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L’Associazione Carta di Roma, fondata nel dicembre 2011 per dare attuazione al protocollo deontologico per una informazione corretta sui temi dell’immigrazione (siglato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti – CNOG e dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana – FNSI nel giugno del 2008) ha presentato lo scorso 10 dicembre il suo sesto rapporto intitolato Notizie di chiusura.

Il Rapporto, redatto in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, ha condotto un’analisi della carta stampata, dei telegiornali e delle pagine Facebook dei quotidiani degli ultimi anni, rilevando come, soprattutto nel corso del 2018, i temi migratori restino centrali. Se nel corso degli ultimi mesi sulle prime pagine dei giornali (cartacei), l’immigrazione e i migranti hanno occupato uno spazio minore rispetto all’anno 2017, nei tele-giornali e nei notiziari TV di prima serata sono invece divenuti un tema ricorrente.

Lo scontro politico e di valori sul tema dei migranti che quotidianamente ci accompagna trova, infatti, nella televisione (che, come rilevato dall’Osservatorio di Demos-Coop, rappresenta lo strumento più seguito dagli italiani per informarsi), il mezzo più efficace per far leva sulle nostre emozioni. Il rapporto ci mostra anche come il filo conduttore dell’informazione sul fenomeno migratorio negli ultimi sei anni sia stato quello dell’emergenza permanente, e come il lessico adoperato abbia delineato una cornice di “crisi infinita”.

Il tema delle migrazioni sulla carta stampata

L’appellativo denigrante “clandestino”, la cui frequenza era andata calando dal 2013 al 2016, ha ripreso ad essere usato nei titoli con maggiore insistenza dal 2017 (154 solo nei primi mesi del 2018). Allo stesso tempo – segnala il Rapporto – l’“uso di altri termini inappropriati, come nomadi, zingari, vu cumprà e negri, si è […] ampiamente ridotto nel corso degli anni”.

Fra le principali mutazioni lessicali, il rapporto registra negli anni un progressivo spostamento dal termine immigrato a migrante (che connoterebbe l’azione del migrare e quindi di continuo spostamento e precarietà), e un andamento non costante e in calo negli ultimi due anni, del termine rifugiato-profugo.

Figura 1, Wordcloud dei 600 lemmi più frequenti nei titoli della stampa (2013-2018).

Fonte: Notizie di chiusura. Sesto Rapporto Carta di Roma 2018 (p. 31).

La parola simbolo dei giornali nel 2013 è stata Lampedusa, nel 2014 Mare nostrum, nel 2015 Europa, nel 2016 muri, nel 2017 Ong, per divenire Salvini nel 2018, protagonista di 865 titoli (dato che conferma quanto la copertura mediatica dell’attuale Ministro dell’Interno sia strettamente associata a questi temi). Non sembra un caso che giugno, mese di insediamento del nuovo governo giallo-verde, sia anche il mese in cui – secondo il Rapporto – si registra il picco più alto di notizie sull’immigrazione sulle prime pagine dei quotidiani; gli eventi che catturano maggiore visibilità mediatica sono infatti la chiusura dei porti italiani alle Ong impegnate nella ricerca e soccorso in mare – con il caso dell’Aquarius, della Lifeline e del cargo Maersk – e le tensioni politiche internazionali ed europee generate dalla nuova linea adottata dall’esecutivo Conte.

Appare poi interessante notare che i due quotidiani che hanno dedicato più notizie al tema dell’immigrazione nel 2018 sono stati Avvenire (con 251 titoli/articoli) e Il Giornale (190), anche se, plausibilmente, per ragioni opposte. In effetti, se nel complesso, nel corso del 2018, i “toni allarmistici” si riducono (sono presenti nel 24% delle notizie analizzate contro il 46% dell’anno precedente), l’analisi proposta nel Rapporto mette in evidenza come le linee editoriali dei quotidiani si differenzino significativamente per il grado di allarmismo nei titoli e articoli di prima pagina: mentre Avvenire è il quotidiano che accoglie il maggior numero di notizie rassicuranti (21%), Il Giornale risulta essere non solo la testata con la maggiore frequenza di toni allarmistici (52% di notizie), ma anche quella con il numero minore di notizie rassicuranti (5%).

Europa, Integrazione, Convivenza, Traversata e Criminalità: le sfere concettuali prevalenti

Il Rapporto, grazie all’analisi di 82.074 titoli dedicati alla questione migranti prodotti dalla stampa italiana dal 2013 al 2018, propone cinque cluster, costituiti da insiemi di parole che rappresentano le principali sfere concettuali del discorso mediatico sulle migrazioni. Tali sfere si collocano in una mappa fattoriale organizzata lungo due assi – globale vs locale e cronaca vs politica – ovvero i fattori che meglio aiutano a spiegare la varianza e la distribuzione statistica dei lemmi (cfr. figura 2).

Il primo cluster, quello dell’Europa, è il più corposo come quantità di parole, raccogliendo quasi un terzo dei lemmi dell’interno corpus (31%), e raffigura il confronto, il dibattito e lo scontro a livello europeo sulla questione migranti. Le dieci parole più caratteristiche del cluster, che chiama in causa la dimensione politica e globale del fenomeno, sono Ue, Europa, Italia, migrante, immigrazione, Renzi, Merkel, muro, frontiera, confine e Ius soli. Si tratta di un cluster alimentato prevalentemente dai grandi quotidiani nazionali.

Il secondo cluster, denominato Integrazione, è il più contenuto come dimensione, raccogliendo l’11% dei lemmi dell’interno corpus analizzato. Le dieci parole più caratteristiche del cluster sono: straniero, integrazione, italiano, scuola, minore, cittadinanza, impresa, classe, lezione, immigrato e corso. Interessante sottolineare che in questo cluster, che si colloca sul lato destro del piano fattoriale (dimensione locale), con una concentrazione di lemmi a cavallo dell’asse politica-cronaca ed è alimentato soprattutto dalla stampa locale del Centro e de Nord e quella di ispirazione cattolica, appaiono sostanzialmente assenti i soggetti politici nazionali.

Il terzo cluster, Convivenza, che si colloca nel quadrante della politica locale, raccoglie il 28% dei lemmi del corpus di titoli analizzato. Le dieci parole più caratteristiche del cluster, alimentato soprattutto dalla stampa locale (in particolare lombarda e veneta) sono: profugo, moschea, sindaco, accoglienza, centro, comune, casa, campo, rom, ospitare, Cie. Fra gli appellativi più utilizzati in riferimento ai migranti vi sono termini appropriati (profugo, rom, immigrato, richiedente asilo, sinti) ma anche inappropriati (nomade, zingaro, clandestino, vu cumprà).

Traversata indica invece una quarta sfera concettuale, collocata nel quadrante della cronaca globale, e che raccoglie il 12% dei lemmi del corpus analizzato. È il cluster che racconta il viaggio dei migranti lunga la rotta del Mediterraneo, i naufragi delle imbarcazioni che trasportano migranti, i numerosi morti in mare, le operazioni di soccorso, gli arrivi sulle coste italiane, la polemica sul ruolo delle Ong. Le dieci parole più caratteristiche del cluster rivelano il nucleo tematico prevalente: mare, morti, barcone, nave, scafista, strage, soccorso, sbarco, naufragio, Sicilia, Lampedusa. Gli appellativi adoperati nei confronti dei migranti sono generalmente appropriati, mettendo in risalto essenzialmente la condizione del migrare (migranti) e quella della drammaticità del viaggio (morti, vittima, disperso, disperato, superstite). A questa sfera contribuiscono soprattutto la stampa nazionale e quella locale del Mezzogiorno.

Il quinto e ultimo cluster, denominato Criminalità, raccoglie il 18% dei lemmi del corpus analizzato. È il cluster della cronaca nera (quadrante della cronaca locale), di crimini violenti che coinvolgono migranti come autori o vittime di reato, dell’allarme per il terrorismo di matrice jihadista e degli episodi di intolleranza e razzismo. Le dieci parole più caratteristiche del cluster, alimentato tanto dalla stampa nazionale quanto da quella locale, sono: uccidere, razzismo, razzista, arrestare, espellere, nero, aggredire, insulto, marocchino, picchiare, odio. In questo cluster si annida il maggior numero di appellativi inappropriati utilizzati nei confronti dei migranti (nero, negro, vu cumprà, clandestino, barbaro, zingaro, nomade) e di superflui qualificatori di nazionalità o provenienza che possono indurre atteggiamenti di ostilità e generalizzazioni discriminatorie (marocchino, romeno, nigeriano, senegalese, albanese, egiziano, tunisino, africano, cinese, rom, pakistano, nordafricano, latinos, indiano, bengalese, ghanese, eritreo, ucraino, ivoriano, pachistano, magrebino, peruviano, somalo, curdo, macedone, afghano, etiope, filippino, bulgaro, iracheno).

Figura 2. Mappa fattoriale dei lemmi caratteristici dei titoli (2013-2018)


Il tema delle migrazioni nei telegiornali

Nel 2018 la visibilità del fenomeno in televisione rimane molto elevata: sono solo 13 i giorni in cui non è presente almeno un servizio dedicato a questi temi in uno dei sette telegiornali analizzati.

I picchi di visibilità del fenomeno si registrano in due o tre occasioni con numeri “record”, simili a quelli raggiunti in occasione di eventi tragici (come la morte, nel 2015, del piccolo Alan al largo delle coste turche): 53 notizie in occasione dell’omicidio di Pamela Mastropietro, del raid razzista compiuto da Luca Traini, delle vicende della nave Aquarius e della nave Diciotti.

Figura 3. Andamento delle notizie sull’immigrazione, Edizione di prima serata dei notiziari Rai, Mediaset e La7 (gennaio 2015 – ottobre 2018), valori assoluti.

Fonte: Notizie di chiusura. Sesto Rapporto Carta di Roma 2018 (p. 60).

La visibilità del tema è soprattutto associata alla dimensione politica, non soltanto italiana ma anche europea e internazionale. Nel mese di giugno 2018, per esempio, si è registrato il numero più alto di notizie dal 2015 a oggi: 875 servizi in 30 giorni, una media di 4 notizie al giorno a telegiornale. Il primo tema dell’agenda dell’immigrazione concerne i flussi migratori (38%), seguito dalla criminalità e sicurezza (32%), due temi che occupano, da soli, il 70% dell’agenda complessiva. Seguono i temi dell’accoglienza e della società e cultura.

Figura 4. Agenda dei temi delle notizie sull’immigrazione, Edizione di prima serata dei notiziari Rai, Mediaset e La7, gennaio 2018 – ottobre 2018, in % sul complessivo delle notizie.


Fonte: Notizie di chiusura. Sesto Rapporto Carta di Roma 2018 (p. 63).

Nel 2018, a differenza degli anni precedenti, la dimensione securitaria è prevalsa su quella della criminalità. In 6 servizi su 10 si è parlato, per esempio, di controlli alle frontiere, verifiche della regolarità dei permessi di soggiorno e dei documenti, proposte per l’applicazione di misure più restrittive in merito alla concessione del diritto di asilo per motivi umanitari, operazioni “spiagge sicure” e “strade sicure”.

Immigrati, rifugiati e richiedenti asilo hanno avuto voce, nei notiziari del 2018, nel 16% dei servizi relativi all’immigrazione. Un dato in controtendenza rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti (7% nel 2017), che sembra costituire un progresso importante, ma che l’analisi dimostra essere relativo esclusivamente a testimonianze di aggressioni a sfondo razziale. Ad essere intervistati sono stati infatti principalmente i protagonisti di aggressioni e attacchi di matrice razzista o le vittime di caporalato e sfruttamento lavorativo.

Il tema delle migrazioni sulle pagine Facebook dei quotidiani

Rispetto ai Social Media, il Rapporto realizzato dall’Associazione Carta di Roma ha condotto un’analisi approfondita, seppur limitata ai post sulla sparatoria di Macerata, mettendo in luce alcune caratteristiche critiche del dibattito.

Ha evidenziato, in particolare, la presenza di un linguaggio apertamente ostile e discriminatorio, caratterizzato da insulti (non indirizzati solo contro la categoria dei migranti), al turpiloquio, fino all’apologia della violenza contro un gruppo su base etnica, mettendo in evidenza la difficoltà dei giornali a assicurare una moderazione puntuale e costante di commenti postati 24 ore su 24, nonché il bilanciamento tra la libertà di espressione e la doverosa necessità di bandire e contrastare i discorsi d’odio.

 

Photo Credit © Romolo Maddaleni – Progetto Fiaf CSVnet "Tanti per tutti. Viaggio nel volontariato italiano"