupazione e dei contratti a breve termine e flessibili, hanno reso impellente la necessità di tutelare l’impatto sul livello dei risparmi di un terzo fattore: la disoccupazione. Ecco, quindi, l’espansione delle Unemployment Insurances (UI). E’ quindi possibile scegliere tra tre tipi di assicurazione:
– Unemployment, Accident and Sickness Insurance (ASU);
– Accident and Sickness Insurance only;
– Unemployment Insurance only.

Le proposte di UI sono abbastanza varie, tuttavia si possono individuare alcuni punti comuni per la maggior parte di esse (oltre che con la Jobseeker’s Allowance statale, in particolare per quanto riguarda il contrasto a comportamenti opportunistici). L’Unemployment Insurance Cover copre l’individuo in caso di licenziamento e disoccupazione involontaria, ma esistono alcune proposte più ampie come, ad esempio, quella di British Insurance, che include anche le dimissioni per la cura full-time di un familiare. Difficilmente, comunque, sono concesse polizze in caso di licenziamento volontario, per cattiva condotta, o quando, al momento della stipula del contratto, c’è una pratica di licenziamento in corso. Fondamentale è, infatti, che il richiedente sia ignaro del licenziamento al momento della stipula della polizza. Generalmente, infatti, i risarcimenti vengono concessi solo se l’acquisto della polizza è avvenuto almeno 60 giorni prima della data di licenziamento. Questo per evitare possibili implicazioni dovute all’asimmetria informativa di cui i richiedenti potrebbero beneficiare. Per accertare il diritto dell’assicurato al risarcimento viene inoltre richiesta una certificazione del datore di lavoro che attesti la non responsabilità del richiedente o, in altri casi, viene avviato un procedimento istruttorio affidato a una parte terza. L’income means test è invece meno selettivo rispetto a quello necessario per la Jobseeker’s Allowance statale (sebbene la maggior parte delle UI coprano al massimo il 50-60% del reddito) e rende così tali polizze accessibili anche a persone con redditi più alti, con lavori ben retribuiti ma non stabili, e ai lavoratori autonomi (generalmente, infatti, i self-employed non hanno diritto alla JSA). Questo è proprio uno degli aspetti che potrebbero favorire l’espansione delle assicurazioni private.

Le Unemployemnt Insurances prevedono l’erogazione di un indennizzo mensile, variabile in base al tipo di polizza stipulata. Generalmente il risarcimento massimo esigibile si aggira intorno ai £1,500-2,000 al mese, ovvero £18,000-25,000 all’anno. La durata dell’erogazione è anch’essa variabile: finché il beneficiario non trova un nuovo impiego, o può essere predefinito dal contratto. Solitamente non supera i 12 mesi. La relativa “brevità” di tale periodo è il principale aspetto che differenzia le Unemployment Insurances da altri tipi di assicurazioni, come quelle per malattia e infortunio, ed è volta anch’essa a contenere fenomeni di opportunismo. A questo scopo, inoltre, spesso è richiesta una prova che dimostri che il beneficiario è effettivamente alla ricerca di un lavoro, come accade per il sussidio di disoccupazione statale. Mentre in alcuni casi è sufficiente presentare le copie di interview invitations o domande di lavoro, in altri è prevista la stipulazione di un job seeker’s agreement, cioè un accordo tra il contraente e un’agenzia per l’impiego che comprende anche un documento costantemente aggiornato da entrambe le parti atto a certificare gli sforzi dell’assicurato per cercare una nuova occupazione.

Quanto costano queste polizze? I premi variano, ovviamente, in base alle caratteristiche del rimborso che si richiede (entità mensile, durata ecc.). La variabile che più incide sul premio è il deferred period, cioè a partire da quando, dopo il licenziamento, si comincia a riscuotere l’indennizzo (di solito 4, 13, 26 o 52 settimane). Mediamente si individua un rapporto tra il costo mensile del premio e l’indennizzo per ogni £100 che si vogliono ricevere un domani: se, per esempio, il numero stabilito è £5, significa che per ogni 5 sterline pagate al mese come premio, si riceveranno £100 al mese come risarcimento e che, quindi, se un lavoratore vuole ricevere £1,000 al mese, dovrà pagare un premio di £50 al mese. Come gli altri fondi assicurativi, anche le UI possono essere offerte da compagnie assicurative, banche o altre organizzazioni private. Per richiedere una polizza è possibile rivolgersi a un advisor o a uno dei numerosi siti internet che, in base alle esigenze dell’interessato, comparano le proposte sul mercato ed offrono i migliori preventivi disponibili. Da rilevare, infine, che molte compagnie assicurative offrono “pacchetti” nei quali combinano l’Unemployment Insurance con ulteriori coperture, ad esempio, per il pagamento di mutui o prestiti.

Molti criticano le assicurazioni contro la disoccupazione sostenendo che non siano necessarie poiché molti disoccupati, fintanto che non trovano un nuovo lavoro, sarebbero in grado di sostenersi in modo autonomo tramite i propri risparmi o con i benefits statali. Ritengono inoltre che siano inefficaci poiché ottenere un rimborso può rivelarsi difficile a causa dei criteri complessi a cui esso è condizionato. Senza contare che il periodo di erogazione risulta esiguo se confrontato con gli alti prezzi dei premi. Infine, è stato rilevato che in certe aree geografiche e per certi impieghi, nei quali l’eventualità di perdere il lavoro è più probabile, è più difficile ottenere polizze assicurative per la presenza di meccanismi di selezione avversa da parte degli assicuratori. Sembra essere diventato più difficile, ad esempio, per i dipendenti pubblici, poiché probabili vittime dei tagli alla spesa pubblica.

 

Riferimenti

Jobseekers Allowance sul sito GOV.UK

Jobseeker’s guideline

British Insurance

Sito per la comparazione di polizze assicurative nel Regno Unito

Office for National Statistics UK

Portale europeo indipendente su sistemi sociali e servizi finanziari privati

The Cost of unemployment insurance,
Daily Telegraph, 12 maggio 2010

 

I nostri approfodimenti su assicurazioni e disoccupazione

Fondi assicurativi per la disoccupazione: il sistema svedese
Giulia Mallone, 13 dicembre 2011


 

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