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Il Governo guidato da Giorgia Meloni ha presentato il Disegno di Legge di Bilancio 2023 approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 novembre. Meloni, durante una conferenza stampa svoltasi nel corso della mattinata, ha espresso soddisfazione per una manovra “coraggiosa e coerente con gli impegni presi con gli italiani” che “non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa scelte politiche importanti” volte anzitutto a sostenere le famiglie italiane, i redditi più bassi e le persone più fragili. Per Meloni tali misure rappresentano “l’inizio di percorsi che dureranno tutta la Legislatura”.

Uno sguardo generale alla manovra

La Legge di Bilancio, che entro fine anno dovrà essere approvata dal Parlamento, prevede misure per 35 miliardi, di cui due terzi (21 miliardi) destinati a contrastare il caro bollette. Tali risorse andranno in particolare a sostegno delle famiglie, con aiuti diretti a nuclei con un ISEE inferiore a 15.000 euro (soglia aumentata rispetto ai precedenti 12.000 euro) per un totale di 9 miliardi, e delle imprese, attraverso un aumento dei crediti di imposta (anche in questo caso fino a 9 miliardi complessivi).

Tante le misure di welfare citate durante la conferenza stampa di Meloni. Segnaliamo in particolare la rimodulazione del Reddito di Cittadinanza, l’aumento dell’Assegno Unico Universale e altre iniziative di sostegno alle famiglie, l’istituzione di un fondo per sostenere gli acquisti alimentari dei cittadini più fragili.

Di seguito riportiamo per punti quanto emerso durante la conferenza sui temi più strettamente sociali. Nei prossimi giorni vi segnaleremo eventuali altre novità sugli argomenti seguiti da Secondo Welfare presenti nel testo approvato del Consiglio dei Ministri (al momento non ancora disponibile). Ricordiamo che, ovviamente, le misure oggi presentate potranno subire cambiamenti, anche profondi, durante la discussione parlamentare.

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Reddito di cittadinanza: verso l’abolizione

Tra i punti che stanno già accendendo il dibatto politico c’è la revisione del Reddito di Cittadinanza introdotto nel 2019. Meloni ha parlato di un mantenimento delle tutele “per chi non può lavorare” e dell’abolizione entro la fine del 2023” per chi invece è abile al lavoro. La Premier ha inoltre parlato di un periodo di transizione in cui è previsto un’accompagnamento a chi non potrà più godere del Reddito, “anche grazie alle risorse del Fondo sociale europeo” che sarà utilizzato per la formazione e riqualificazione professionale.

La Ministra Marina Calderone ha quindi spiegato nel dettaglio cosa prevede la Legge di Bilancio su questo fronte. Dal 1° gennaio 2023 le persone tra 18 e 59 anni abili al lavoro – ma che non hanno nel proprio nucleo familiare disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età – potranno ricevere fino a un massimo di 8 mensilità del Reddito di Cittadinanza nel corso dell’anno. Per loro saranno attivati percorsi di formazione e riqualificazione obbligatori ed è previsto il coinvolgimento nei progetti utili alla comunità gestiti dai Comuni. Calderone ha inoltre parlato di un “rafforzamento dei controlli” e della possibilità decadenza del Reddito nel momento in cui percettore rifiuti una prima “offerta congrua” di lavoro da parte dei Centri per l’impiego.

Le misure annunciate appaiono in linea con quanto anticipato nel documento di programmazione pluriennale 2023-2025, in cui si parla esplicitamente dell’avvio del percorso di abolizione del Reddito di Cittadinanza nella forma attuale e la sua sostituzione con una nuova misura di contrasto alla povertà che sarà a questo punto elaborata nel corso dell’anno.

Assegno Unico e altre misure a sostegno delle famiglie

Meloni ha spiegato che la Legge di Bilancio 2023 interverrà a sostegno della natalità anzitutto rafforzando l’Assegno Unico Universale per i figli a carico attraverso:

  • l’aumento del 50% dell’assegno per tutti i percettori durante il primo anno di vita del/la bambino/a;
  • l’aumento del 50% dell’assegno per 3 anni per le famiglie che hanno 3 o più figli/e;
  • la stabilizzazione della maggiorazione dell’assegno per le famiglie con figli/e disabili (spesa per 1 miliardo di euro).

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Inoltre, la manovra prevede una diminuzione dell’Iva su tutti i prodotti per la prima infanzia, che viene portata al 5% (così come i dispositivi igienici femminili non compostabili). Vengono inoltre confermate misure a sostegno dell’acquisto delle prima casa per le giovani coppie.

Meloni ha accennato anche all’introduzione di un mese di congedo facoltativo all’80% che potrà essere fruito fino al 6° anno di vita di figli e figlie. Sarà da verificare, in caso di attuazione, se la misura riguardi solo le madri o anche i padri visto che Meloni e Calderoni hanno usato parole diverse per descriverla.

Fondo contro il “caro carrello”

Meloni ha annunciato inoltre lo stanziamento di 500 milioni di euro contro il “caro carrello” che, secondo le anticipazioni circolate nella giornata di ieri, servirebbe per sostenere la cosiddetta “Carta Risparmio Spesa“. Si tratta dunque di un fondo a sostegno dei nuclei con redditi più bassi (fino a 15.000 euro) che sarà gestito dai Comuni.

La misura nei fatti sostituisce la di riduzione dell’Iva su pane e latte di cui si era molto discusso sulla stampa. La scelta, ha spiegato la Presidente del Consiglio, è stata di privilegiare chi ha maggiori necessità, cosa che non si sarebbe potuta fare con una riduzione generalizzata dell’Iva che invece “non avrebbe agevolato chi ha più bisogno ma si sarebbe spalmata su una platea più ampia“.

La Presidente ha paventato anche un’alleanza con i produttori e i distributori per rendere più forte questa misura ma al momento non è chiaro come dovrebbe concretizzarsi tale sinergia.

Incentivi alle assunzioni e welfare aziendale

La Ministra Calderone ha parlato anche di interventi sul mercato del lavoro attraverso l’introduzione di agevolazioni (fino a 6.000 euro) per le assunzioni a tempo indeterminato di chi ha già un contratto a tempo determinato. Tali misure varranno in particolare per le donne svantaggiate, per i giovani con meno di 36 anni e per i percettori di Reddito di Cittadinanza (in alcune situazioni reddito da lavoro e la misura sono cumulabili).

Meloni ha spiegato che la Legge di Bilancio prevede inoltre una diminuzione della tassazione per i premi di produttività fino a 3.000 euro, che passerà dal 10% al 5%. La misura non va confusa con l’aumento dei fringe benefit di welfare aziendale a 3.000 euro, che è solo stato citato rapidamente in conferenza stampa, ma che sicuramente sarà oggetto di ampia discussione in sede parlamentare (viste anche le voci critiche arrivate da sindacati, provider, ma anche dalle stesse aziende).

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Alcuni grandi assenti: sanità e LTC

C’è da notare come nella conferenza stampa non si sia parlato né di sanità (se non per un accenno allo stanziamento di 2 miliardi di euro) né della riforma del sistema di Long Term Care.

Si tratta sicuramente di due temi centrali su cui ci si sarebbe aspettati qualche parola alla luce, da un lato, delle difficoltà vissute dal SSN durante e dopo la pandemia e, dall’altro, per il costante aumento dei bisogni degli anziani non autosufficienti e delle loro famiglie, che rappresentano una voce di spesa in aumento per il futuro (e di cui ci stiamo occupando ampiamente con il nostro focus LTC).

Foto di copertina: Presidenza del Consiglio dei Ministri