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Il progetto

Nell’ambito del Piano di Azione Territoriale Conciliazione Famiglia-Lavoro di Lodi, biennio 2014-16, nasce il progetto Pronto nonno – laboratori intergenerazionali, che si propone l’ambizioso obiettivo di promuovere, attraverso un’alleanza educativa e generazionale, percorsi di active-aging e conciliazione dei tempi di vita familiare e lavorativa.

L’iniziativa si inserisce nell’azione progettuale “L’innovazione organizzativa family friendly oriented”, frutto della partnership tra Azienda Ospedaliera della provincia di Lodi (soggetto capofila), Provincia di Lodi, Fondazione Santa Chiara, Asl di Lodi, Università Cattolica di Milano, Aval Lodigiana, Cooperativa Emmanuele e Forum delle Associazioni familiari. Già con il precedente piano di lavoro territoriale, biennio 2011-2013, l’Azienda Ospedaliera, l’ASL e ASP Santa Chiara si erano impegnate nella mappatura delle esigenze di conciliazione famiglia-lavoro e in azioni di sensibilizzazione sulle politiche family friendly. In questo senso la nuova azione progettuale si propone di valorizzare buone pratiche già esistenti, potenziarle e svilupparne di nuove attraverso il dialogo e l’ascolto diretto degli stakeholders e l’interlocuzione proficua con le aziende.

Il progetto “Pronto nonno – laboratori intergenerazionali” si propone di sviluppare iniziative che possano valorizzare il rapporto tra le generazioni in una logica di apprendimento intergenerazionale, con particolare riferimento alla categoria dei nonni per sottolineare l’importanza del ruolo che questi ricoprono all’interno delle famiglie. L’obbiettivo è quello di sviluppare e potenziare il supporto integrativo che il nonno/anziano può apportare nell’ambito dell’educazione e della cura dei bambini. L’iniziativa si ripropone quindi di mettere in relazione azioni di active ageing (azioni di invecchiamento attivo rivolte agli over 65) con le tematiche della conciliazione famiglia-lavoro attraverso la valorizzazione del lavoro volontario.

Il percorso di progettazione

Il percorso di progettazione è stato multi-fase e multi-stakeholder.

Nella prima fase, attraverso un ciclo di conferenze, è stata attivata una riflessione sui temi intergenerazionali e sulla possibilità di connettere processi di crescita e di invecchiamento. Le conferenze hanno coinvolto il personale di Azienda Ospedaliera, ASL e Fondazione Santa Chiara, attivando la domanda e facendo emergere istanze di conciliazione.

Nella fase successiva, un gruppo di anziani/nonni, nonché genitori dei dipendenti delle aziende pubbliche, è stato coinvolto in una serie di laboratori intergenerazionali per dare vita a idee progettuali da proporre sul territorio.
Di particolare interesse la metodologia utilizzata nella conduzione dei laboratori intergenerazionali. I laboratori sono stati organizzati dal Centro di Ateneo Studi e Ricerca sulla Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che, sulla base della propria esperienza e ricerca nell’ambito dell’active ageing (progetto Non Mi Ritiro – Unicatt), ha collaborato con gli anziani nell’elaborazione delle proposte progettuali. Il supporto ai nonni/anziani si è sviluppato su due livelli: un primo livello culturale, con la trasmissione di informazioni agli interessati sui temi dell’invecchiamento attivo e della valorizzazione del rapporto tra generazioni; un secondo livello psicologico basato su sessioni motivazionali e di empowerment per rendere i partecipanti più attivi e consapevoli nell’elaborazione delle proposte. Il mediatore concettuale è stato il tema della ‘generatività’ intesa come cura responsabile delle nuove generazioni.
Il percorso ha portato all’elaborazione di due proposte progettuali: “Generazioni in gioco” e “Cibi del lodigiano, culture e generazioni”.

La terza fase si è quindi aperta con il progetto “Generazioni in gioco”, svoltosi nel mese di giugno presso l’oratorio di San Fereolo a Lodi. In una serie di incontri presso l’oratorio, i nonni hanno proposto ai bambini giochi della tradizione italiana. L’obiettivo è stato quello di stabilire scambi verticali e orizzontali che favorissero la creazione di nuove relazioni tra generazioni in un ottica di alleanza educativa. In questo senso significativa è stata l’idea di costruire il “dado della pace”, un dado a 6 facce ognuna rappresentante un particolare insegnamento educativo da utilizzare nello svolgimento dei giochi per costruire rapporti di collaborazione, fraternità, cittadinanza attiva e responsabile. Su iniziativa dei nonni, ogni insegnamento è stato accompagnato da un proverbio per mantenere viva nelle nuove generazioni la “tradizione lodigiana”. Il progetto “Cibi del lodigiano, culture e generazioni”, avrà invece inizio a partire da settembre, e consisterà nella creazione di uno spazio per l’integrazione culturale e generazionale attraverso il cibo. Grazie alla collaborazione con la Cooperativa Emmanuele, parteciperanno al progetto anziane della comunità lodigiana e giovani appartenenti ad una comunità di immigrati. L’idea è quella di costruire scambi tra diverse culture e generazioni attraverso un percorso di conoscenza dei cibi della tradizione contadina.

 

Riferimenti 

La pagina dedicata sul sito della Provincia di Lodi

 

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