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Il progetto Networking 2.0 è un’azione di welfare aziendale territoriale sviluppata dall’Alleanza Valcavallina, Basso Sebino e Alto Sebino all’interno del Piano territoriale per la conciliazione di ATS Bergamo.

Nato nel biennio 2014-2016
, il progetto si è sviluppato anche nel Piano territoriale successivo, attualmente in corso. L’Alleanza ha inoltre presentato la candidatura di un nuovo progetto in risposta alla recente manifestazione di interesse pubblicata da Ats Bg per l’assegnazione di ulteriori risorse regionali da utilizzare entro il gennaio 2020, momento in cui il piano in corso si concluderà (a seguito della recente proroga regionale 1017/2018 che ha esteso di un ulteriore anno il piano 2017-2019).

Abbiamo incontrato Luciano Trapletti, Presidente del Consorzio Servizi Val Cavallina, e Danilo Mazzola, Segretario Cisl Bergamo, che ci hanno raccontato genesi, sviluppo e prospettive di questo progetto.
 

Presidente Trapletti, quali sono state le motivazioni che vi hanno spinto nel 2014 a costituirvi come Alleanza e a presentare il primo progetto?

Il primo dato da tenere in considerazione è stata la necessità di rispondere ad un bisogno presente nel nostro territorio in termini di conciliazione dei tempi lavorativi e di cura. Le nostre zone sono infatti caratterizzate, rispetto alla media nazionale, da una maggior presenza di popolazione giovane e lavoratrice, e quindi da una particolare esigenza in termini di cura dei figli. Non mancano poi situazioni di particolare complessità caratterizzate dalla presenza di anziani e non autosufficienti.

L’intento dell’Alleanza è stato quindi provare a rimettere in gioco il preesistente ambito di protezione sociale (minori, anziani, disabili), pubblico e privato, a favore di una promozione di misure di conciliazione maggiormente sinergiche ed efficaci e, dunque, più adeguatamente rispondenti ai bisogni delle famiglie del territorio.

L’altra motivazione è stata la volontà di innescare, attraverso questa azione, delle logiche di solidarietà da parte di tutti gli interlocutori coinvolti.

Quali sono i partner dell’Alleanze e i contenuti della progettazione?

All’Alleanza territoriale aderiscono gli ambiti distrettuali Val Cavallina, Basso Sebino e Alto Sebino dell’ATS della Provincia di Bergamo. Attualmente il tavolo di conciliazione, in costante crescita, è composto da: 48 Enti Locali, 5 Istituti Comprensivi Scolastici, Legacoop, Confcooperative, Confartigianato, CGIL, CISL e UIL e 17 imprese di cui 13 Cooperative Sociali.

Il progetto Networking 2.0, si è sviluppato all’interno di una logica di welfare aziendale e interaziendale, attraverso la promozione di interventi a favore della conciliazione vita-lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici assunti dai soggetti appartenenti all’Alleanza. La collaborazione di interlocutori di varia natura – aziende, associazioni, enti pubblici e fondazioni – ha permesso di condividere competenze e know how fondamentali nella costruzione di un’azione efficace, fruibile tramite voucher spendibili su un portale di welfare aziendale.

Questa rete di soggetti ha favorito l’erogazione di prestazioni sociali ed educative volte a rispondere alle esigenze di conciliazione quali: servizi di accudimento dei minori in orari e periodi di chiusura delle scuole, prenotazione e accompagnamento di persone non autosufficienti presso strutture socio-sanitarie educative, assistenza domiciliare per il lavoratore stesso o per i suoi cari, azioni di sostegno al reddito per persone in situazioni di fragilità. Se le azioni nel primo biennio si sono concentrate in particolare su questo ultimo target, a partire dal 2017 l’Alleanza si è allargata a nuovi soggetti, tra cui le imprese, perfezionando l’offerta di servizi al di fuori del sistema di protezione sociale verso la cura di sé (ad esempio maggiordomo aziendale, palestra, area benessere etc.).

Ha parlato poco fa della finalità di sviluppare logiche di solidarietà, in che modo avviene?

Il fulcro del progetto è l’utilizzo della piattaforma WelfarePiù, creata e gestita dalla cooperativa sociale L’Innesto. Attraverso di essa i dipendenti delle realtà territoriali coinvolte possono comprare le prestazioni necessarie, segnalando anche propri fornitori o, più in generale, il bisogno cui hanno bisogno di dare risposta. Il progetto fonda nella partecipazione solidaristica di tutti gli aderenti attivi, (aziende fruitrici, partner fornitori, dipendenti) la costituzione del Fondo di Solidarietà.

La logica della solidarietà sta nel fatto che attraverso l’acquisto dei servizi mediante la piattaforma si alimenta un fondo che permette di erogare prestazioni aggiuntive a favore dei dipendenti che si trovano in condizione di particolare fragilità sociale.

Per garantire questo principio tutti i soggetti aderenti all’Alleanza, anche i fornitori, devono sottoscrivere la Carta etica che prevede l’adesione al Fondo di Solidarietà e il rispetto di regole del buon lavoro, come per esempio la regolarità nei contratti di assunzione dei propri collaboratori.  Altro elemento distintivo è che la rete di fornitori di beni e servizi è convenzionatia “a Km zero” in un’ottica di prossimità territoriale che vuole generare un circolo virtuoso a favore dell’economia locale, anche con l’obiettivo di creare nuove opportunità lavorative.

La piattaforma WelfarePiù è dunque il fulcro dell’intero progetto.

Esatto, la piattaforma non è solo una vetrina digitale dei servizi territoriali volta a sviluppare la dimensione produttiva locale, ma consente anche di assistere, tramite consulenti esperti, le imprese, in particolare le MPMI, nella strutturazione, implementazione e misurazione dei piani di welfare aziendale. Inoltre le aziende interessate ad accedere ai beni e servizi di WelfarePiù possono essere anche le stesse che li offrono, alimentando ed estendendo così la rete dei servizi offerti.

Mazzola, come Cisl siete partner di progetto. Quali sono le maggiori criticità che riscontrate nelle aziende?

Lo scoglio maggiore è certamente di natura culturale, quando, specialmente nelle piccole e medie imprese che caratterizzano questi territori, il premio di produttività è in genere esiguo e il voucher viene più facilmente speso in buoni spesa o benzina. Il ruolo del sindacato è spingere per favorire la contrattazione di secondo livello, per la quale l’Alleanza ha anche predisposto un format di riferimento che stiamo utilizzando con buoni risultati nelle imprese cooperative, con l’obiettivo di promuovere la cultura della conciliazione e favorire introduzione o potenziamento dei piani di welfare aziendale. Per noi è fondamentale diffondere e supportare sul territorio bergamasco iniziative come questa anche con il contributo delle federazioni di categoria e attraverso il confronto con la parte datoriale.

Trapletti, quali sono gli aspetti del progetto che intendete sviluppare nei prossimi mesi?

Certamente, come già emerso, l’aspetto culturale è uno dei temi cruciali, per questo, anche con il coinvolgimento degli istituti scolastici partner di progetto, l’obiettivo è sviluppare azioni di comunicazione e sensibilizzazione, anche in un’ottica di inclusione sociale a favore della logica solidale che ci caratterizza e di una maggior fruizione dei servizi di welfare aziendale proposti. Per favorire questo abbiamo pensato all’attivazione di momenti formativi e informativi sulle opportunità legate all’utilizzo del portale e a momenti in presenza nelle aziende volti ad aumentare la consapevolezza dei lavoratori sugli obiettivi solidali che caratterizzano il progetto.

Ci aspettiamo che la piattaforma sia continuamente alimentata attraverso il potenziamento del numero di fruitori, aprendo anche ai cittadini degli ambiti distrettuali promotori del progetto la possibilità di acquistare i servizi spendendo risorse proprie.