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Il progetto “La Cura è di Casa” si propone di aiutare le persone anziane ad invecchiare in autonomia, all’interno del proprio domicilio, migliorando la loro qualità di vita e offrendo un supporto alle famiglie e all’intera comunità. L’iniziativa sperimentale, finanziata da Fondazione Cariplo attraverso il bando “Welfare in azione”, è stata avviata nel 2016 e si concluderà nel 2019.

Caratteristiche e attività previste per “La cura è di casa”

L’obiettivo generale del progetto è favorire la permanenza dell’anziano vulnerabile nella propria casa sollevando le famiglie dalla gestione quotidiana della persona in un’ottica di prevenzione e monitoraggio. L’obiettivo è perseguito attraverso un processo di ricomposizione e integrazione dei diversi attori e servizi presenti sul territorio. Tale coordinamento è reso possibile da nuovi modelli di governance che favoriscono l’attivazione di nuove e inedite energie presenti nel tessuto locale, grazie allo sviluppo di reti di comunità reali e digitali.

Gli anziani vulnerabili possono beneficiare di servizi di monitoraggio, cura e igiene della persona, assistenza fisioterapica e infermieristica, accompagnamenti per visite, compagnia e supporto nelle faccende quotidiane. La gestione integrata di questi interventi prevede il coinvolgimento attivo dei servizi sociali territoriali tradizionali e di figure specialistiche (fisioterapista, psicologo, medico specialista, infermiere professionale), oltre che l’attività dei volontari. Inoltre, grazie alla rete coordinata delle realtà associative territoriali, i beneficiari possono usufruire di servizi di socializzazione e di aggregazione, di attività fisica di gruppo e attività culturali volte a contrastare la solitudine e la tendenza all’isolamento che spesso caratterizzano le persone anziane.

Il coinvolgimento degli anziani vulnerabili avviene attraverso segnalazioni che arrivano dai servizi socio-sanitari tradizionali (ASL, servizi sociali, RSA), da “antenne” di comunità – come le associazioni di volontariato – e anche attraverso il sito del progetto. Il territorio interessato da “La cura è di casa” è quello dell’Azienda Sanitaria Locale VCO, a cui fanno riferimento tre Consorzi Intercomunali dei Servizi Sociali. Questo territorio comprende 77 Comuni della Provincia del Verbano Cusio Ossola e 7 della Provincia di Novara, con una popolazione residente di 171.390 abitanti. Nel corso del triennio di sperimentazione “La cura è di casa” prevede di raggiungere circa 700 ultrasessantacinquenni vulnerabili o vicini alla perdita dell’autonomia.

La rete e il sistema di governance del progetto

I 23 partner del progetto costituiscono una rete estremamente diversificata e rappresentativa dei soggetti che contribuiscono all’implementazione di azioni di welfare locale: la Provincia del Verbano Cusio Ossola (soggetto capofila), i tre Consorzi dei Servizi Sociali del VCO e l’ASL VCO. Fanno parte della rete anche numerose strutture accreditate (RSA) che erogano sul territorio servizi residenziali, ambulatoriali e di counseling e, nella sperimentazione in atto, si sono aperte ad attività di tipo domiciliare. Alcune organizzazioni di volontariato individuate quali partner di riferimento garantiscono il coordinamento con le altre associazioni aderenti ad una rete allargata. La Fondazione Comunitaria VCO ha ruolo di cabina di regia nella raccolta fondi collegata al progetto insieme ad altre Fondazioni locali (v. paragrafo successivo). Da segnalare infine la partecipazione del Centro Ricerca Educazione Media Informazione Tecnologia (CREMIT) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha il compito di misurare – nell’ambito del progetto – l’impatto dei media e della tecnologia sul welfare.

La base per la governance operativa del progetto è rappresentata da otto Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) governate da un Network Manager; questa figura ha il compito di coordinare le risorse a disposizione sia in termini di budget di ogni AFT sia in termini di capitale umano (OSS, altre figure professionali, volontari). Il Network Manager fa riferimento ad alcuni Care Planner locali (in genere assistenti sociali territoriali). Una volta ricevuta la segnalazione, sono questi ultimi a contattare e incontrare la famiglia presso il domicilio dell’anziano per effettuare una valutazione dei suoi bisogni. Se l’anziano presenta i requisiti per accedere al progetto, Care Planner e Network Manager costruiscono uno specifico progetto di assistenza domiciliare. Conseguentemente il Network Manager ingaggia le risorse disponibili per far fronte a quei bisogni e assicurare i relativi servizi. Ogni tre mesi è prevista una valutazione di controllo dell’anziano in carico al progetto, che può anche portare ad un adeguamento del tipo di servizio offerto.

La governance di progetto, composta dai livelli dirigenziali dei 23 partner, si ritrova trimestralmente per monitorare l’andamento dell’iniziativa e prendere decisioni sullo sviluppo delle azioni.

Attività di promozione e sostenibilità nel tempo

Il costo stimato del progetto è di circa 1.900.000 Euro; Fondazione Cariplo, all’interno del bando “Welfare in azione”, ha premiato l’iniziativa con un contributo che copre il 46% del valore complessivo. Il 36% dei costi di progetto è coperto dai partner, anche attraverso la risposta a specifiche call di Programmi Europei. La restante quota del 18% dei costi sarà sostenuta per mezzo di forme di Fundraising territoriale. Proprio a questo scopo, il Fondo VCO Social – istituito nell’estate 2016 – ha l’obiettivo di raggiungere nel triennio 300.000 euro di co-finanziamento.

Le attività di promozione e comunicazione non rappresentano solo un modo per far conoscere il progetto, ma un asse di intervento fondamentale per promuovere la sostenibilità dell’iniziativa nel tempo e per diffondere una cultura che vede la stessa comunità locale impegnata a generare risorse e opportunità capaci di rispondere ai bisogni di cura dei suoi cittadini più fragili. Da questo punto di vista sono previsti diversi tipi di azioni:

  • azioni di sensibilizzazione, coinvolgimento e co-responsabilizzazione delle risorse convenzionali e non convenzionali della comunità, che possono prevedere la costruzione di nuove reti solidali in connessione tra loro, la promozione di iniziative di aggregazione e socializzazione, attività formative e informative volte a presentare l’invecchiamento come risorsa e opportunità;
  • azioni di people raising, cioè di reclutamento di nuovi volontari a supporto dei servizi professionali;
  • azioni di comunicazione e di fundraising finalizzate a creare e alimentare il Fondo VCO Social.

Il progetto sarà inoltre accompagnato da un percorso di valutazione che fornirà informazioni sui risultati raggiunti in riferimento a tre ambiti: servizi per gli utenti; coinvolgimento degli operatori; coinvolgimento della comunità. La rilevazione si concentra sugli output (servizi erogati e trasformazione del sistema di cura) e sugli outcome (esiti e impatto in termini di soddisfazione degli utenti, aumento del benessere percepito e senso di appartenenza nella comunità locale). Sarà inoltre utilizzato un indicatore di ritorno dell’investimento, declinato come indicatore “ROP” (return on prevention), per comprendere e stimare la ricaduta che l’investimento progettuale può generare sulla riduzione dei costi associati alla cura. L’obiettivo è quindi predisporre un sistema di monitoraggio e valutazione capace di evidenziare gli effettivi cambiamenti prodotti dal modello “La cura è di casa” e di misurare la sostenibilità dell’iniziativa nel tempo