6 ' di lettura
Salva pagina in PDF

Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza determineranno una svolta per l’assistenza domiciliare in Italia? I progetti previsti dal PNRR per le cure domiciliari produrranno sicuramente un forte potenziamento dell’assistenza domiciliare ma questo di per sé non sarà sufficiente a determinare una vera svolta se non cambierà il modello di erogazione dei servizi domiciliari. Tutti sono d’accordo, infatti, nell’affermare che la priorità è la promozione della permanenza al domicilio degli anziani non autosufficienti ma diverse criticità rimangono ancora da affrontare per rendere davvero efficace l’assistenza domiciliare per tutta la popolazione, con particolare riferimento alla popolazione anziana. A partire dalla proposta di riforma del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”, vediamo come l’assistenza domiciliare potrebbe integrarsi nel futuro Sistema Nazionale Anziani (SNA).

Secondo Welfare sta approfondendo la proposta del Patto attraverso una serie di articoli curati da esperti del tema:

È il momento di realizzare un Sistema Nazionale di Assistenza per gli anziani (Franca Maino, Celestina Valeria De Tommaso)
Allineare gli interventi sulla non autosufficienza al contesto europeo (Franca Maino, Celestina Valeria De Tommaso)
Per un lavoro privato di cura meno isolato (Sergio Pasquinelli)
Non autosufficienza: una nuova griglia per valutare la governance dell’assistenza agli anziani (Laura Pelliccia)
Dalla parte del caregiver familiare: note per riformare l’assistenza agli anziani non autosufficienti (Loredana Ligabue)
Il Sistema Nazionale Anziani: una governance multilivello per la non autosufficienza  (Michelangelo Caiolfa)

E, attraverso una serie di interviste mirate, stiamo inoltre ponendo particolare attenzione allo sviluppo del cosiddetto Secondo Pilastro Integrativo:

Occorre investire in Long Term Care fin da giovani: la contrattazione collettiva può dare un grande contributo (int. Annamaria Trovò)
Long Term Care: necessario favorire la solidarietà intercategoriale e intergenerazionale (int. Massimo Piermattei)
Non autosufficienza: il nuovo welfare si costruisce creando sinergie tra Pubblico e privato (int. Damiana Mastantuono)

Le criticità delle cure domiciliari in Italia

Le cure domiciliari sono in costante crescita quantitativa ma la durata dei singoli interventi è quasi sempre breve mentre la sua intensità (le ore di assistenza settimanali) è spesso modesta. Per avere una idea della situazione occorre rammentare che attualmente sono erogate in media annua per ogni anziano assistito a domicilio solo 9 ore di lavoro dell’infermiere e altre 6 ore di altre professioni sanitarie (Ministero della Salute 2021). L’80% degli anziani assistiti a casa riceve da 1 a 3 accessi mensili.

Le cure domiciliari non tengono conto delle esigenze complessive delle persone non autosufficienti che hanno un bisogno duraturo di aiuto anche e soprattutto nel compimento degli atti della vita quotidiana. Inoltre, in genere, non sono presenti sistemi di supporto, consulenza e informazione nelle 24 ore per quei pazienti domiciliari che possono avere delle urgenze percepite che, se risolte, potrebbero evitare ricoveri inappropriati. L’attuale modello di intervento non è in grado di intercettare una buona parte dei bisogni assistenziali domiciliari con particolare riferimento ai bisogni della non autosufficienza.

Un’altra criticità è costituita dall’esiguità dell’intervento del Servizio domiciliare socio-assistenziale (SAD) comunale che raggiunge solo 185.970 anziani pari all’1,3% di tutta la popolazione anziana. Attualmente, non tutti i comuni erogano il SAD: lo fa l’84% dei Comuni  e solo il 40% dei Comuni è in grado di garantire un intervento domiciliare integrato con quello sanitario (Istat 2021). Inoltre, dato ancor più significativo, la quota di anziani assistiti è in costante riduzione da numerosi anni. La situazione di costante e graduale riduzione dell’assistenza domiciliare socio-assistenziale richiede un intervento di grande forza che solo il riconoscimento come Livello essenziale può dare, impegnando tutti gli enti locali in una adeguata fornitura del servizio.

La proposta del Patto per un nuovo welfare per l’assistenza domiciliare

Per questo il “Patto per un nuovo welfare per la non autosufficienza”, un grande raggruppamento di associazioni e organizzazioni che si battono per la riforma dell’assistenza degli anziani non autosufficienti, ha proposto una riorganizzazione delle cure domiciliari: un  nuovo modello assistenziale in cui la durata e l’intensità dell’assistenza sia stabilita solo dai bisogni dell’assistito (e non dai vincoli di spesa).

Per garantire la presa in carico continuativa degli assistiti e non sospendere l’assistenza quando il bisogno è più intenso e urgente occorre che il servizio di cure domiciliari garantisca la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 anche con l’ausilio delle Centrali operative territoriali (COT). Allo stesso modo, per garantire la continuità e l’integrazione dell’assistenza occorre che anche  il servizio domiciliare socio-assistenziale comunale sia in grado di garantire  l’erogazione del servizio 12 ore al giorno per 7 giorni settimanali.

Gli anziani non autosufficienti hanno bisogno di prestazioni domiciliari sanitarie e sociali integrate. La completezza e l’integrazione delle prestazioni domiciliari  determinano la qualità delle prestazioni e della vita dell’assistito. Per cui, l’obiettivo dell’integrazione sociosanitaria delle prestazioni e della loro erogazione in modo unitario rimane un punto fermo di qualunque riforma in questo settore.

Inoltre, il Patto per un nuovo welfare introducendo il “Sistema nazionale per l’assistenza anziani” (SNA) ha previsto che in tutti i casi in cui si attivano risorse di diversa provenienza, il modello di intervento dovrebbe essere il Budget di Salute (BdS) che deve prevedere la possibilità di disporre in modo unitario di tutte le risorse, economiche e non economiche, formali e informali. Il BdS, come è noto, è il paniere di risorse e opportunità messe a disposizione per realizzare il progetto di vita delle persone con disabilità, non autosufficienti, vulnerabili. E’ uno strumento che mira a ricomporre la frammentata gamma delle misure e dei sostegni disponibili per assistere le persone a domicilio.

Quando risorse di diversa provenienza e natura si integrano per uno stesso obiettivo occorre inoltre individuare le figure di riferimento – il case manager – a cui affidare il ruolo di coordinamento organizzativo degli interventi integrati per evitare che il sistema si regga solo sulla buona volontà degli operatori e/o dei loro enti di appartenenza.

In questi contesti vanno fortemente promosse le dimissioni protette che prevedono una continuità di assistenza e cure dall’ospedale al domicilio attraverso un programma concordato tra il medico curante, i servizi sanitari territoriali dell’ASL di appartenenza dell’utente e i servizi sociali dell’ente locale. L’assistenza sanitaria domiciliare è gratuita mentre l’assistenza domiciliare socio-assistenziale (SAD) prevede una compartecipazione alla spesa da parte dell’utente, in genere in base al reddito. Quest’ultima può essere un ostacolo allo sviluppo dell’assistenza domiciliare integrata finalizzata al completamento del percorso di guarigione e di convalescenza  dell’utente che è necessario rimuovere per la completezza dell’assistenza per cui il Patto propone che il servizio domiciliare socio-assistenziale, quando viene erogato in integrazione con le cure domiciliari a supporto della dimissione protetta, sia totalmente gratuito per l’utente. Questo oggi si può fare anche grazie ad uno stanziamento del PNRR dedicato proprio alle dimissioni protette.

Garantire il giusto mix di quantità e qualità delle prestazioni

In sintesi, l’assistenza domiciliare sociale e sanitaria se vuol essere il luogo privilegiato dell’assistenza agli anziani non autosufficienti deve soddisfare tutte le necessità assistenziali. Gli anziani devono ricevere il giusto mix delle diverse prestazioni che la loro situazione richiede:

  1. interventi medico-infermieristico-riabilitativi (responsabilità delle Asl);
  2. sostegno nelle attività fondamentali della vita quotidiana, che la mancanza di autonomia impedisce alla persona di compiere da sola (Asl e Comuni);
  3. azioni di affiancamento e supporto a familiari e badanti (Asl e Comuni);
  4. assegni di cura (Comuni);
  5. assistenza integrativa-protesica, telemedicina e teleassistenza (ASL).

Oggi così non è in larga parte d’Italia. Per esempio, rimane ancora inattuata la disposizione del decreto sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che dispone che le prestazioni di aiuto infermieristico e assistenza tutelare professionale, più legate al supporto delle attività fondamentali della vita quotidiana degli assistiti, siano interamente a carico del Servizio sanitario nazionale per i primi trenta giorni dopo la dimissione ospedaliera protetta e per una quota pari al 50% nei giorni successivi.

La completezza delle prestazioni domiciliari sanitarie e sociali per gli anziani non autosufficienti rimane pertanto un obiettivo imprescindibile della riforma del sistema e che è alla base della proposta del Patto, come mostra la Tabella 1.

 

Tabella 1 – Assistenza domiciliare: le differenze fra la situazione attuale e le proposte del “Patto per un nuovo welfare” 
Servizio Situazione attuale Servizio nazionale assistenza anziani (SNA)
 

Cure domiciliari/

ADI

Servizio con limitazioni nella durata e nell’intensità dell’assistenza per singolo caso (media annua 15 ore di assistenza)

Previsto forte potenziamento con il PNRR

Servizio erogato in base al bisogno senza limiti di durata e di intensità dell’assistenza

Previsto forte potenziamento con il PNRR

In genere, il servizio non garantisce la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e 24 ore su 24 Il servizio garantisce la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e 24 ore su 24
 

 

Servizio assistenza domiciliare

anziani

(SAD)

comunale

Il servizio non garantisce la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e 12 ore su 24 Servizio garantisce la continuità assistenziale 7 giorni su 7 e 12 ore su 24

Aumento significativo degli assistiti

Il SAD non è un Livello essenziale delle prestazioni sociali Il SAD sia riconosciuto come Livello essenziale delle prestazioni sociali
Attualmente i servizi, in genere,  non sono autorizzati ed accreditati Servizi autorizzati ed accreditati
Prevista la compartecipazione alla spesa Senza compartecipazione alla spesa dell’utente in caso di dimissione protetta
 

 

 

 

 

 

 

 

Cure domiciliari

e SAD

L’integrazione sociosanitaria delle prestazioni domiciliari riguarda una quota irrilevante (il 7% degli anziani in ADI) L’assistenza domiciliare integrata diventa un elemento ordinario di erogazione del servizio
Sperimentazione del budget di salute
L’individuazione del case manager integrato è rarissimo Individuazione del case manager
Attualmente sono carenti o inesistenti i servizi di:

●    sostegno nelle attività fondamentali della vita quotidiana, che la mancanza di autonomia impedisce alla persona di compiere da sola (Asl e Comuni)

●    azioni di affiancamento e supporto a familiari e badanti (Asl e Comuni)

●    assistenza integrativa-protesica,  telemedicina e teleassistenza

Gli anziani devono ricevere il giusto mix delle diverse prestazioni che la loro situazione richiede:

●    interventi medico-infermieristico-riabilitativi (Asl)

●    sostegno nelle attività fondamentali della vita quotidiana, che la mancanza di autonomia impedisce alla persona di compiere da sola (Asl e Comuni)

●    azioni di affiancamento e supporto a familiari e badanti (Asl e Comuni)

●    assegni di cura (Comuni)

●    assistenza integrativa-protesica,  telemedicina e teleassistenza (ASL)

Siamo entrati nella stagione della riforma dell’assistenza ai non autosufficienti, il PNRR la prevede, le commissioni ministeriali sono al lavoro. L’auspicio è che la proposta del “Patto” – che prevede l’istituzione del Sistema nazionale di assistenza agli anziani e una profonda riorganizzazione dell’assistenza domiciliare sanitaria e sociale – possa costituire un punto di riferimento per il legislatore alla luce dei miglioramenti che queste produrrebbero nel sistema attuale.

 

Riferimenti bibliografici