Rassegna Stampa
Primo Welfare / lavoro

Lavoro, in Europa busta paga «variabile» per un impiegato su quattro

Irene Giuntella, Il Sole 24 Ore, 6 settembre 2016
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Oltre al lavoro flessibile, in Europa cresce la retribuzione variabile. Così si fanno sempre più strada nel mercato del lavoro compensi definiti in base ai risultati ottenuti, le capacità espresse nel proprio impiego, una condivisione del profitto e altri tipi di benefits o premi salariali.

Una ricerca di Eurofound sostiene che diverse forme di retribuzione variabile possano motivare gli impiegati creando una connessione tra la busta paga e gli obiettivi dell’impresa, oltre che una fonte di flessibilità per i datori di lavoro rispetto ai pagamenti e al taglio di costi. Uno su quattro dei lavoratori europei (27%) riceve all’interno dei propri guadagni pagamenti in forma variabile. In Italia il 48% delle aziende utilizza tali forme di pagamento per lo più basate sulla performance dell’impiegato (35%), seguite da retribuzioni definite in base ai risultati, all’impegno del team e condivisione del profitto (tutte al 18%).

A ricorrere a sistemi di pagamento aggiuntivi sono soprattutto il settore privato e le grandi aziende, in particolare nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, della finanza, delle assicurazioni e della consulenza. Differenze di genere e di età non mancano anche per i bonus e i benefits sociali spesso destinati agli uomini, a persone di mezza età, ai dirigenti, i ai manager, e più di rado a donne, giovani o impiegati più avanti con l’età o di grado inferiore.  Un parere positivo sui compensi aggiuntivi arriva anche dai sindacati che però mettono in allerta sul pericolo di diseguaglianze e guadagni instabili senza criteri ben definiti.

 

Lavoro, in Europa busta paga «variabile» per un impiegato su quattro
Irene Giuntella, Il Sole 24 Ore, 6 settembre 2016