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La settimana scorsa è stato pubblicato il sesto e ultimo bando di WeCaRe, la strategia regionale per l’innovazione sociale in Piemonte. La call, che è la terza a concentrarsi sul tema del welfare aziendale, promuoverà sul territorio regionale la progettazione e l’attivazione di interventi di welfare aziendale con particolare riguardo verso iniziative inter-aziendali e di apertura verso il territorio. Il bando completa la strategia WeCaRe e conferma l’obiettivo di promuovere le opportunità di conciliazione tra vita personale e lavorativa, l’occupazione femminile e il benessere di lavoratori e lavoratrici.

WeCaRe: la strada percorsa finora

La giunta regionale piemontese ha lanciato nel 2017 “WeCaRe – Welfare Cantiere Regionale. Strategia di innovazione sociale della Regione Piemonte”. WeCaRe rappresenta la declinazione locale della Strategia Europa 2020, che invita gli Stati membri a promuovere sui propri territori una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Attraverso la programmazione di fondi europei – FSE e FESR, per un totale di 20 milioni di euro – la misura si propone di interpretare la sfida della coesione sociale come una grande occasione di sviluppo territoriale (all’epoca ne avevamo discusso con l’Assessore Ferrari, tra i principali promotori della misura).

WeCaRe ha conosciuto un’elaborazione complessa nel corso degli ultimi due anni; a partire dal febbraio 2018 ha potuto contare anche sull’appoggio dell’Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte (che ha sottoscritto un protocollo d’intesa con la Regione allo scopo di rafforzare la collaborazione nel campo dell’innovazione sociale).

La strategia è composta da quattro misure:

  1. Sperimentazione di azioni innovative di welfare territoriale (6,4 milioni di euro), con la previsione di una specifica azione di accompagnamento (1 milione di euro);
  2. Progetti di innovazione sociale per il Terzo Settore (3,6 milioni di euro);
  3. Rafforzamento di attività imprenditoriali che producono effetti socialmente desiderabili (5 milioni di euro);
  4. Promozione del welfare aziendale (4 milioni di euro).

I bandi per le misure 1 e 2 sono stati pubblicati tra l’estate del 2017 e la fine del 2018 e i progetti esecutivi sono in fase di valutazione e avvio. La misura sul rafforzamento delle attività imprenditoriali che producono effetti socialmente desiderabili è invece implementata attraverso la modalità dello sportello: non è prevista una scadenza per la presentazione dei progetti, gli enti interessati potranno ottenere il contributo – sotto forma di prestito agevolato – presso lo sportello predisposto da Finpiemonte e attivo dall’autunno 2018.

La realizzazione della quarta e ultima misura ha conosciuto una maggior complessità. La Regione ha infatti ritenuto necessario elaborare innanzitutto un apposito Atto di indirizzo che approfondisse gli obiettivi alla base della misura (in coerenza con quelli del FSE): stimolare un miglioramento delle condizioni generali di benessere della popolazione; rispondere a rischi sociali che finora non hanno trovato soluzioni strutturali da parte del pubblico (per es.: work-life balance, non autosufficienza); aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro attraverso l’attivazione di strumenti che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per uomini e donne. La misura è stata quindi suddivisa in tre bandi: i primi due, chiusi all’inizio del 2019, si propongono di promuovere la conoscenza e la cultura del welfare aziendale (300.000 euro) e di iniziare a stimolare l’aggregazione di esigenze, proposte e soggetti sul territorio (1,2 milioni di euro). Il terzo bando Progettazione e attivazione di interventi di welfare aziendale – è stato pubblicato il 2 aprile 2019 e finanzierà concretamente la progettazione e la realizzazione di azioni di welfare aziendale.

Il bando “Progettazione e attivazione di interventi di welfare aziendale”

Quest’ultima misura si propone di favorire la diffusione del welfare aziendale provando a superarne alcuni limiti, in particolare le maggiori difficoltà ad accedervi per le PMI e il rischio di rafforzare la disuguaglianza tra lavoratori – che possono contare sul proprio reddito da lavoro e si vedono riconosciute delle ulteriori prestazioni di welfare – ed esclusi dal mercato del lavoro. Il bando si rivolge prioritariamente alle PMI, mira a stimolare la creazione di proposte inter-aziendali o che sappiano coinvolgere come beneficiari anche collaboratori esterni, fornitori, micro-imprese e la cittadinanza stessa.

Le proposte potranno essere presentate da PMI (Piccole e Medie Imprese) singole o raggruppate in Associazioni Temporanee di Imprese (costituende o già costituite) e da grandi imprese, a condizione che il piano di welfare aziendale sia disegnato in modo tale da essere messo a disposizione del territorio di riferimento. I progetti proposti dalle grandi imprese dovranno basarsi su una forte condivisione con enti pubblici e soggetti locali, in particolare quelli coinvolti nella misura 1 della strategia WeCaRe sulla sperimentazione di azioni innovative di welfare territoriale, o dovranno configurarsi come forme di integrazione/sinergia con iniziative di welfare locale e di comunità già esistenti o fase di definizione.

Gli interventi potranno essere finanziati attraverso le seguenti modalità definite dal bando:

  • preparazione delle azioni di welfare aziendale (fino a 10% del valore del progetto): analisi dei fabbisogni, indagine preliminare di mercato, ideazione e progettazione dell’intervento, pubblicizzazione e promozione dell’intervento, selezione e orientamento dei partecipanti, costituzione delle ATI/ATS;
  • realizzazione delle azioni di welfare (almeno 70% del valore del progetto): ambito di principale concentrazione delle risorse, in cui sono inserite le attività propedeutiche, organizzative e di raccordo e la vera e propria attivazione dei servizi di welfare. Quest’ultimo ambito è a sua volta suddiviso in tre macro-aree: conciliazione dei tempi di vita e di lavoro (realizzazione di servizi di conciliazione e flessibilità lavorativa); politiche per le pari opportunità (azioni informative e di sensibilizzazione sull’importanza della condivisione del lavoro di cura e sulle opportunità di conciliazione e flessibilità presenti a livello nazionale e locale, sostegno al rientro lavorativo dopo periodi di lunga assenza, integrazione socio-lavorativa delle persone con disabilità anche attraverso l’istituzione della figura del disability manager); sostegno alla cultura di benessere globale della lavoratrice e del lavoratore (iniziative di informazione/formazione sulla salute di lavoratori e familiari, anche – per esempio – attraverso l’organizzazione di seminari o la predisposizione di sportelli di sostegno psicologico);
  • diffusione dei risultati (fino a 5% del valore del progetto): elaborazione di rapporti di ricerca e studi;
  • direzione e controllo interno (fino a 8% del valore del progetto);
  • costi indiretti (fino a 7% del valore del progetto).

Le proposte progettuali saranno sottoposte a una preliminare verifica di ammissibilità e a una valutazione di merito. In questa seconda selezione saranno valutati con attenzione il profilo del/i soggetto/i proponente/i (con il riconoscimento di un punteggio premiale per le proposte presentate da ATI) e le caratteristiche della proposta progettuale (con la valorizzazione delle iniziative in grado di estendere i propri interventi al territorio e alla comunità). Saranno inoltre valutati positivamente la scalabilità e sostenibilità dei progetti, la presenza di un percorso di monitoraggio in itinere nonché alcune specifiche priorità regionali. Tra queste, in particolare: il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella definizione del piano di welfare, il coinvolgimento di enti pubblici locali e/o istituzioni di parità nella rete istituzionale, la presenza di PMI nelle proposte presentate da ATI aventi come capofila una grande impresa.

Il bando mette a disposizione complessivamente 2,5 milioni di euro, con un cofinanziamento obbligatorio pari ad almeno il 20% delle spese complessive per il progetto; il valore di ciascuna proposta deve essere compreso tra i 60.000 e i 200.000 euro. Le azioni dovranno concludersi entro 12 mesi dall’avvio.

La scadenza per la presentazione delle domande di ammissione, inizialmente fissata per metà settembre 2019, è stata posticipata al 29 novembre 2019.

Riferimenti

La pagina della Regione Piemonte dedicata al bando “Progettazione e attivazione di interventi di welfare aziendale”